Isola di Suakin (Sudan)
La presenza militare turca nel porto sudanese di Suakin sul Mar Rosso è fonte di preoccupazione in Egitto. È quanto si evince da alcuni dei maggiori media locali che hanno commentato l’annuncio dato ieri, 26 dicembre, dal ministro degli Esteri di Khartoum, Ibrahim Ghanour, degli ultimi accordi di cooperazione militare tra Sudan e Turchia. In particolare, in occasione della visita del presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, nel paese africano dal 24 al 26 dicembre scorso, è stata firmata un’intesa per la creazione di un cantiere navale per la costruzione e la riparazione di unità civili e militari e per l’utilizzo dell’isola di Suakin come base della Marina militare turca. Tale accordo fa seguito a quello di tre mesi fa tra la Turchia e la Somalia per l’apertura di una base di addestramento delle forze somale nel paese del Corno d’Africa, dove Ankara tenta di ampliare la propria influenza.
“L’Egitto deve riconsiderare la propria strategia di sicurezza alla luce della presenza turca ai confini meridionali, poiché la Turchia non è un paese amico”, ha detto ieri, 26 dicembre, il noto conduttore televisivo Lames al Hadidi durante il suo programma “Homa al Asema”. Al Hadidi ha aggiunto: “Truppe turche che si muovono liberamente ai nostri confini meridionali sono estremamente pericoloso, poiché minacciano la nostra sicurezza nazionale alla luce delle affermazioni di Erdogan sul trasferimento dei combattenti dello Stato islamico dalla Siria alla penisola del Sinai. Non si può non rispondere”. L’intesa militare tra Ankara e Khartoum è stata commentata anche da Javad Kok, membro dell’Istituto turco di studi strategici. In un intervento all’emittente egiziana Cbc, Kok ha affermato che “l’attuale governo turco segue un’ideologia religiosa e settaria, non dei valori patriottici”. In tale contesto, la politica “neo-ottomana” di Erdogan “non può essere accettata in Turchia”, ha aggiunto l’analista. In particolare, secondo Kok, una base militare turca a Suakin “con il pretesto di combattere il terrorismo disturba i paesi vicini, tra cui l’Egitto” e peggiora ulteriormente le relazioni tra Ankara e il Cairo, “già indebolite da Erdogan”. Il dispiegamento di forze turche a poche miglia marine dell’Egitto potrebbe, infatti, accrescere l’attrito tra i due paesi innescato dalla deposizione nel 2013 del presidente egiziano Mohamed Morsi, affiliato ai Fratelli musulmani e appoggiato da Erdogan. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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