L'HO CONOSCIUTA ...
CHI ?
MADRE TERESA.
Ora Beata, e Santa domenica 4 settembre. Ma per me e’ sempre e semplicemente Madre Teresa, perche’ mi pare sia maggiormente evidenziata la sua umanita’. Tanto umana…da essere santa! Madre Teresa… come da quando comincio’ ad essere notizia in tutto il mondo, emblema di amore e tenerezza, di compassione e misericordia. Benvoluta dai poveri, onorata dai grandi, amata da tutti, insignita del premio Nobel per la pace nel 1979, ospite d’onore all’ONU. Piccola ed esile, umile e grande, veritiera e coraggiosa nel proclamare i valori fondamentali, come quelli della vita e della famiglia. Per lei tutte le porte erano aperte, perche’ il suo cuore era aperto a tutti, specialmente ai piu’ miserabili dei miserabili. I suoi prediletti!
La sua fama si tradusse per me in due incontri significativi. Il primo, a Roma durante il nostro Capitolo Generale del 1987. Con la mediazione di una persona a lei molto vicina fu possibile ottenere che visitasse i missionari capitolari. Era domenica. La gioia della memoria della Risurrezione fu accresciuta dalla sua presenza e parola. Parole semplici, dalla sapienza del cuore, accolte in silenziosa attenzione. Direi, accolte con venerazione. Sembrava un sogno avere Madre Teresa tra noi!
Il secondo incontro fu totalmente personale. Nel settembre dello stesso anno ricevo una telefonata: Madre Teresa vuole vedermi. L’immaginazione si accende. Non riesco a immaginare un solo motivo per cui desideri incontrarmi. Non senza trepidazione vado a San Gregorio al Cellio dove e’ ospitata. Eccola, entra in parlatorio snocciolando il suo Rosario come al solito. E’ giorno di ritiro, mi dice, ma ha voluto rempere il silenzio per chiedere un favore. La richiesta: un sacerdote per la comunita’ delle sue suore in Yemen - dove il 4 marzo scorso ne furono massacrate quattro - perche’ possano celebrare l’Eucaristia quotidianamente. Solo quella, perche’ nel paese totalmente musulmano ogni attivita’ religiosa e’ proibita e punita. Avere un sacerdote per la Messa era la condizione che Madre Teresa poneva a quelli che chiedevano la presenza caritativa delle sue suore.
Qualcuno ha mai osato rifiutare qualcosa a Madre Teresa? Dialogo con reticenza e non prometto. Mi nascondo dietro la promessa di discutere la sua richiesta con il Consiglio Generale che e’ in sessione. Per cui la risposta sara’ celere.
Sapendo che e’ gelosa del suo silenzio nel giorno di ritiro cerco di terminare l’incontro. Ma ripetutamente fa cenno a continuare e mi intrattiene con domande. E allora anch’io domande a lei. Il tempo passa troppo in fretta. Mi alzo. Subito si inginocchia e chiede la benedizione. Io benedire Madre Teresa? Mi sento come Pietro dvanti a Gesu’ che vuol lavargli i piedi. Sono confuso. Le pongo una condizione: che anche lei benedica me. Sorride. E’ come acconsentire. Si alza lei e mi inginocchio io. Le sue mani toccano il mio capo e prega. Quanto vorrei avvenisse una trasfusione del suo spirito! Ma bisogna essere umili e vuoti per ricevere. Sia come sia, questo incontro e benedizione sono eventi significativi della mia vita.
E la sua richiesta? Ci volle tutto il coraggio possibile per disattenderla e con sofferenza deludere Madre Teresa. Quale missionario avrebbe accettato di vivere solo una presenza, senza il minimo di attivita’ pastorale? Meglio ricorrere a monaci contemplativi.
Nella sua caratteristica misericordia mi avra’ perdonato. E senza neppure chiederglielo sono certo che continua a benedirmi. Ne ho bisogno. E chiunque tu sia, benedicimi. Ne ho bisogno.
p. Giuseppe Inverardi (IMC)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
Opera grafica a corredo del testo di Art Gjergj Kola, artista albanese.
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