Dietro al rapimento del sindaco di Tripoli, Abdel Rauf Bait al Mal (foto in alto tratta dal web), sequestrato mercoledì notte, 28 marzo, da una milizia armata e liberato 20 ore dopo nel centro di Tripoli, “ci sono gli scontri per gli appalti della ricostruzione della città vecchia della capitale libica”. E’ quanto denuncia un membro del Consiglio comunale di Tripoli ad “Agenzia Nova”, chiedendo di restare anonimo: “E’ in atto uno scontro tra le forze politiche per la gestione dei lavori di ricostruzione di tutte le infrastrutture della città vecchia di Tripoli, e il sindaco è finito in mezzo". Il primo cittadino di Tripoli "è un politico di stampo liberale che combatte la corruzione e che sta cercando di riportare ordine nella città vecchia e lungo la costa, ripulendo la zona dai venditori senza permesso", ha detto ancora la fonte, sottolineando che il sindaco "non accetta i giochi che alcuni politici della zona intendono fare”.
Il riferimento del funzionario tripolino, in particolare, è “a quei partiti islamici che stanno cercando di far vincere gli appalti della ricostruzioni alle società qatariote e turche”. La milizia considerata responsabile del rapimento del sindaco di Tripoli è quella di ispirazione salafita, una corrente dell'Islam radicale tradizionalista, legata a Jamal al Ghazui. “Quest’ultimo è un estremista che controlla la città vecchia con le sue milizie armate. E’ noto per essere un ex membro del Gruppo libico combattente apparso in una fotografia con la sua lunga barba accanto al premier Fayez al Sarraj e a un altro leader delle milizie islamiche, Abdel Hakim Bel Hadj, ex combattente di al Qaeda, durante una visita compiuta a gennaio nel centro di Tripoli. Queste milizie islamiche sono d’accordo con i politici del governo di accordo nazionale libico, cosa che Bayt al Mal non accetta”, ha aggiunto.
A proposito delle notizie diffuse da alcuni media arabi, tra cui l'emittente televisiva satellitare qatariota “al Jazeera”, secondo cui il sindaco Bait al Mal sarebbe stato arrestato dalle forze di sicurezza libiche e non rapito, il consigliere ribadisce la posizione di tutto il Consiglio comunale a riguardo: “Si è trattato di un rapimento e non di un arresto. Non c’è stato alcun ordine di cattura nei confronti del sindaco da parte della procura e le modalità sono state così violente, considerato che i suoi familiari sono stati malmenati nella loro casa, da escludere che si sia trattato di un arresto”. Il consigliere, che non rivela il suo nome per timore di reazioni da parte delle milizie islamiche della zona, accusa i politici locali di “essere tutti d’accordo sulla spartizione degli appalti, ai quali però Bait al Mal aveva detto di no”. (Fonte Agenzia Nova)
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