Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, è arrivato ieri sera a Luanda, in Angola, seconda tappa del suo tour africano che lo ha visto in Tunisia e che lo vedrà nei prossimi giorni in Ghana e in Costa d'Avorio. All'aeroporto di Luanda, secondo quanto riporta l'agenzia di stampa "Angop", Gentiloni è stato accolto dal ministro degli Esteri angolano Manuel Augusto e dal governatore di Luanda, Adriano Mendes de Carvalho. In base a quanto previsto dal programma della visita, il capo del governo italiano visiterà questa mattina il Museo nazionale di storia militare militare per poi deporre una corona sulla tomba del primo presidente dell'Angola, Antonio Agostinho Neto. A seguire Gentiloni terrà oggi un incontro con il presidente Joao Lourenco, a seguire vedrà i vertici di Eni nel paese e i rappresentanti della comunità italiana in Angola. Durante la sua permanenza a Luanda, Gentiloni intende rilanciare la cooperazione economica tra i due paesi, principalmente nei settori dell'agricoltura, della difesa, dell'energia, del turismo e della finanza. L'Italia è stato il primo paese dell'Europa occidentale a riconoscere l'indipendenza dell'Angola dal Portogallo, il 18 febbraio del 1976.
Le relazioni diplomatiche tra Angola e Italia ebbero inizio nel 1977 con la firma di un memorandum che istituì la Commissione bilaterale, alla quale è seguita la sottoscrizione di altri accordi. L'Angola è il terzo partner commerciale dell'Italia tra i paesi dell'Africa sub-sahariana, dopo Sudafrica e Nigeria. Nel 2015 i due governi hanno firmato a Roma un protocollo d'intesa per le consultazioni tra le due istituzioni governative durante la visita in Italia dell'ex capo dello Stato José Eduardo dos Santos. Il predecessore di Gentiloni, Matteo Renzi, è stato il primo capo del governo italiano a visitare l'Angola. In ambito di cooperazione energetica, le relazioni fra Italia e Angola sono particolarmente radicate nel settore energetico, dove la massiccia presenza di Eni nel paese ha favorito importanti investimenti. L'Angola, dove Eni è presente dal 1980, è un paese chiave per la strategia di crescita organica della compagnia. L’attività di esplorazione e sviluppo è concentrata nell’offshore convenzionale e profondo per una superficie complessiva sviluppata e non sviluppata di 21.489 chilometri quadrati, di cui 4.442 in quota Eni. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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