Il governo del Mozambico intende affidare a multinazionali dell’agro-business concessioni su un’area estesa su 240.000 ettari, costringendo ad abbandonare le proprie case oltre 100.000 persone: lo ha denunciato una ong locale, Acção Académica para o Desenvolvimento das Comunidades Rurais (Adecru).
Secondo gli attivisti, che affermano di aver visionato documenti ufficiali, il progetto Lúrio River Valley Development Project prevede coltivazioni su scala industriale di zucchero, cotone, granturco ed etanolo. Nell’area interessata, lungo un fiume che segna il confine tra le province settentrionali di Nampula e Cabo Delgado, vivrebbero circa 500.000 persone. Secondo Clemente Ntauazi, uno dei ricercatori di Adecru, il progetto ha un costo di quattro miliardi e 200 milioni di dollari ed è ora all’esame del Consiglio dei ministri.
In Mozambico di concessioni di ampie superfici coltivabili alle multinazionali si parla ormai da anni. Nei prossimi mesi potrebbe avere il via libera il progetto in assoluto più imponente, ProSavana. Il piano riguarda una superficie di 15 milioni di ettari, un’area dove vivono cinque milioni di contadini, più grande della Grecia. I soldi li dovrebbero mettere il governo del Mozambico e il Giappone, le tecnologie il Brasile. Partner in un “piano strategico” per incrementare la produttività a partire da aziende da 3000-10.000 ettari, monocolture industriali e braccianti-salariati al posto di piccoli agricoltori e “duat”, vecchi certificati d’uso.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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