Papa Francesco ha commentato una per una tutte le quattro testimonianze a partire da quella dell’indiana Pranita, con il suo riferimento alla “creazione” come “manifestazione dell’immenso amore di Dio verso di noi”.
Condividendo la “costernazione” della sua interlocutrice “per gli abusi che danneggiano il pianeta” e che “producono gravi conseguenze anche sul clima”, il Papa ha ricordato che “tutti siamo responsabili della salvaguardia del creato, in modo particolare noi cristiani”, tenuti come siamo a comportamenti “coerenti con la nostra fede” e a “coltivare un’armonia con noi stessi e con gli altri, ma anche con Dio e con l’opera delle sue mani”.
Da parte sua, monsignor Héctor Fabio ha raccontato al Santo Padre il “lavoro congiunto che cattolici e luterani svolgono in Colombia”. Compiacendosi del fatto che “i cristiani si uniscono per dar vita a processi comunitari e sociali di comune interesse”, Bergoglio ha chiesto “una speciale preghiera per quella terra meravigliosa affinché, con la collaborazione di tutti, si possa giungere finalmente alla pace, tanto desiderata e necessaria per una degna convivenza umana”.
I temi dell’infanzia violata e dell’impegno per la pace, sono stati sollevati dall’africana Marguerite Baranktisé.
“Quello che tu consideri come una missione – le ha detto il Pontefice – è stato un seme che ha prodotto frutti abbondanti, e oggi, grazie a questo seme, migliaia di bambini possono studiare, crescere e recuperare la salute”.
La giovane burundese ha confidato a Francesco di essersi sentita definire una “pazzia” il suo impegno per la pace, oggi portato avanti dall’esilio. “Certo, è la pazzia dell’amore a Dio e al prossimo. Magari questa pazzia potesse propagarsi, illuminata dalla fede e dalla fiducia nella Provvidenza!”, ha commentato il Papa incoraggiando Marguerite a proseguire nel suo cammino.
È ancora dall’Africa che proviene la testimonianza di Rose, la quale, attraverso lo sport, “invece di sprecare le sue forze in situazioni avverse, le ha impiegate in una vita feconda”. Ci sono tanti giovani al mondo “che hanno bisogno di testimonianze come la tua”, ha sottolineato il Pontefice, ricordando che “tutti possono scoprire la meravigliosa condizione di essere figli di Dio e il privilegio di essere benvoluti e amati da Lui”.
Il Santo Padre ha quindi ringraziato Rose per i suoi “sforzi” e i suoi “sacrifici” nell’“incoraggiare altre ragazze a tornare a scuola” e per le sue preghiere quotidiane “per la pace nel giovane Stato del Sudan del Sud, che ne ha tanto bisogno”.
Un ringraziamento è andato dal Papa ai “governi che assistono i rifugiati, i profughi e coloro che chiedono asilo, perché ogni azione in favore di queste persone che hanno necessità di protezione rappresenta un grande gesto di solidarietà e di riconoscimento della loro dignità”, poiché “per noi cristiani è una priorità andare incontro agli scartati e agli emarginati del nostro mondo e rendere tangibile la tenerezza e l’amore misericordioso di Dio, che non scarta nessuno, ma accoglie tutti”. (Fonte Agenzia Zenit)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
Papa Francesco s'intrattiene con l'arcivescovo,la primate della Chiesa di Svezia, Antje Jackelén, a Lund.
Papa Francesco con Munib A Younan, il presidente della Federazione Luterana mondiale, sempre nella cattedrale di Lund, prima di raggiungere Malmo.
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