Il gruppo Juma'at Nosra al Islam Wal Muslimeen (Gruppo di difesa dell'Islam e dei musulmani, Jnim), nato nel marzo 2017 dalla fusione fra i cinque dei principali movimenti terroristici nelle regioni del Sahara e del Sahel, ha rivendicato la responsabilità dell’ondata di attacchi avvenuti lo scorso fine settimana in diverse aree del Mali. È quanto si legge in una dichiarazione pubblicata sul sito “al Zallaqa”, l’organo ufficiale del gruppo. Domenica scorsa, 28 gennaio, cinque miliari sono morti in un attacco alla loro base a Menaka, nel nord-est del Mali, mentre il giorno prima 14 militari sono stati uccisi e altri 15 feriti in un assalto alla base di Soumpi, nel nord del paese. In precedenza, lo scorso 26 gennaio, una mina è esplosa colpendo un veicolo che trasportava 26 persone dirette a una fiera a Boni, nel centro del Mali, uccidendole tutte.
Il governo del Mali ha proclamato tre giorni di lutto a partire da ieri in memoria delle vittime degli attacchi. Il gruppo Jnim fa capo al terrorista tuareg Iyad Ag Ghali, già leader del gruppo jihadista maliano Ansar Eddine, e vede tra i suoi fondatori anche i leader del gruppo al Mourabitoun, guidato dall’algerino Mokhtar Belmokhtar, e di al Qaeda nel Maghreb Islamico (Aim), così come il leader del gruppo salafita Katiba de Macina, Amadou Kouffa. I gruppi si sono resi responsabili di attacchi soprattutto in Mali, ma anche in altri paesi del Sahel e del Sahara. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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