Una marcia a Niamey contro “le derive autoritarie del regime”. Ad indirla per oggi, 6 giugno, sono state 38 organizzazioni della società civile nigerina, in segno di protesta per l’arresto, avvenuto a fine maggio, di due leader dei movimenti: Nouhou Arzika e Moussa Tchangari.
Tchangari, in particolare, ha trascorso dieci giorni in prigione, dopo essere stato fermato il 18 maggio con l’accusa di sostenere la setta Boko Haram, attiva nelle aree di confine con la Nigeria.
Secondo gli attivisti, tuttavia, l’arresto è legato alle critiche da loro formulate nei confronti del governo in un rapporto sullo sgombero delle popolazioni delle isole del lago Ciad, deciso proprio per motivi di sicurezza.
Nel documento, oltre alle violenze dei fondamentalisti, veniva criticata la cattiva gestione della situazione da parte del governo. Più in generale, le organizzazioni della società civile hanno denunciato la strumentalizzazione della lotta contro il terrorismo a fini di politica interna.
Un’accusa che il governo ritorce sugli organizzatori della marcia, accusandoli di schierarsi con l’opposizione. Ma gli attivisti rivendicano il loro diritto “di cittadini” a svolgere la manifestazione, già rinviata “in segno di buona volontà” per non farla coincidere con la visita del neopresidente nigeriano Muhammadu Buhari.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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