Jambo Africa

Inquietudini nell'area di sud-est della Nigeria minacciano la pace e la polizia fa poco o nulla

 

 

Responsabili di attacchi nelle zone del sud-est della Nigeria come lo Stato di Enugu o lo Stato di Edo, sono o possono essere tanto le scorrerie dei pastori fulani ai danni degli agricoltori  sedentari dell'area quanto gli uomini di Boko Haram, i quali pare stiano decisamente  perdendo terreno a nord del Paese.

Quello che però lascia da pensare parecchio in queste drammatiche circostanze (perdita delle proprie piccole povere cose quando non della vita stessa), in quanto tutto è stato accertato da testimonianze attendibili, è che le forze di polizia,piuttosto che garantire una certa sicurezza, effettuano delle ritirate strategiche addirittura pochi minuti prima degli accadimenti. Come se sapessero.

E, peggio ancora, fanno poco o niente in seguito per perseguire i responsabili colpevoli dei danni arrecati.

Poiché sono situazioni ,che si stanno ormai ripetendo con troppa frequenza, pare quasi che dietro ci sia una regia occulta che intenda minare la pace in un contesto, fatto di cristiani,  di musulmani e di pochi animisti, dove è comunque da sempre, già di per sé, molto difficile costruire un clima di convivenza armonica. 

Eppure gli interrogativi (chi? perché?) al momento rimangono inevasi.Senza risposta alcuna.Restano soltanto i danni a persone e a cose. E quelli, purtroppo, sono visibili.

 

                     Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

In Nigeria la polizia arresta da ieri tutti i membri dell'IPOB in possesso di armi

 

 

Il capo della polizia nigeriana, Salomon Arase, ha ordinato l’arresto di tutti i membri dell’IPOB (Indigenous People of  Biafra), trovati in possesso di armi.

Infatti gli attivisti dell’IPOB sono accusati  da tempo di organizzare attacchi premeditati contro le forze di polizia.

Ieri, ad Asaba,  una cittadina situata nell’est della Nigeria, sono morte sette persone. Esattamente  cinque civili e due poliziotti.

Esse sono state uccise  nel corso di una manifestazione i cui partecipanti avevano l’intento di battersi per l’indipendenza del Biafra dal resto del Paese.

 

                            Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

Molto presto processo e condanna a l'Aja per Dominic Ongwen dell'LRA

 

 

Dominic Ongwen (foto degli anni scorsi), uno dei capi dell’LRA, finalmente comparirà a L’Aja, in Olanda, presso la Corte penale internazionale, per essere giudicato e condannato.

L’uomo, sarebbe meglio dire lo spietato assassino, è accusato di crimini di guerra e contro l’umanità, perpetrati impunemente in Uganda negli anni che vanno dal 2002 al 2005.

In quegli anni, infatti, le agenzie stampa provenienti dall’Africa riferivano molto spesso il suo nome, e quello dei suoi accoliti, legato a efferatezze inimmaginabili.

E’ accusato, lui e i suoi sgherri (termine molto più appropriato), di avere strappato alle famiglie e ridotto in schiavitù sessuale delle giovanissime adolescenti, delle quasi bambine, e dei ragazzi , dei quali ha fatto poi dei crudeli soldati bambini.

Consapevole probabilmente di una sorte peggiore, si era consegnato spontaneamente, anni fa, al contingente delle forze speciali americane, presenti in Centrafrica ed è stato trasferito all’Aja nel gennaio 2015.

Lo scorso marzo i giudici hanno confermato nei suoi confronti ben 70 capi d’accusa. Se i numeri hanno ancora un significato, di lui si dice che ha ucciso oltre 100 mila persone nel corso delle sue razzie e rapito almeno 60 mila tra bambini e bambine nei differenti villaggi ugandesi.

Dell’LRA (Armata della Resistenza del Signore, una pseudo setta religiosa combattente) Ongwen è l’unico arrestato e presente in detenzione provvisoria all’Aja.

Joseph Kony (foto in basso), il suo capo, un folle, denominato il"diavolo in persona", un autentico losco figuro, macchiatosi di crimini inenarrabili e anche più numerosi, colpito da mandato d’arresto internazionale, dopo dieci anni è ancora introvabile.

 

                           

                                     Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

Libia/ Successo dei caccia libici di Misurata ieri nell'area di al Ashrin

 

 

Caccia libici decollati ieri dall’aeroporto di Misurata, che fanno capo all’operazione Costruzione sicura, hanno bombardato e distrutto un camion bomba nella zona di al Ashrin, che si trova 20 chilometri ad ovest di Misurata.

Il camion doveva saltare in aria all’arrivo delle milizie di Misurata per fermarne l’avanzata su Sirte, roccaforte dello Stato islamico.

Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa libica “al Tadhamoun”, il raid oltre ad uccidere le persone a bordo del camion ha preso di mira anche altre due auto dei terroristi che percorrevano la via principale della zona.

Intanto le milizie di Misurata hanno messo in sicurezza la via che da sud porta a Sirte tramite la brigata 166 a Wadi al Lud liberandola dalle mine piazzate dai jihadisti. (Fonte Agenzia Nova)

 

                    a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

Corsa agli armamenti in Algeria piuttosto che pane per tutti/Timori reali

 

 

Le forze armate algerine hanno ricevuto due elicotteri da combattimento russi Mi-28NE (Night Hunter). Lo ha annunciato oggi l'emittente televisiva locale "Ennahar Tv". I primi due elicotteri su un totale di 42 sono giunti oggi presso una base algerina situata nel sud del paese. L'elicottero Mi-28 NE (Night Hunter), è considerato dagli esperti di armi come uno dei migliori al mondo, in grado di svolgere missioni di giorno e di notte e nelle condizioni atmosferiche più estreme. In particolare la versione Mi-28NE è dotato di un doppio sistema di controllo, che permette di pilotare l'elicottero sia dalla cabina di guida del pilota che da quella dell’operatore che può agire come istruttore.

Nel mese di marzo, il capo di stato maggiore dell’esercito algerino e viceministro della Difesa, Ahmed Gaid Salah, ha garantito che “la modernizzazione delle forze armate algerine rappresenta una preoccupazione costante per il governo”. Il viceministro aveva parlato nel corso della cerimonia di inaugurazione e supervisione della corvetta el Fateh 921. "La modernizzazione delle forze armate algerine costituisce la nostra preoccupazione principale, in linea con il piano di sviluppo delle forze navali elaborato dal governo”, ha detto il capo di stato maggiore. “La corvetta che inauguriamo oggi rafforzerà le forze navali e contribuirà a ottimizzare il potenziale a disposizione della Difesa nazionale”, ha aggiunto."

Dall'immobilismo di uno Stato ingessato da troppo tempo, oggi si corre di necessità e in tutta fretta ai ripari.Il pericolo jihadista è troppo vicino (Fonte Agenzia Nova)

 

                        a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

ndr.)..la  foto tratta dal web è di Sergei Ablogin

Algeria/E' contesto a rischio non meno della vicina Libia

 

 

Nonostante i provvedimenti adottati dal ministero del Commercio di Algeri per bloccare i prezzi dei generi alimentari ed evitare la speculazione da parte dei commercianti, si registra in Algeria un’impennata dei prezzi dei prodotti al consumo in vista del mese di Ramadan, mese di digiuno per l’Islam che inizia il 6 giugno. In particolare il carovita ha colpito i prodotti importati dall’estero.

Il rialzo dei prezzi è stato rilevato in particolare nelle ultime 48 ore ed ha colpito alcuni prodotti con il pollo e la carne rossa, maggiormente consumati nelle cene di Ramadan. Dal ministero del Commercio fanno sapere, tramite il quotidiano algerino “Echourouk”, che è “difficile fermare i prezzi dei prodotti di largo consumo avendo il governo da anni assunto la politica del libero mercato che si basa sulla legge della domanda e dell’offerta”. (Fonte Agenzia Nova)

 

                        a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

Ghana/Eterno problema in Africa del diritto all'acqua/Progetto per l'area di Nzema

 

 

Il Ghana è un Paese in crescita, ma oggi la sfida rappresentata da un Paese democratico classificato “a medio sviluppo” è quello di combattere i gravi squilibri interni che continuano a persistere, soprattutto nell’accesso ai beni comuni e servizi di base (educazione, salute, igiene, acqua potabile) da parte di comunità rurali e in particolare della popolazione dell’area Nzema (Sud-Est del Paese) afflitta da urbanizzazione incontrollata, scarse infrastrutture e servizi, scarsa accessibilità ai beni comuni. 

 

L’obiettivo principale del progetto è quello di migliorare le condizioni di vita della popolazione Nzema, con cui COSPE lavora da 13 anni ed aumentare la capacità delle organizzazioni e della società civile di partecipare al processo di decisione pubblica, nonché domandare una efficace fornitura dei servizi pubblici, con particolare attenzione alle risorse idriche. Su piccola scala, il progetto svolge attività di sviluppo locale e di sistemi di monitoraggio sul livello di igiene dell’acqua ed una sua pianificazione e gestione partecipata e al contempo verranno organizzati forum sul diritto di accesso all’acqua in collaborazione con piattaforme e organizzazioni locali.(Fonte Cospe)

 

                       a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

 

Uganda/Park Geun-hye presidente della Corea del Sud in visita da Museveni

 

 

Molto interessante sotto il profilo dei possibili risvolti di politica internazionale è stata la visita di ieri, domenica, in Uganda , della presidentessa della Corea del Sud, Park Geun-hye (foto in alto), ricevuta cordialmente dal presidente  Yoweri Museveni (foto in basso).

Visita che significa, in particolare, contratti nuovi con il Paese asiatico per l’Uganda e, allo stesso tempo, uno stacco quasi deciso di Museveni da Pyongyang, decisione fortemente auspicata dagli Stati Uniti, i quali sarebbero disposti persino a bloccare gli aiuti se questo non avvenisse e anche, possibilmente, in tempi brevi.

Circa l’attuale stato dei rapporti politico-affaristici con i nordcoreani c’è tuttavia qualche contraddizione in quanto parrebbe che il cordone ombelicale che lega i due Paesi non sia attualmente reciso del tutto.

Ma e proprio la visita di Park Geun –hye che, appunto, induce all’ottimismo e porta a pensare a un eventuale cambiamento nelle alleanze.

Resta, però, il neo delle modalità del come Museveni è stato rieletto alla presidenza dell’Uganda dopo ben trentanni di autentico regime forte. E, ancora, la presenza, per festeggiare ufficialmente la carica presidenziale, del presidente del Sudan, Omar el-Beshir, ricercato da tempo dalla Corte penale internazionale de L’Aja e, nella circostanza, suo invitato d’onore.

 

                               Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

 

           

Nigeria/Cristiani costretti alla fuga nel nord del Paese/I numeri nella relazione del vescovo di Kafanchan

 

 

Nel nord della Nigeria, tra il 2006 e il 2014, circa 11.500 cristiani sono stati uccisi, altri 1,3 milioni sono stati costretti allo sfollamento e 13.000 chiese sono state distrutte o abbandonate.

Lo ha affermato Sua Ecc. Mons. Joseph Bagobiri, Vescovo di Kafanchan, nella sua relazione intitolata “L’impatto della violenza persistente sulla Chiesa nel nord della Nigeria”, illustrata in una conferenza tenuta presso il quartier generale delle Nazioni Unite a New York.

Le comunità più colpite dalla violenze della setta islamista Boko Haram sono quelle degli Stati settentrionali di Adamawa, Borno, Kano e Yobe. Le comunità cristiane costretta alla fuga si sono ricollocate negli Stati a maggioranza cristiana della cosiddetta “cintura di mezzo” (Middle Belt): Plateau, Nassarawa, Benue, Taraba e la parte meridionale di Kaduna.

Negli ultimi mesi però queste stesse aree sono colpite dalle violenze dei pastori Fulani. “ Le comunità cristiane negli Stati a maggioranza cristiana della Middle Belt sono quelle più colpite dagli attacchi e dalle invasioni dei pastori musulmani Fulani. Questa è una palese invasione straniera di terre ancestrali dei cristiani e di altri comunità minoritarie” ha affermato Mons. Bagobiri.

“In queste aree, i pastori Fulani terrorizzano incessantemente diverse comunità, cancellandone alcune, e in posti come Agatu nello Stato di Benue e Gwantu e Manchok in quello di Kaduna, questi attacchi hanno assunto il carattere del genocidio, con 150-300 persone uccise in una notte” ha sottolineato.

Mons. Bagobiri ha rivolto un appello alla comunità internazionale perché eserciti pressioni sulle autorità nigeriane perché garantiscano la libertà di culto ai cristiani e alle altre minoranze nel nord della Nigeria, e facciano fronte all’emergenza umanitaria delle popolazioni sfollate. (Fonte Agenzia Fides)

 

                            a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

Egitto/Nuovo ergastolo dalla Corte d'Assise d'Ismailia per Mohamed Badie

 

 

Nuova condanna all'ergastolo per la Guida suprema dei Fratelli musulmani, Mohamed Badie: stavolta gli è stata inflitta dalla Corte d'Assise di Ismailia (nord-est dell'Egitto) assieme ad altri 35 militanti della Fratellanza per punire sanguinosi incidenti avvenuti nel 2013.

Lo riferiscono fonti giudiziarie ricordando che Badie (foto in alto), sotto accusa in 46 procedimenti, è già stato condannato all'ergastolo in altri quattro processi e a morte in ulteriori due, ma ha fatto appello contro questi verdetti di primo grado.
   

Il processo di Ismailia ha 104 imputati e viene celebrato per gli scontri tra manifestanti e forze dell'ordine avvenuti nella città sul canale di Suez il 5 luglio di tre anni fa, che causarono tre morti e decine di feriti.

Le violenze avvennero durante la reazione alla deposizione di Mohamed Morsi, il presidente espressione della Fratellanza estromessa dal potere dai militari due giorni prima sull'onda di manifestazioni di massa. (Fonte ANSA)

 

                   a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)