Sono ben 65 le vittime di un attacco dei combattenti di Boko Haram,avvenuto questa notte nel villaggio di Dalori, a pochi chilometri da Maiduguri, nello Stato di Borno.
Le modalità sono sempre le stesse.
L'attacco avviene a sorpresa e si inizia subito con il dare fuoco alle abitazioni ,costringendo gli abitanti a venire allo scoperto.
Una volta che le persone sono all'aperto, i miliziani usano le armi: puntano, colpiscono freddamente il bersaglio che sia immobile o in fuga e uccidono senza pietà.
Quelli ,che scampano alle armi, muoiono quasi sempre in seguito alle esplosioni.
Anche in questo caso tre donne kamikaze si sono fatte esplodere nel mezzo della folla, che tentava la fuga.
Secondo testimoni tra i morti c'è un gran numero di bambini.
E' notizia, invece,di un disastro ambientale avvenuto a sud della Nigeria , nella zona del Delta del Niger.
Questo sarebbe avvenuto giovedì scorso ai danni di un impianto petrolifero di una sussidiaria dell'ENI, e cioè la Nigeria Agip Oil Company (NAOC), con relativo versamento in mare e nelle campagne circostanti di greggio.
Il che significa niente pescato e orti inquinati.
L'attacco all'impianto non è stato ancora rivendicato ma non è difficile intuire chi siano gli autori.
Il malcontento per le ingiustizie patite, vere o presunte, serpeggia anche lì.
Sappiamo che, se il nord del Paese è povero e l'economia, che è modestissima (parca agricoltura, pastorizia e e un po' di artigianato locale), stenta a decollare per cui la popolazione spesso emigra negli Stati confinanti alla ricerca di lavoro remunerativo, il sud, che galleggia sul petrolio, è costretto a raccogliere appena le briciole dei profitti di chi si arricchisce grazie alle concessioni che i politici locali offrono da sempre alle multinazionali.
E in aggiunta c'è poi la beffa dei disastri ambientali, provocati da chi maldestramente pensa di poter cambiare le cose ricorrendo ai sabotaggi.
Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
Il dipinto a completamento del testo è dell'artista catalano Joseph Segui
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