A meno di un anno dalle elezioni del 2015, è stata respinta “parzialmente” dalla magistratura ivoriana la candidatura alla guida del suo partito dell’ex presidente Laurent Gbagbo, da tre anni in carcere presso la Corte penale internazionale dell’Aja per crimini contro l’umanità.
L’attuale leader del Fronte popolare ivoriano di Gbagbo (Fpi), Pascal Affi N’Guessan, rivale dell’ex capo dello Stato, si era rivolto alla giustizia all’inizio del mese per invalidare la sua candidatura alla testa di quella che è la principale formazione politica di opposizione.
I giudici hanno deciso che è necessaria una richiesta scritta di Gbagbo, condizione che, soddisfatta, potrebbe rimetterlo in corsa, almeno sulla carta.
Fondato da Gbagbo, il partito affronta una situazione inedita con l’ex presidente in attesa di giudizio per la crisi post-elettorale del 2010-2011 che, innescata dal rifiuto dello stesso Gbagbo di riconoscere la vittoria alle urne contro Alessane Ouattara, provocò circa 3000 vittime.
Il suo avvocato ha promesso ricorso, mentre durissima è stata la protesta di Hubert Oulaye, a capo del comitato di controllo del partito, che ha accusato lo Stato di essersi intromesso negli affari interni al Fpi.
Tutto bene ,invece, per Alessane Ouattara.Françafrique inclusa, che lo considera il proprio candidato.La sentinella degli investimenti francesi in Costa d'Avorio.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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