E’ certezza che si procederà regolarmente per la realizzazione delle dighe Inga 3 e Grand Inga sul fiume Congo.
La motivazione ufficiale è il soddisfacimento, a lavori ultimati, del fabbisogno di energia elettrica di tutta l’area sub sahariana.
Infatti, a Kinshasa, non sono che poche ore che è stato firmato l’accordo tra il presidente congolese Kabila e il suo omologo sudafricano Jacob Zuma.
L’accordo di cooperazione energetica tra i due Paesi prevede l’acquisto da parte di Pretoria di più della metà dei 4800 megawatt che, a regime, dovrebbe produrre Inga 3.
Grand Inga, invece, dovrebbe erogare ben 40.000 megawatt e il suo costo si aggira nientemeno che intorno agli 80 miliardi di dollari.
Per dare un’idea di quest’opera faraonica (Grand Inga), essa produrrà più del doppio della cinese, nota al mondo come la diga delle Tre Gole e, attualmente, la più grande in assoluto.
Nessuna contestazione è stata presa in esame, dinanzi al parlamento di Kinshasa, da parte dei fautori della realizzazione dei progetti.
Mi riferisco a quelle che sono state a lungo avanzate tanto dalle organizzazioni non governative, presenti sul territorio e consapevoli degli autentici bisogni delle popolazioni, che da altre associazioni o singole personalità della società civile congolese.
Si teme,e il timore non è poi così peregrino, che le dighe in questione non potranno assolutamente favorire in loco nessun possibile sviluppo sostenibile e, soprattutto, andranno a servire interessi estranei all’Africa.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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