Il mondo continua a soffrire per le guerre.Bisogna per questo anche oggi saper “resistere”. Dare vita a una Resistenza non violenta
“Gli immigrati, i rifugiati politici, paragonabili ai migranti italiani del passato, scappano oggi dalle aree periferiche povere o martoriate dalla guerra con il desiderio di intraprendere un cammino di emancipazione sociale, e si aspettano da noi Solidarietà. Purtroppo tanti, troppi trovano la morte.
Il nostro Mediterraneo custodisce molti, troppi morti senza nome.
I valori della Resistenza ai nostri giorni sono continuamente minacciati. Ei principali nemici sono indifferenza, rassegnazione, sottovalutazione.
C’è allora, motivo e diritto di ribellione e quindi di resistenza?
Sì. Soprattutto i giovani, nel nostro tempo, devono essere capaci d’intervenire con coraggio a ricomporre, in maniera non violenta, una società, che abbia di nuovo dignità e rispetto per se stessa, con recupero urgente di verità, di giustizia, di legalità.
E dare in questo modo vita a un patrimonio morale, a una coscienza civile matura, basata sull’unità e non sulle divisioni, sulla solidarietà, sull’uguaglianza, sul senso di cittadinanza, sulla pace, la fratellanza e sulla giustizia sociale.
Aldo Benevelli
ndr.) Don Aldo Benevelli (foto in basso), nella città di Cuneo, ha promosso la nascita del circolo culturale “Ignazio Vian”, nell’ambito dell’omonima associazione partigiana, per far conoscere e riconoscere i valori della Costituzione attraverso diverse attività, tra le quali il ciclo d’incontri “Resistenze di oggi. Informare per resistere” e il progetto di educazione alla memoria e alla legalità.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
Commenti