Nonostante la condanna in secondo grado per corruzione, l'ex presidente del Brasile Luiz Inacio Lula da Silva (foto) ha deciso che lancerà a febbraio la sua pre-candidatura alla presidenza della Repubblica. Lo riporta il quotidiano brasiliano "Folha de S.Paulo" segnalando che il leader del Partito dei Lavoratori (Pt) sta immaginando il lancio della campagna in un municipio della regione nord-est del Brasile, base elettorale del partito. La legge brasiliana impedisce a un condannato in secondo grado di candidarsi alla presidenza, ma la partecipazione alla campagna elettorale dipende da una sentenza del Tribunale Superiore Elettorale (Tse) che secondo la "Folha" dovrebbe essere emessa solo a settembre. Fino ad allora, Lula può inoltre presentare appello ai tribunali delle istanze superiori per assicurare l'inserimento del proprio nome nella disputa.
Lula si è riunito ieri con la leadership del Pt e ha riaffermato la sua volontà di concorrere alle elezioni di ottobre anche se non sarà in grado di fare campagna elettorale a causa di impedimenti giudiziari. Durante l'incontro, Lula ha sottolineato l'importanza politica di riaffermare la sua candidatura, nonostante le sconfitte recenti in tribunale. Ieri il Tribunale supremo di giustizia (Stj) ha rigettato la richiesta di sospensiva della sentenza presentata dalla difesa di Lula. I legali dell'ex presidente sperano almeno di riuscire a chiedere una rivalutazione della sentenza al tribunale superiore. Lula ha confermato la sua presenza alla celebrazione dell'anniversario della fondazione del Pt, previsto per il 22 febbraio, quando presenterà anche la sua "Lettera al popolo brasiliano". Un documento programmatico che si ispira a quello lanciato nel 2002, prima della sua elezione a presidente della Repubblica, per calmare i mercati.
Lula è stato condannato con l'accusa di corruzione e riciclaggio di denaro per un caso centrato su un appartamento a tre piani nella città costiera di Guarujà. La sentenza di primo grado, emessa dal giudice federale Sergio Moro, è stata di nove anni e sei mesi di reclusione. Secondo Moro, l'appartamento sarebbe stato dato a Lula dal gigante delle costruzioni Oas, come anticipo di una tangente da 2,2 milioni di dollari per avere garanzie su importanti contratti nella compagnia statale petrolifera Petrobras e in altre opere pubbliche. Il 24 gennaio, la corte d'appello del tribunale di Porto Alegre ha confermato all'unanimità la colpevolezza di Lula, ampliando la pena a 12 e un mese di reclusione. La doppia sentenza, in omaggio alla cosiddetta legge sulla "Fedina pulita", impedisce al leader del Partito dei lavoratori (Pt), di presentarsi alle presidenziali di ottobre. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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