Jambo Africa

Iniziate esercitazioni militari aeree congiunte tra Sudan e Arabia Saudita

 

 

Sono iniziate in Sudan esercitazioni militari congiunte con l'Arabia Saudita che vedono coinvolte le forze aeree dei due paesi. I caccia dell'aeronautica militare saudita sono giunti nell'aeroporto di Meroe, nel nord del Sudan, per partecipare alle manovre che sono le prime di questo tipo tra i due stati arabi. Le esercitazioni dureranno fino al 9 aprile e comprendono anche la pianificazione e l’esecuzione di simulazioni di raid aerei. Per anni il governo di Khartoum ha mantenuto stretti rapporti con l'Iran, ma dopo la guerra siriana che ha acuito le divisioni settarie, il Sudan si è alleato con Riad. (Fonte Agenzia Nova)

 

 a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

 

E in Sudafrica l'opposizione politica ricorrerà alle autorità giudiziarie per cercare di tentare di bloccare il rimpasto di governo

 

 

Il principale partito di opposizione in Sudafrica, Alleanza democratica (Da), si rivolgerà alle autorità giudiziarie per bloccare il maxi-rimpasto di governo deciso dal presidente Jacob Zuma. “Questo pomeriggio presenteremo il dossier all’Alta corte del Capo occidentale per chiedere di fermare l’insediamento dei nuovi ministri”, si legge in un comunicato rilasciato dal partito. Il paese, ha detto il leader del Da Mmusi Maimane (foto in alto) parlando alla stampa, “è a un punto di non ritorno. Zuma e la sua cerchia di mentitori hanno dimostrato di pensare prima a se stessi che al popolo sudafricano. Il nostro paese merita di più”. Dure critiche al provvedimento del capo dello stato sono arrivate anche dal vicepresidente, Cyril Ramaphosa, che ha definito “totalmente inaccettabile” il licenziamento del ministro delle Finanze Pravin Gordhan. (Fonte Agenzia Nova)

 

 a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

Note africane

 

 

 

Quando parliamo della Repubblica democratica del Congo il pensiero corre immediatamente al presidente Joseph Kabila e alla tentazione che possa non dimettersi  a scadenza del suo mandato presidenziale.

E non saremmo neanche troppo lontani dal vero in tempi in cui la democrazia latita parecchio in Africa, se mai si può dire che vi abbia messo radici in alcun tempo.

E le cause in merito, inutile sottolinearselo, perché ben lo sappiamo, sono da ricercarsi tanto nella colonizzazione del passato prima che nel neocolonialismo dei tempi più recenti.

E inoltre non possono non venire in mente i nomi di regioni come il Katanga, Il Nord Kivu e, in ultimo, il Kasai.

Tutti territori dove   la destabilizzazione è totale da troppo tempo e si uccide senza alcun rispetto per la vita umana (ultimi in ordine di tempo  sono i due esperti Onu, un americano e una svedese, trovati cadavere nel Kasai centrale che è poche ore addietro).

Il Katanga con le sue notevoli ricchezze minerarie cerca assolutamente, e a ragione, la secessione dal potere centrale di Kinshasa, come nella vicina regione del Tanganyika c’è un’ aperta conflittualità tra i miliziani luba e i pigmei.

Nel Kasai, dopo la morte del capo del movimento, Kamwina Nsapu, la situazione in generale è notevolmente peggiorata e sappiamo cosa significa l’aggettivazione “peggiorata”. Ne apprendiamo i “frutti”.

Decine e decine di morti, ogni giorno che arriva, e nelle strade e nelle case.

Per tacere dei ripetuti saccheggi e delle violenze gratuite.

Ugandesi ribelli, e in particolare gli uomini dell’Esercito di resistenza del Signore, è cosa nota che lì hanno spadroneggiato, rapito, ucciso. Proprio come hanno voluto.

Stessa cosa nel Nord Kivu : sempre ugandesi con denominazioni magari differenti (le sigle non si contano) ma con intenti medesimi. E con loro anche ruandesi confinanti, interessati pure essi alle ricchezze del sottosuolo.

Ora che tutto ciò accada nell’indifferenza di Kinshasa potrebbe furbescamente significare (e non è da escludersi) che con il pretesto di un superiore bisogno d’ordine (leggi pure “pugno di ferro”),chi ne ha tutto l’interesse ( ossia certi gruppi di potere ruotanti intorno al "capo") domandino chiaramente a Kabila di restare ben saldo al suo posto anche a mandato scaduto.

Gli interessi in ballo  per questi cosiddetti sodali sono davvero tanti e tutti piuttosto grossi e l'opposizione politica, di contro, negli ultimi tempi è , com'è noto,molto poco compatta al suo interno.

 

                              a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

Note "brasiliane" ovvero non solo Africa

 

In Brasile di questi tempi non si può più essere neutrali.Urge radicalmente farla finita con il silenzio e con l'inerzia, perché altrimenti ci faremmo tutti  complici delle più elementari violazioni dei diritti umani.

Il golpe "bianco",che ha mandato a casa Dilma Rousseff mesi fa, ha aperto il cammino a proposte di legge, a gettito continuato, che tentano giorno dopo giorno (e non è detto che non ci riescano) di smantellare quelle conquiste dello stato sociale ottenute con anni e anni di lotta di organizzazioni popolari, dopo il tragico periodo della dittatura militare, che ingessò il Paese e lo rese afono dinanzi all'opinione pubblica internazionale,che intuiva ma era impossibilitata a fare.

Il peggio è che si svendono uomini e preziose risorse (a cominciare dalla terra e non soltanto) pur di difendere il grande capitale tanto quello locale che straniero.

Parola chiave è : privatizzazione. Una parola che piace molto ai potentati non solo del Brasile.Lo sappiamo e lo sanno sopratutto i poveri.

Ma non solo i poveri poverissimi. Quelli che già hanno perso tutto.E sono tantissimi. Ma tutti coloro che non riescono a farsi bastare il misero salario o il gramo stipendio con cui sostentare se stessi e la propria famiglia.

Per tacere delle repressioni messe in atto dalla polizia nei confronti di chi non ha voce per difendersi.

Quello che gli uomini e le le donne del Brasile ci chiedono, chiedono a noi, che facciamo informazione e formazione, è di non lasciarli da soli. Di non rassegnarci e impotenti starcene  a guardare con le mani basse in segno di resa.

In poche parole fare "comunità" con loro (saper vedere- saper giudicare-saper agire)," incarnarsi" insomma,  proprio come ci invita Papa Francesco, lì dove Egli ravvisa plateali e intollerabili  ingiustizie.

 

                    a cura di Marianna Micheluzzi

Nel pomeriggio a Pretoria(Sudafrica) per il rimpasto annunciato insediamento dei nuovi ministri

 

 

Si insedieranno questo pomeriggio alle ore 16 i ministri e viceministri del nuovo governo sudafricano, risultato del rimpasto annunciato nella tarda serata di ieri dal presidente del Sudafrica Jacob Zuma. Lo ha reso noto l’ufficio della presidenza. Tra le sostituzioni più eclatanti c’è quella del ministro delle Finanze, Pravin Gordhan, il cui portafoglio passerà al ministro dell’Interno, Malusi Gigaba. La notizia di un probabile rimpasto di governo era trapelata ieri tramite un comunicato del Partito comunista sudafricano (Sacp), forza politica alleata dell’Anc, al potere dal 1994. Il presidente del Sudafrica, Jacob Zuma, “ci ha confermato di avere intenzione di sostituire sia il ministro delle Finanze Pravin Gordhan che il suo vice Mcebisi Jonas”, si legge nella nota diffusa ieri. Lunedì scorso le voci su un possibile licenziamento di Gordhan e Jonas hanno iniziato a diffondersi a macchia d’olio, dopo che Zuma ne ha ordinato l’immediato rientro in patria e ha chiesto l’annullamento del roadshow negli Stati Uniti e a Londra nel quale i due erano impegnati con l’obiettivo di attrarre nuovi investimenti esteri. (Fonte Agenzia Nova)

 

        a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

Il presidente sudafricano Jacob Zuma ieri ha licenziato il ministro delle Finanze con tanto di rimpasto di governo

 

 

Il presidente sudafricano Jacob Zuma ha rimosso dal suo incarico il ministro delle Finanze, Pravin Gordhan, nonostante il parere contrario dei suoi alleati e il rischio di una scissione in seno al Congresso nazionale africano (Anc), il partito al potere nel paese. Nella tarda serata di ieri, riferisce il settimanale “Jeune Afrique”, il capo dello stato ha inoltre annunciato la nomina di dieci ministri e viceministri. Gordhan verrà sostituito dal ministro dell'Interno, Malusi Gigaba. La notizia di un probabile rimpasto di governo era trapelata ieri tramite un comunicato del Partito comunista sudafricano (Sacp), forza politica alleata dell’Anc, al potere dal 1994. Il presidente del Sudafrica, Jacob Zuma, “ci ha confermato di avere intenzione di sostituire sia il ministro delle Finanze Pravin Gordhan che il suo vice Mcebisi Jonas”, si legge nella nota diffusa ieri. Lunedì scorso le voci su un possibile licenziamento di Gordhan e Jonas hanno iniziato a diffondersi a macchia d’olio, dopo che Zuma ne ha ordinato l’immediato rientro in patria e ha chiesto l’annullamento del roadshow negli Stati Uniti e a Londra nel quale i due erano impegnati con l’obiettivo di attrarre nuovi investimenti esteri.

Da allora si sono scatenate forti critiche nei confronti del presidente sudafricano, il cui rapporto con Gordhan è sempre stato particolarmente teso. Economisti e investitori hanno inoltre già manifestato la loro preoccupazione per l’uscita di scena del ministro delle Finanze, considerato un fattore chiave per il rilancio dell’economia sudafricana. Non è un caso se, a partire da lunedì scorso, il valore della valuta nazionale, il rand, abbia subito forti oscillazioni. “Il presidente ci ha informato della sua intenzione di effettuare un rimpasto governativo, rimpiazzando sia il ministro che il viceministro delle Finanze”, si legge nel comunicato diffuso oggi dal Partito comunista. “Abbiamo ribadito la nostra opposizione al rimpasto. Tuttavia, dopo l’incontro una serie di indiscrezioni parziali e distorte sono trapelate sulla stampa, creando l’impressione che il Sacp fosse d’accordo con le intenzioni del presidente”, ha puntualizzato il partito. (Fonte Agenzia Nova)

 

 a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

Il ministro delle Finanze egiziano el Garhy ha presentato ieri sera il bilancio approvato dal Consiglio dei ministri al presidente al Sisi

 

 

Il ministro delle Finanze egiziano, Amr el Garhy, si è recato ieri sera, 30 marzo, nel palazzo presidenziale del Cairo per presentare al capo dello Stato, Abdel Fatah al Sisi (foto), il bilancio approvato poco prima del Consiglio dei ministri. Con lui, secondo quanto riferisce il quotidiano “al Masry al Youm”, era presente anche il viceministro Mohammed Mohit, il quale ha spiegato al presidente i dettagli del bilancio approvato dal governo che andrà oggi in discussione parlamento. In base alla Costituzione, la Camera dei rappresentanti egiziana può approvarla o rimandarla indietro al governo. Se il parlamento la approva, il presidente dovrà ratificarla

Il governo egiziano ha approvato il 29 marzo la legge finanziaria per il nuovo anno fiscale 2017-2018, che prende il via il primo luglio, il cui obiettivo è raggiungere un deficit di bilancio del 9,1 per cento. Il governo si aspetta che il deficit del corrente anno fiscale, che si conclude il 30 giugno, oscilli tra il 10,5 e il 10,7 per cento, rispetto al 12,2 per cento dell'esercizio precedente. La finanziaria approvata dal governo prevede una crescita del 4,6 per cento nell'anno fiscale 2017-2018 ed entrate pari a 45,57 miliardi di dollari, in aumento del 27 per cento rispetto all'esercizio precedente. Le spese, invece, dovrebbero ammontare nello stesso periodo a 60 miliardi di dollari, in aumento del 19,5 per cento rispetto all'anno precedente. Gli investimenti pubblici dovrebbero essere pari a circa 7 miliardi di dollari (+38 per cento rispetto all'anno fiscale 2016-2017), mentre le spese per i sussidi, inclusi quelli alimentari e dei programmi sociali Takaful e Karama, dovrebbero ammontare a 18 miliardi di dollari (+19 per cento rispetto al 2016-2017).

"Attraverso il nuovo bilancio - si legge in un comunicato del Consiglio dei ministri egiziano - il governo mira al consolidamento fiscale attraverso l'aumento delle entrate e una migliore allocazione della spesa pubblica". Nel comunicato si aggiunge che il bilancio mira anche a far aumentare il tasso di occupazione e la crescita, in particolare nei settori industriale e dell'agricoltura. Il ministro Garhy ha detto il 29 marzo che il piano finanziario del governo per il prossimo anno includerà il ritorno dell'Egitto sui mercati internazionali entro la fine del 2017 o all'inizio del 2018. La finanziaria è basata su un prezzo medio del barile di petrolio di 55 dollari e un tasso di cambio di 16 sterline per un dollaro. (Fonte Agenzia Nova)

 

 a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

 

Sono stati liberati da ieri in Sud Sudan tre operai della compagnia petrolifera DAR Petroleum sequestrati

 

 

Tre dipendenti della compagnia petrolifera DAR Petroleum, due indiani ed un pachistano, sequestrati settimane fa da un gruppo di militanti in Sud Sudan sono stati liberati ieri e sono giunti in serata nella capitale del Sudan, Khartoum. Lo hanno reso noto oggi i governi di India e Pakistan.
   

La loro liberazione, si è appreso, è stata resa possibile dall'intervento dell'Etiopia e del Sudan, i cui emissari hanno preso contatto con i ribelli, ottenendo il rilascio degli indiani Midhun Ganesh e Edward Ambrose, e del pachistano Ayaz Hussein Jamali.
   

Al momento non è noto se per la loro liberazione sia stato pagato un riscatto. (Fonte ANSA)

 

 a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

Sono di certo in forte aumento in Somalia i casi di malnutrizione grave come di alcune malattie correlate

 

 

Aumentano in Somalia i bambini affetti da malnutrizione acuta grave e colera o diarrea acquosa acuta, ammonisce l'Unicef mobilitata per scongiurare una catastrofe come quella della carestia che ha colpito il Paese africano nel 2011.
   

Lo spettro di una carestia minaccia nuovamente la Somalia e "i bambini stanno morendo per malnutrizione, fame, sete e malattie. Durante la carestia del 2011, circa 130.000 bambini sono morti, di cui circa la metà dei prima che la carestia fu dichiarata. Stiamo oggi lavorando con i nostri partner per fare in modo che non accada di nuovo", ha detto Leila Pakkala, direttore regionale dell'Unicef per l'Africa orientale e meridionale in un comunicato. (Fonte ANSA)

 

 a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

Creazione/James Weldon Johnson

 

(Creazione dell'uomo : Marc Chagall )

 

Dio si avanzò sullo spazio

si guardò intorno e disse:

« lo sono solo: mi farò un mondo ».

E fin dove l'occhio di Dio poteva giungere

la tenebra copriva ogni cosa...

Allora Dio sorrise,

e la luce irruppe,

e la tenebra s'ammucchiò da una parte,

e la luce risplendè dall'altra,

e Dio disse: « Questo è buono! ».

Poi Dio si sporse e prese la luce nelle sue mani,

la rotolò finché fece il sole,

e pose quel sole a fiammeggiare nei cieli.

E la luce, che rimase dopo fatto il sole,

la raccolse in una palla lucente,

smaltando la notte con una luna e le stelle.

Poi giù nel mezzo,

tra la tenebra e la luce,

Egli lanciò il mondo

e disse: « Questo è buono! ».

Allora Dio stesso scese giù,

e il sole era alla sua destra,

e la luna alla sua sinistra,

e le stelle gli stavano a grappoli intorno alla

e la terra sotto ai suoi piedi...

E Dio camminò, e dove posò il piede

Ie sue orme incavarono le valli

e fecero gonfiare le montagne...

...Battè le mani, e i tuoni rotolarono,

e le acque al di sopra della terra caddero giu.

Allora la verde erba spuntò,

e i piccoli fiori rossi sbocciarono,

l'abete puntò al cielo il suo dito

e la quercia allargò le sue braccia,

e i laghi s'annidarono negli incavi del

e i fiumi corsero al mare,

e di nuovo Dio sorrise,

e l'arcobaleno apparve

e si curvò intorno alla sua spalla.

Allora Dio levò il braccio e accennò con la destra,

e prima che lasciasse ricadere la sua mano,

pesci e animali acquatici,

bestie e uccelli dell'aria

nuotarono pei fiumi e pei mari,

vagarono per boschi e foreste,

fendettero l'aria con le loro ali,

e Dio disse: « Questo è buono! ».

Poi Dio guardò attorno

tutto quel che aveva fatto;

guardò il suo mondo

con tutte le sue cose viventi,

e disse: « Sono ancora solo ».

E pensò: « Mi farò un uomo ».

Su dal letto del fiume

Dio raccolse l'argilla,

e presso la sponda del fiume

si mise in ginocchio:

ivi il gran Dio onnipotente,

che accese il sole e lo fissò in cielo,

che scagliò le stelle fino al più remoto angolo della notte,

che formò a palla la terra sul palmo della sua mano,

questo gran Dio,

come una mammina curva sul suo bambino,

s'inginocchiò nella polvere,

lavorando sopra una massa d'argilla,

finché la forma a sua propria immagine,

poi in essa soffiò l'anima di vita;

e l'uomo divenne un'anima vivente.

Amen. Amen.

 

                                James Weldon Johnson

 

                                                   a cura di Marianna Micheluzzi