O Dio di queste
bellezze selvagge
che susciti canti
da gole riarse
E accogli preghiere
impastate
di terra e sudore.
Dio che ti fai
dono invisibile
sotto tettoie
di lamiera ardente,
che scendi e ti adagi
là dove si annida
la fame e morde
e grida forte
la sua esigenza
impellente.
Dio che ti fai
insolito pane
di anime
senza attese
Cibo di una fame
diversa
che non chiede
latte o sangue
ma sorsate d’amore,
di speranza,
di condivisione.
Dio, lampada
di una notte
senza luna ne stelle,
notte di angosce
e di dolori,
di mutue invocazioni.
Busso forte
alla tua porta o Dio,
ti tempesto di richieste.
Dio che mai spegni
il sorriso
Sul volto di questi
bambini,
dona pioggia e ristoro,
pace e riconciliazione,
pazienza e saggezza.
Conserva il sacro senso
della vita
da rispettare e trasmettere
Con umiltà e fiducia
qui , dove il tempo è
così lento
e l’attesa infinita
mai priva
di speranza.
A te affido Dio
la gente di questa
savana.
Di Giulia Borroni
Wamba-Kenya
Marzo 2011
(Fonte : Missioni Consolata- Luglio 2013
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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