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Uma notícia estranha, que nem circula na grande mídia, afirma que Temer publica por decreto que D. Hélder Câmara (foto) é o patrono dos direitos humanos no Brasil. A iniciativa teria vindo do Congresso Nacional.
Muitas vezes não dá para distinguir se esse governo é estúpido, cínico, cruel, ou tudo isso e muito mais. Porém, quem tem uma unha de decência intelectual e ética sabe que a maioria desse Congresso e o governo Temer são antagônicos a tudo que D. Hélder foi e sempre defendeu.
Portanto, essa iniciativa só pode ser um insulto à Igreja Católica, já que grande parte do episcopado tem se oposto às crueldades dos mandarins de plantão. D. Hélder merece esse patronato, mas não pelas mãos desse governo.
Não sei a quem cabe recusar essa coisa. Talvez a CNBB ou mesmo o Vaticano através da Nunciatura. O certo é que, se a Igreja Católica do Brasil não reagir a essa ofensa, aqueles que conviveram com D. Hélder e todos os defensores dos direitos humanos, deveriam imediatamente se comunicarem com o Papa Francisco para alertá-lo sobre o insulto e cobrar dele uma posição diante desse cinismo.
Ou, então, só há uma possibilidade de aceitar esse patronato: que Temer revogue o congelamento dos investimentos em saúde e educação; revogue a reforma trabalhista que já joga mais gente no desemprego; revogue as privatizações, inclusive dos bens naturais como terra, água e petróleo; cancele qualquer tentativa de reformar a previdência; retome todas as políticas públicas canceladas como a captação da água de chuva no Nordeste, o Bolsa Família, etc.; principalmente arrume as malas e vá embora, deixando o povo brasileiro em paz.
Testo di Roberto Malvezzi (Gogò)
Negli ambienti dei grandi “media” circola una notizia piuttosto strana, che afferma che il presidente Temer ha pubblicato con decreto che dom Hélder Camara è patrono dei diritti umani in Brasile. Iniziativa –si dice-confermata dal Congresso Nazionale
Da più parti ci si chiede se il governo è stupido, cinico, crudele, o tutte queste cose assieme. E questo perché è notorio,per chi è dotato di onestà intellettuale, che tanto il Congresso quanto Temer sono gli antagonisti di quanto è sempre stato difeso da dom Hélder Camara.
Pertanto questa iniziativa suona come un insulto alla Chiesa Cattolica dal momento che grande parte dell’episcopato brasiliano è contrario ufficialmente a quello che politicamente viene deciso dal Palazzo ossia dai detentori del potere di oggi.
Dom Camara merita d’essere patrono dei diritti umani ma non designato dall’attuale governo.
Bisogna che la Chiesa Cattolica del Brasile reagisca a questa offesa che è una provocazione vera e propria e che la cosa giunga tramite la Nunziatura alle orecchie di Papa Francesco.
C’è solo una possibilità perché dom Camara possa essere patrono dei diritti umani in Brasile : che Temer revochi il blocco degli investimenti nel campo della salute e dell’educazione, che ritiri la riforma del lavoro come metta pure fine alle privatizzazioni di beni fondamentali come la terra, l’acqua, il petrolio; e ancora cancelli qualunque tentativo di riforma della previdenza; ripari così a tutti i mali in corso e , pertanto, lasci vivere in pace il popolo brasiliano.
(traduzione libera a cura di Marianna Micheluzzi-Ukundimana)
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Accogliere i bimbi sieropositivi per le vacanze natalizie, ascoltare le loro storie e le loro paure, scoprire il talento che c’è in loro e risvegliare le potenzialità che serviranno per affrontare la vita. E’ questo l’obiettivo del "Cosbel children", il campo estivo organizzato in occasione delle festività natalizie, che in Uganda coincidono con le vacanze estive, nella zona di Lira. “Ogni anno, dal 2010, cerchiamo l’ospitalità di una delle scuole chiuse per le vacanze e lì organizziamo il campo, che inizia due settimane prima del Natale e continua per altre tre settimane a gennaio”, racconta a Fides suor Maria Marrone, missionaria comboniana che vive in Uganda dal 1984. Quest’anno sono 245 i bimbi, dai 6 ai 10 anni, che partecipano al campo estivo. Provengono dalla diocesi di Lira e sono cattolici, protestanti e musulmani. Sono tutti sieropositivi dalla nascita e quasi tutti orfani affidati ai parenti. Con suor Maria ci sono 27 collaboratori ugandesi, maestri e studenti di scuola superiore, preparati e seguiti da una psicoterapeuta. Le attività ludiche e creative sono giornaliere: i bambini disegnano, fanno lavori con la carta pesta, imparano danze popolari e seguono un mini corso di teatro. “Durante il campo cerchiamo di conoscerli meglio - continua la missionaria- e poi li aiutiamo durante il resto dell’anno facendovisita a coloro che presentano particolari sofferenze umane e aiutando chi non riesce a sostenere le spese scolastiche. Spesso gli stessi parenti che li ospitano credono sia inutile mandare i bimbi a scuola, perché sono malati e credono che probabilmente moriranno. Quando chiediamo ai bimbi cosa vogliono fare da grandi loro ci guardano stupiti, perché credono che non ce la faranno a diventare grandi. Noi allora li rassicuriamo, gli diamo la speranza che è stata loro negata”. Stando ai dati pubblicati dall’Unaids, il programma delle Nazioni Unite per l’Hiv/Aids, in Uganda, su un totale di circa 35 milioni di abitanti, sono 1 milione e 400mila le persone affette dall’Hiv, di cui circa 130mila sono bambini di età compresa tra 0 e 14 anni.“Il campo estivo - conclude suor Maria – è un’esperienza di consolazione e di gioia per questi bimbi, a volte sono discriminati perché ammalati. Cerchiamo di risvegliare le forze positive che ci sono in loro: la gioia della vita, della creatività e con i gruppi di ascoltoproviamo a lenire le loro sofferenze. Negli anni abbiamo notato che la mortalità di questi bambini affetti da Hiv si è molto ridotta, ed è per noi bellissimo vederli crescere e migliorare le condizioni fisiche. Di quelli che abbiamo conosciuto in passato, alcuni sono oggi impegnati in lavori di artigianato. Adesso sono aiutano economicamente i nonni e gli zii che prima si prendevano cura di loro”. (Fonte Agenzia Fides)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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Un totale di 9,2 milioni di passeggeri è transitato dagli aeroporti nigeriani tra gennaio e settembre 2017. E’quanto emerge dai dati dell’Autorità federale degli aeroporti della Nigeria (Faan), ripresi dall’agenzia di stampa nazionale “Nan”, secondo cui in nove mesi sono stati registrati 6,38 milioni di passeggeri nigeriani e 2,8 milioni di passeggeri internazionali. Secondo i dati diffusi dalla Faan nel periodo di riferimento sono transitati dagli aeroporti del paese 110.220 voli domestici e 30.332 voli internazionali. L’aeroporto di Lagos Murtala Muhammed ha registrato il numero più alto di passeggeri e voli in transito. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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Il tribunale penale del Cairo ha condannato a 3 anni di prigione il presidente deposto egiziano, Mohamed Morsi (foto), e altri 19 membri della Fratellanza musulmana nel cosiddetto processo denominato per aver "sminuito la magistratura", secondo quanto hanno riferito i media locali. Il processo era a carico di 24 imputati per aver sminuito il sistema giudiziario e offeso i dipendenti del ministero della Giustizia. Tra gli imputati c’è l'ex presidente della Camera dei rappresentanti nell'era dei Fratelli musulmani al potere in Egitto, Mohamed Saad al Katatni, Essam Sultan un ex parlamentare, Mahmoud el Khodiri un ex giudice, Ahmed Hassan un ex giornalista presso l'agenzia di stampa statale Mena e Mohamed Mahsoub ex ministro di stato per gli affari parlamentari. Il tribunale ha ordinato a Morsi di pagare una multa temporanea fino a 56.270 dollari al giudice Ali el Nemr che il presidente deposto ha definito un "giudice falsario" in uno dei suoi famosi discorsi durante il suo anno al potere.(Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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Il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale del Marocco, Nasser Bourita (foto), ha tenuto ieri sera dei colloqui a Rabat con una delegazione di alto livello del Sierra Leone presieduta da Samura Kamara, l'inviato del presidente della Sierra Leone, Ernest Bai Koroma. I colloqui tra Bourita e Kamara, accompagnati da Kaifala Marah, ministro degli affari Esteri e della cooperazione internazionale del Sierra Leone, si sono concentrati sui modi per rafforzare la cooperazione bilaterale, in particolare in campo economico, fanno sapere da Rabat. Parlando a una conferenza stampa dopo i colloqui, Marah ha elogiato le eccellenti relazioni tra Sierra Leone e Marocco, sottolineando l'importanza di rafforzare questi risultati, in particolare attraverso lo sviluppo della cooperazione economica. "Siamo al punto in cui dobbiamo ampliare la portata della cooperazione tra i nostri due paesi a livello nazionale, regionale e internazionale per rafforzare le nostre relazioni diplomatiche e soprattutto per sviluppare investimenti", ha aggiunto. Marah ha anche espresso l'intenzione del suo paese di portare le relazioni con il Marocco "ad un livello mai raggiunto prima" e di aprire opportunità di investimento nei settori dell'agricoltura e del commercio. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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Il Grande Imam di al Azhar, Ahmad al Tayyib (foto), ha espresso una dura condanna per l'attentato di matrice terroristica di ieri mattina al Cairo e piena solidarietà con la comunità cristiana di Egitto in vista del Natale. In un comunicato, ripreso oggi dalla stampa del Cairo, la più importante autorità musulmana del paese condanna nei "termini più forti, l'attacco terroristico che ha colpito la chiesa di Mar Mina a Helwan, provocando la morte di numerose persone e feriti - poliziotti e fratelli copti" - e aggiunge che "il ripetersi di tali attacchi terroristici atroci contro i fratelli copti nei giorni delle vacanze" mira a colpire non solo "i seguaci di questa religione" ma anche a far fallire "lo spirito di amore e di affetto tra musulmani e cristiani". Lo sceicco di al Azhar ha invitato quindi i figli musulmani del popolo egiziano a contrastare "questo piano del maligno" e ad "accompagnare, attraverso la partecipazione dei musulmani, i loro compagni copti nella celebrazione della ricorrenza della nascita di Cristo”. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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Il ministero dell’Interno egiziano ha rivelato l’identità di uno degli autori dell’attentato avvenuto ieri mattina nella chiesa copta ortodossa di Mar Mena, nel governatorato di Helwan, a sud del Cairo. Si tratta di Ibrahim Ismail, e secondo quanto riporta il ministero in un comunicato stampa diffuso sulla sua pagina ufficiale Facebook è stato arrestato dalle forze di sicurezza poco dopo aver tentato di fare irruzione nell’edificio religioso insieme ad un altro attentatore. Il dicastero ha inoltre precisato che il numero totale dei morti dell’attacco è di nove persone, di cui due uccise durante un separato assalto contro un negozio situato nei pressi della chiesa. In un primo tempo i due civili uccisi, entrambi copti, erano stati esclusi dal computo totale delle vittime. Il ministero dell’Interno egiziano, precisa che nell’attacco alla chiesa copta sono rimasti uccisi 6 fedeli copti ortodossi che si trovavano all’interno dell’edificio e un membro delle forze di sicurezza. Un'altra persone sarebbe invece deceduta in ospedale in seguito alle ferite subite durante la sparatoria. Nella nota il ministero non fa menzione dell’uccisione del secondo terrorista, come invece riportato dai media egiziani.
L’estremista catturato sarebbe un artigiano residente nel governatorato di Helwan, ma negli ultimi tempi era fuggito nelle zone rurali dell’Alto Egitto, dove avrebbe pianificato l’attacco insieme al complice. Al momento nessun gruppo ha rivendicato l’azione terroristica. Secondo quanto riporta la stampa egiziana, la cattura di Ismail è stata possibile grazie all’intervento di un imam musulmano del governatorato di Helwan il quale avrebbe invitato alcuni fedeli musulmani di una vicina moschea a bloccare la fuga dell’attentatore, consentendo alle forze di sicurezza il suo arresto. Intanto secondo quanto riferito da fonti di "Agenzia Nova", i corpi delle vittime dell'attacco sono giunti nella chiesa di Mar Mena per le celebrazioni dei funerali, come annunciato questo pomeriggio dal portavoce della Chiesa copta ortodossa d'Egitto, il vescovo Paulus Halim. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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Il presidente del Gambia, Adama Barrow (foto), ha concluso una visita di sei giorni in Cina, dove ha firmato accordi di cooperazione per un valore di 75 milioni di dollari. Lo riferisce l’agenzia di stampa “Apa”, secondo cui i fondi di Pechino andranno a finanziare progetti di infrastruttura stradale della regione di Upper River, nell’est del paese. La visita “punta a rafforzare i rapporti tra i due paesi dopo un’interruzione non voluta dal popolo del Gambia”, ha detto il capo dello stato al suo ritorno a Banjul, precisando che la decisione di mettere da parte i rapporti con la Cina, uno dei principali partner economici del paese, è stata presa in modo unilaterale dal suo predecessore Yahya Jammeh.
Nel corso della sua visita Barrow ha incontrato l’omologo cinese Xi Jinping. “La Cina e il Gambia continueranno a sostenersi a vicenda e intendono rafforzare la loro cooperazione bilaterale dopo il riavvio delle relazioni diplomatiche”, ha ribadito Xi, al termine dell’incontro con Barrow. Il leader cinese, citato dalla stampa locale, ha sottolineato come la decisione delle autorità di Banjul di riprendere le relazioni diplomatiche con Pechino, presa lo scorso anno, sia una “scelta corretta” che segue lo spirito dei tempi e serve gli interessi fondamentali dei due paesi e dei due popoli. Secondo Xi, la ripresa della cooperazione bilaterale tra Pechino e Banjul ha portato risultati tangibili per entrambi i popoli. “La Cina attribuisce grande importanza alla cooperazione con il Gambia nei settori dell’agricoltura, dell’elettricità e delle infrastrutture ed è disposta a rafforzare lo sviluppo sostenibile del paese africano”, ha detto Xi a Barrow, auspicando una cooperazione rafforzata negli scambi culturali, nell’istruzione, nel settore dei media, della gioventù, della salute e del turismo.
“La Cina è disposta a rafforzare la cooperazione con il Gambia nel settore della sicurezza e ad intensificare la comunicazione e il coordinamento negli affari internazionali e regionali per contribuire alla pace e alla stabilità nell'Africa occidentale", ha poi aggiunto il presidente cinese, auspicando un partenariato più forte con i paesi in via di sviluppo. "L'essenza della cooperazione Cina-Africa è quella di combinare lo sviluppo della Cina con quello dell'Africa per realizzare una cooperazione vantaggiosa e uno sviluppo reciproco", ha detto Xi. Dal canto suo Barrow, entrato in carica nel febbraio 2017 dopo aver sconfitto l’ex presidente Yahya Jammeh, ha ringraziato Xi per l’invito, definendolo “un segno di fiducia nella nostra nuova amministrazione”. Il sostegno della Cina nei settori dell'agricoltura e della salute, ha poi aggiunto Barrow, ha notevolmente promosso lo sviluppo nazionale del Gambia e migliorato il sostentamento della sua popolazione. Nel corso della visita, Barrow ha incontrato anche il premier cinese Li Keqiang e il presidente del parlamento cinese Zhang Dejiang.
Quella di Barrow è la prima visita ufficiale in Cina da quando sono state ristabilite le relazioni diplomatiche lo scorso anno. I due paesi hanno stabilito legami diplomatici formali nel 1974, ma la Cina ha sospeso le relazioni nel 1995, quando il paese dell'Africa occidentale ha ripreso i legami diplomatici con Taiwan, interrotti poi nel 2013. Dopo l’elezione di Barrow, nel gennaio scorso, la Cina ha espresso interesse a investire in importanti progetti infrastrutturali in Gambia, tra cui l'espansione del porto marittimo di Banjul. Inoltre, Pechino sta finanziando con 50 milioni di dollari la costruzione di un centro congressi internazionale alla periferia di Banjul, i cui lavori dovrebbero essere completati nel 2019. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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L’economia del Gabon è cresciuta dello 0,8 per cento nel 2017 e passerà al 2,7 per cento il prossimo anno grazie all’aumento dei prezzi del petrolio sui mercati internazionali. La stima è stata diffusa ieri dal Fondo monetario internazionale (Fmi), che ha abbassato la previsione di crescita per quest’anno rispetto al precedente 1 per cento. Lo scorso marzo l’istituto finanziario ha approvato un programma di aiuti di 642 milioni di dollari. Come tutti i paesi africani produttori di petrolio, il Gabon, membro dell’organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (Opec), è stato duramente colpito dal crollo dei prezzi del greggio. Il Gabon è il quinto produttore di petrolio in Africa e, dopo aver assistito a una forte crescita del prodotto interno lordo nel passato decennio, sta provando ora sulla propria pelle i limiti di un’economia fortemente dipendente dagli idrocarburi. Il settore energetico, infatti, pesa sull’80 per cento delle esportazioni, sul 45 per cento del Pil e sul 60 per cento delle entrate di bilancio. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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