Sull’immigrazione bisogna comprendere che il gruppo di Visegrad (Ungheria, Polonia, Slovacchia, Repubblica Ceca - V4) ha al suo interno visioni molto differenti da quella del premier ungherese Viktor Orban e “io sono esattamente uno di quelli”.
E' quanto affermato dal presidente della Slovacchia Andrej Kiska in un punto stampa presso il Senato a Roma, dove si trova in visita, rispondendo ad una domanda sul prossimo referendum di domenica 2 ottobre in Ungheria sulle quote obbligatorie dei migranti tra i paesi Ue e su un possibile fronte comune sul tema dell’immigrazione da parte dei paesi del gruppo V4.
"Il nostro governo è assolutamente pro-Unione europea e pro-Nato", per cui non bisogna mai ritenere che le opinioni di uno o due leader siano le opinioni di tutto il gruppo Visegrad, ha rimarcato Kiska distanziandosi da quello che potrebbero essere le posizioni di Polonia e Ungheria.
"E’ un dovere morale per tutte le persone e i paesi di successo comprendere che bisogna aiutare quanti sono nel bisogno e che fuggono dai pericoli”, ha detto Kiska, aggiungendo che sul tema dell’immigrazione “sta lavorando per arrivare ad una vera empatia e solidarietà”.
“Solidarietà anche per i paesi che si trovano direttamente esposti ai fenomeni migratori” come l’Italia, ha aggiunto il presidente slovacco, che ha poi fatto un esempio del confine tra Slovacchia e Ucraina dicendo che “se ci dovesse essere una crisi in Ucraina, fino a 400 mila ucraini si riverserebbero verso la Slovacchia e noi chiederemmo aiuto perché non saremmo in grado di gestire da soli questa emergenza”.
“Per questo noi dobbiamo avere gli stessi sentimenti verso Italia, Grecia e Bulgaria”, ha precisato Kiska secondo cui bisogna pensare ad una soluzione europea alla crisi migratoria e “le quote sono una soluzione non efficace”. (Fonte Agenzia Nova)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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