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Il cielo
grigio
di novembre
ha occupato
ormai
la scena.
Il vento
è tramontana.
Il susino
e
l’albicocco
hanno iniziato
a perdere
le foglie.
Monto in sella
alla mia nuvola
e
galoppo
a briglie sciolte.
Avverto
il salino
pungente
dell’oceano
alle narici
e
sulla pelle.
Onde possenti
mi avviluppano
e io non temo.
Ecco la “casa”.
Casa mia.
L’ibiscus rosso
pare sorridermi.
Ci sono.
Ed è subito... estate.
Marianna Micheluzzi
"Danseuse" di Marc Chagall (in alto) a corredo del testo.
Ieri, domenica, il presidente del Gabon, Alì Bongo, recatosi nella provincia simbolo dell'Ogoué-Maritime, a qualche chilometro dalla città natale del suo principale avversario politico, Jean Ping, ha annunciato la sua candidatura alle presidenziali di settembre.
Alì Bongo ha scelto di parlare alla folla simbolicamente dall'alto di un ponte in un cantiere in costruzione come per dire che i suoi programmi di governo futuro non temono affatto ostacoli.
Infatti egli si candida per la seconda volta ed è intenzionato, a ogni costo, a succedere a se stesso.
Tra l'altro Alì Bongo faceva parte della delegazione, inviata giorni fa dall'Unione Africana assieme ad altri quattro capi di Stato e di governo (Sudafrica, Senegal, Mauritania e primo ministro etiopico), per indurre il presidente del Burundi, Pierre Nkurunziza, a mediare con l'opposizione politica interna, la quale contesta la sua terza rielezione, che ritiene anti costituzionale.
Adesso è abbastanza chiaro anche il perché Bongo avesse ridotto la sua presenza a Bujumbura a una sola giornata di lavori.
Il potere logora chi non ce l'ha. Proprio come ha detto qualcuno tempo addietro.
Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
Nell'ambito della lotta alla corruzione, fortemente voluta dal nuovo presidente nigeriano Buhari(foto in alto), eletto appeno lo scorso anno, grazie a un'audizione del ministro delle finanze, sono stati soppressi ben 23mila salari fittizi,erogati a impiegati fantasma nell'amministrazione statale.
Ottimo risparmio si è rivelata nell'immediato la denuncia cui ha fatto seguito l'iniziativa dei licenziamenti.
Lo Stato in questo modo arriva attualmente a risparmiare 11, 5 milioni di dollari USA, che equivalgono a circa 500 dollari per lavoratore.
E non è poca cosa, considerando la crisi economica,che ha investito anche la Nigeria a causa del ribasso forte accusato dal prezzo del petrolio, che rappresenta la principale voce nel bilancio economico del Paese africano, primo esportatore,dopo la crisi politica del dopo Gheddafi che ha bloccato quasi del tutto le esportazioni libiche.
MariannaMicheluzzi (Ukundimana)
La polizia del Kenya da oggi è in notevole allerta in quanto sono trapelate notizie di possibili attentati negli aeroporti di Nairobi e di Mombasa ad opera di kamikaze somali,legati ai fondamentalisti islamici di Al Shabaab.
Le date probabili e allarmanti parlano di fine febbraio, quindi oggi, oppure dei primi giorni di marzo.
I controlli quindi sono scrupolosi e mirati in entrambi gli aeroporti giacché si ritiene che la minaccia possa essere abbastanza credibile, perché segue di appena poche settimane un attentato analogo (foto in alto) accaduto a un aereo in partenza da Mogadiscio con destinazione Gibuti, costretto da uno squarcio nella fusoliera a rientrare immediatamente alla base in Somalia.
Nella circostanza lo squarcio produsse un morto, quasi certamente l'attentatore, e alcuni feriti.
Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
Un doppio attentato in Somalia ha causato ieri, domenica, la morte di 13 persone e il ferimento di almeno altre 20. Ma il numero, purtroppo, è destinato a salire.
Alcuni dei feriti, infatti, sono molto gravi.
Lo riferiscono fonti di polizia. Gli attacchi si sono verificati a Baidoa, città a nord est di Mogadiscio: entrambi gli attentati hanno colpito due ristoranti.
Nei ristoranti c'erano uomini politici del luogo e molti ufficiali e soldati dell'Amisom, le truppe dell'Unione Africana di stanza in Somalia per combattere gli Al Shabaab di Al Qaida somala.
Il primo ristorante è stato colpito da un'autobomba, il secondo, situato nelle vicinanze, da un kamikaze, che si è fatto esplodere.
Entrambi i ristoranti sono centrali e ben frequentati dai residenti di Baidoa.Persino le abitazioni vicine hanno subito notevoli danni.
Gli attacchi, secondo quanto riportano media locali, sono stati rivendicati appunto dal gruppo islamista somalo di al Shabaab.
Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
Le prossime elezioni presidenziali in Gambia ci saranno a dicembre ma il presidente uscente è già sceso in campagna elettorale parlando ufficialmente ,più volte, alla nazione.
Yahya Jammeh è un autentico dittatore e la cosa in Occidente è più che notoria.
Salito al potere nel 1994, con le solite manovre che ben conosciamo essere in uso in certe nazioni africane, è stato rieletto alla guida del Gambia ben quattro volte di seguito.
Egli, musulmano fondamentalista, annienta impassibile i suoi avversari politici con ogni mezzo e sostiene, da sempre, che il suo potere deriva direttamente da Dio.
Parlando in questi giorni alla sua gente è stato molto esplicito a proposito dell'Occidente che lo accusa di non rispettare i diritti umani.
Ciò a lui- ha sottolineato - non fa alcun problema anche perché considera gli occidentali inadatti, da colonizzatori quali sono stati a suo tempo in Africa, a esprimere giudizi in merito.
Come capo unico del suo partito parla di rinnovamento eccezionale negli anni a venire per il Paese e fa sognare a occhi aperti la povera gente ma è ovvio che sono solo parole.
Le accuse gravi che gli vengono mosse dall'opposizione sia interna che esterna sono le sparizioni forzate, di cui i suoi sgherri sono abili esecutori, assassinii di non si conosce mai la mano omicida, esecuzioni pubbliche effettuate senza regolari processi (nel Paese ovviamente vige la pena di morte) e una stampa assolutamente imbavagliata.
Peggio di così non ci può essere altro ancora (tranne fame e malattie endemiche, che pur ci sono e ci sono per i più) e a Banjul, come recita l'adagio, non c'è dubbio purtroppo che non si muove foglia che Yahya Jammeh non voglia.
Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
Circola da giorni sui "media" la notizia dell'uccisione,nel gennaio scorso, in Somalia, di 180 soldati keniani nel corso di uno scontro frontale con miliziani jihadisti di Al Shabaab.
Il Kenya, infatti, partecipa con altri contingenti dell'Unione Africana alla lotta contro il terrorismo in Somalia.
In un primo tempo la notizia, appena è stata data, ha creato un vespaio nel senso che il Kenya avrebbe taciuto di proposito una perdita così grave sul campo.
Successivamente però il presidente della Somalia, attraverso un suo portavoce, ha parlato invece di fraintendimento in quanto il numero di 180 uomini sul campo si riferiva, secondo quella che è la sua verità, semplicemente al numero dei militari keniani impegnati contro gli Al Shabaab.
Resta il fatto che anche Nairobi, almeno finora, non ha dato i numeri esatti dei soldati caduti in combattimento.
Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
Silenziosa luna
come
pagina intonsa
come
tela bianca
come
spartito incompleto.
Si resta
in dialogo
muto
nel silenzio
della notte.
In attesa
e
contando
le ore.
Ma l’alba
burlona
riproporrà
di nuovo
i medesimi
quesiti
e
ancora una volta
saranno
senza risposta.
Marianna Micheluzzi
Si tratta di Ahamad Al Faqi Al Mahdi, un jihadista maliano, quarantenne, probabilmente vicino al gruppo fondamentalista maliano Ansar Dine.
Martedì e mercoledì egli dovrà rispondere delle violenze compiute in Mali, nella città di Timbuctù in particolare, dinanzi al CPI, ossia al Tribunale penale internazionale con sede a L'Aja.
L'accusa è quella di aver distrutto,all'epoca dei disordini, molti edifici religiosi e monumenti storici.
Timbuctù è una città la cui fondazione risale all'XI° e XII° secolo ad opera del popolo dei Tuareg.
Quanto accaduto allora suscitò sdegno a livello mondiale specie per quanto riguarda la distruzione, appunto nel 2012, di ben 14 mausolei dei santi musulmani a opera proprio del gruppo jihadista maliano di Ansar Dine.
Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
Un ricercatore e giornalista egiziano in carcere con l'accusa di essere componente dei Fratelli musulmani, organizzazione bandita in Egitto, ha annunciato su Facebook di aver cominciato uno sciopero della fame assieme ad altri otto reporter detenuti.
La loro protesta è contro le condizioni di detenzione cui sono sottoposti nel carcere di massima sicurezza di Tora al Cairo.
Il giornalista, Hesham Gaafar, sostiene che lui e gli altri compagni di prigionia sono maltrattati. Inoltre vengono loro negati il soddisfacimento di bisogni elementari e diritti alle visite.
Gaafar, tenuto in isolamento, era stato arrestato in ottobre in una perquisizione della sua ong "Mada Fundation" che lavorava per la partecipazione democratica e la formazione giornalistica.
L'Egitto negli ultimi anni ha arrestato decine di giornalisti e anche accademici lamentano di essere perseguiti da polizia e censori. (Fonte ANSA)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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