Nel Benin meridionale,società agricola, quando si celebra la fine della stagione secca e si attende con gioia quella dell’arrivo delle piogge, la gente si riunisce festosa per implorare il feticcio più importante del villaggio,Yami, perché interceda a sua volta presso il creatore affinché esaudisca tutte le loro richieste del momento.
E, per l’occasione, fa la sua comparsa anche Gelede, una maschera molto “speciale” ,che ha il compito di scacciare le eventuali negatività oppure di trasmettere un messaggio, magari persino benaugurante, rivolto alla comunità tutta o, in particolare, ad un singolo interlocutore da essa scelto.
La custodia delle maschere Gelede è sempre affidata, per consuetudine, ad un uomo e ad una donna di provata saggezza e affidabilità nei confronti dell’intera comunità di villaggio.
Gelede, che è una maschera femminile, viene però portata alla festa dall’uomo e si distingue per l’esuberanza dei suoi colori così come l’uomo che la porta deve essere assolutamente abbigliato con stoffe coloratissime.
Gelede è importantissima in queste cerimonie, perché rappresenta ancora oggi la sopravvivenza della tradizione.
Parliamo della cultura Yoruba e della sua oralità, che interessa sia il Benin meridionale appunto che la Nigeria del sud.
E’ come se, con i suoi canti e le sue danze, corale e tamburo accompagnatori indispensabili del rito, anche le giovani generazioni, grazie a Gelede, siano messe in condizione d’incontrare le antiche tradizioni del loro popolo, che il confronto con la città rischia magari di far scomparire.
In un’unica celebrazione Gelede sintetizza, in situazione, tanto il culto nei confronti degli spiriti protettori quanto l’attenzione indispensabile per i problemi della quotidianità all’interno del villaggio.
Cielo e terra si uniscono così nella sua performance.
Gelede sostiene le invocazioni della gente, insegna, ammonisce, diverte, prende in giro.
Gelede è tutto. Gelede è tanto.
Uno spettacolo, che certamente tale non è per gli abitanti del luogo,se non forse per i bambini che si divertono un mondo, perché la gente piuttosto lo vive con partecipazione attiva e quindi con molta serietà.
E non esita a dare l’obbedienza richiesta tanto a Yami quanto a Gelede.
E questo, quasi sempre, è sprone per migliorare lo stato di cose all’interno della comunità.
E non è affatto poco, io credo.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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