Roma si appresta a diventare nuovamente la capitale del Mediterraneo con la terza edizione della Conferenza Med - Mediterranean Dialogues, al via oggi fino a sabato 2 dicembre nella splendida cornice del Parco dei Principi affacciato su Villa Borghese. “Siamo in un momento particolarmente caldo per il Mediterraneo e la parola d’ordine non può che essere il dialogo”, aveva detto mercoledì scorso, 22 novembre, il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Angelino Alfano, durante la conferenza stampa di presentazione del Forum Med. “Abbiamo raccolto l'eredità delle due edizioni precedenti - aveva aggiunto il ministro - e abbiamo pensato di arricchire questa edizione con alcuni elementi importanti”.
Due le principali novità dell'edizione di quest'anno: la prima è un “percorso di avvicinamento” con 20 meeting preliminari realizzati a Roma, Milano e Bruxelles; la seconda è la definizione di due rapporti, uno redatto dall’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi) e l’altro dal ministero degli Affari esteri, per stabilizzare le crisi nel Mediterraneo e costruire “un’agenda positiva” che torni a ridare centralità alla regione in uno scenario internazionale in continuo mutamento. Il documento della Farnesina, intitolato “La strategia italiana nel Mediterraneo, stabilizzare le crisi e costruire un’agenda positiva per la regione, è diviso in sei macro aree (sicurezza, migrazioni, economia, energia, cultura e scienza e cooperazione). Il rapporto curato dall’Ispi, dal titolo “Looking ahead: charting new paths for the Mediterranean”, beneficia della collaborazione di ben 14 think tank internazionali.
Tra i temi chiave della tre giorni di dibattito spiccano i nuovi equilibri dell’area, la strategia di sicurezza comune, la lotta al terrorismo dopo la liberazione di Raqqa (in Siria) e Mosul (in Iraq) dal giogo dello Stato islamico (Is), le nuove strategia per la gestione dei flussi migratori, l’energia e il commercio internazionale. Un focus particolare sarà dedicato ad alcuni paesi chiave della regione come Arabia Saudita, Iran, Qatar, Egitto, Iraq e Libia e alla visione che dell’area hanno grandi potenze come Russia, Stati Uniti Cina e India. Confermata la presenza di 800 leader dell’economia, della cultura e della cultura, 45 tra presidenti, capi di governo e ministri, 56 paesi rappresentanti a livello di membri di governo, alta finanza e capitani d'industria, 80 think tank e istituzioni internazionali.
Tre giornate di incontri con 25 sessioni strutturate attorno a quattro pilastri: prosperità condivisa; sicurezza condivisa; migrazioni; media, cultura e società. L'apertura dei lavori, prevista per questo pomeriggio alle ore 14:00, avverrà alla presenza del presidente Sergio Mattarella, e annover gli interventi del ministro Alfano e del presidente del Libano, Michel Aoun. Interverranno inoltre Giampiero Massolo, presidente dell'Ispi, Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, e Alessandro Profumo, Ceo di Leonardo Company. La chiusura è prevista sabato 2 dicembre alle 13:00 con l'intervento del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni.
Il parterre d'eccezione prevede, tra gli altri, la partecipazione di Federica Mogherini, Alto rappresentante europeo per gli Affari esteri e la politica di sicurezza; Sergej Lavrov, ministro degli Esteri della Federazione russa; Adel al Jubeir, ministro degli Esteri dell’Arabia Saudita; Mohammed Javad Zarif, ministro degli Esteri dell’Iran; Mohamed bin Abdulrahman bin Jassim al Thani, vicepremier e ministro degli Esteri del Qatar; Ibrahim al Jafaari, ministro degli Esteri dell’Iraq; Sameh Shoukry, ministro degli Esteri dell'Egitto; Ghassan Salamé, inviato speciale delle Nazioni Unite per la Libia; Khemaies Jhinaoui, ministro degli Esteri della Tunisia; Abdelkader Messahel, ministro degli Esteri dell’Algeria; Ahmed Aboul Gheit, segretario generale della Lega araba; Thomas Shannon, sottosegretario Usa agli Affari Esteri; Siqing Chen, presidente di Bank of China; Filippo Grandi, Alto commissario Onu per i rifugiati. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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