Ovunque mi trovo, in qualsiasi posto
su questa terra, nascondo di fronte a tutti la convinzione,
che io non sono di qua.
Come se io fossi mandato ad assorbire il più possibile di
colori, gusti, suoni, profumi e sperimentare
tutto, ciò che è
destino dell’uomo, trasformare ciò che prova
in un registro magico e portarlo la, da dove
sono venuto.
( Czelaw Milosz)
E, a margine , le parole di Gianfranco Ravasi a proposito dell’impassibilità cui l’essere umano va soggetto.
La fredda razionalità produce mostri-scrive monsignor Ravasi- come alla stessa maniera la rigidità implacabile dei fondamentalisti non nasce da una passione autentica ma da un’isteria.
Le passioni al plurale sovente divengono vizi e , quindi, sono sterili.
Ma la passione autentica si fa compassionevole, compatisce e alla fine rigenera la vita propria e altrui.
Infatti-e qui è Milosz , adesso, che richiama la nostra attenzione .
Gli impassibili -precisa il poeta polacco-non sanno cambiare la storia.
Occhi e cuore, dunque. Non sempre necessariamente intelletto.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
*I noti "Manichini" di Nani Marcucci Pinoli completano e arricchiscono il testo.
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