Israele è stato uno tra i primi governi a riconoscere il nuovo Stato del Sud Sudan quando divenne indipendente il 9 luglio 2011.
L'uomo d'affari israeliano Meier Greiver, infatti, è stato da subito laggiù il fondatore della "Sud Sudan development company ltd, una società dedita a creare opportunità commerciali per gli israeliani sul territorio sud sudanese.
Oggi, la "Global", ad esempio, è un' azienda israeliana che sta investendo moltissimo nella produzione del cibo nello Stato sud sudanese di Imatong, dove il governatore del luogo è interessato a una coltivazione di massa.
E quello delle risorse alimentari è un problema importante e non solo per Israele (ricerca di terreni adatti ad impiantare coltivazioni) in relazione sopratutto all'aumento demografico, in prospettiva, degli anni futuri del nostro pianeta.
Ma gli investimenti degli israeliani non riguardano solo il settore alimentare bensì anche quello delle telecomunicazioni, delle energie rinnovabili e delle infrastrutture.
C' è da dire comunque che, nel caso d'Israele, per i difficili rapporti che attualmente esso ha con la comunità internazionale a causa della perenne conflittualità israelo-palestinese, dietro l'interesse commerciale ci sono anche chiari obiettivi geopolitici allo scopo mirato di arginare la minaccia jihadista.
Oltre che al Sud Sudan, Israele è interessata anche al Rwanda, Kenya, Etiopia e Uganda, dove a luglio prossimo si recherà in visita il premier Netanyahu.
E le motivazioni sono sempre le medesime. Fare validi investimenti e quindi buoni affari.
E ancora ci sono l'Angola, il Sudafrica, la Namibia, il Togo e il Ghana. Qui gli investimenti d'importanti uomini d'affari israeliani, e non da oggi ma già da anni ((Leviev- Raphy Edery), hanno variato e variano dal comparto riguardante i diamanti al settore edile, dall'energia ai fosfati marini.
Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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