Il corteo è stato organizzato da diverse associazioni, tra le quali spiccano Ong impegnate nella promozione dei diritti delle donne.
In prima fila ci sono le attiviste di Baobab for Women’s Human Rights e di Women for Peace and Justice.
La manifestazione è stata chiamata “Million Women March”, nella convinzione che ci sarà una forte partecipazione.
L’iniziativa è stata promossa anche su Twitter, attraverso l’hashtag “BringBackOurGirls”, ossia il “riportate a casa le nostre ragazze”.
Il corteo, che dovrebbe concludersi con la consegna di una petizione al parlamento, è l’ultima conferma di una frustrazione diffusa.
Le ragazze sono state sequestrate a Chibok, nello Stato di Borno, nella notte tra il 14 e il 15 aprile.
E a distanza di due settimane mancano informazioni certe non solo su dove siano state condotte ma anche sul loro numero.
I genitori e il preside della Scuola di Chibok sostengono che nelle mani dei rapitori sono finite 230 ragazze e che solo 43 sono tornate in libertà.
Diversi sono i numeri forniti dalle autorità, che hanno riferito di 129 studentesse sequestrate, delle quali 52 sarebbero riuscite a fuggire.
Resta il fatto che la sorte delle ragazze rapite rimane un enigma.
Si parla addirittura di trasferimento oltre confine e, quindi in Ciad e Camerun, dove sarebbero state vendute come spose.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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