Un voto nella calma ma contraddistinto da una bassa affluenza alle urne e dal boicottaggio di alcuni partiti di opposizione.
Sono questi i commenti odierni della stampa del luogo ed internazionale delle elezioni locali tenute in Repubblica del Congo.
Circa due milioni di aventi diritto erano chiamati a scegliere i membri di 12 consigli al livello dei dipartimenti e quelli dei consigli municipali delle sei principali città congolesi.
Più di 5400 seggi elettorali sono rimasti aperti dalle 7 alle 18 (ora locale), ma in pochi si sono recati alle urne, anche a Brazzaville, la capitale.
Intervenuto sull’andamento della giornata elettorale il presidente della Repubblica: “Il voto locale è uno scrutinio difficile da organizzare e finanziare. E’ stata una grossa operazione e il popolo deve realizzare che il suo costo è molto elevato. Certamente si tratta del prezzo da pagare per la democrazia”, ha dichiarato Denis Sassou Nguesso, 70 anni, uno dei più longevi capi di stato africani, al potere dal 1979.
Il Partito congolese del lavoro (Pct, al potere) e i suoi alleati, vincitori delle ultime legislative del 2013, sperano di conservare la propria posizione dominante nelle istituzioni, mentre per alcune nuove formazioni politiche si è trattato della prima partecipazione ad una votazione.
Le elezioni locali di ieri sono state, però, boicottate da dieci partiti di opposizione riuniti in un “collettivo”, in segno di protesta per un voto “dell’esito scontato” e per un registro degli aventi diritto “incompleto e parziale”.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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