Quali sono le regole nel nostro Paese quanto a riconoscimento della protezione internazionale per i migranti, specie donne, giovanissimi e bambini, una volta sbarcati sulle nostre coste?
Adesso con la bella stagione, che avanza, le probabilità di nuovi sbarchi aumentano in progressione geometrica e, con esse, i soliti disagi,le soluzioni approssimative di sempre e talora anche le morti annunciate come è accaduto, e purtroppo continua ad accadere, fino a qualche giorno fa.
Tanto che addirittura la cosa non fa più notizia neanche sui” media” generalisti.
E la gente (gli indigeni intendo), presa dai suoi di problemi,che sono magari anche di una certa gravità, di migranti spesso non vuole più proprio neanche sentirne parlare.
Chi conosce bene e giuridicamente il problema ci parla invece di “respingimento differito” per il migrante, che poi sarebbe il classico soccorrere le persone e trattenerle nei centri d’accoglienza, che spesso assomigliano molto a vere strutture di reclusione, assieme a quei minori che, invece, non dovrebbero affatto esservi alloggiati.
Quanto a quest’ultimi poi , che costituiscono il vero irrisolto interrogativo per il destino incerto, cui possono andare incontro,una volta che essi hanno messo piede fuori dal centro,l’accertamento dell’età e i dovuti controlli medico-sanitari avvengono sovente con molta approssimazione, per non dire di vera e propria superficialità da parte degli operatori addetti.
Secondo fonti abbastanza attendibili, ogni anno arrivano comunque in Italia all’circa 7mila minori non accompagnati , che possono molto facilmente finire tra le grinfie della criminalità organizzata,che ne farà poi dei veri e propri microcriminali.
O che, comunque, provvederà a sfruttarli in tutti i modi possibili e immaginabili.
E giungono questi giovani da ogni parte del mondo attraverso strade difficoltose e interminabili ,valichi senza sorveglianza, in container-galere oppure con le classiche “carrette” del mare. E, talora, anche a piedi, a marce forzose.
Ma cosa si verifica realmente quando il minore viene individuato e accolto?
Qual è il suo “dopo”?
Anche quando viene fatta formale richiesta dello status di rifugiato internazionale, in quanto se si è qui è solo perché si fugge da violenze e da situazioni di conflitto fortemente drammatiche, non accade molto, anzi niente. O quasi niente.
E questo non lo dice l’uomo della strada ma chi si occupa giornalmente di questo , parrebbe, insolubile problema.
Esistono ,infatti, da qualche tempo a questa parte associazioni che studiano la”cosa” nel tentativo di individuare strategie migliorative.
I pretesti addotti possono essere (e si trovano anche agevolmente nella giungla del burocratese) i più svariati. E quindi, senza residenza, senza casa, senza denaro,il migrante non ha neanche la possibilità di domandare a chicchessia un modestissimo lavoro.
Quello che dovrebbe servire a sfamarlo onestamente senza essere costretto ad infrangere la legge.
Inoltre c’è da aggiungere che la delicata materia varia da città a città del nostro Paese con la risultante che, se c’è la restrizione della normativa anagrafica, come accade in alcuni comuni, specie del nord dell’Italia,dove la Lega ha la prevalenza dei voti ,la situazione si complica ulteriormente.
Ecco allora che l’ aver ricevuto asilo al migrante non serve molto se, nei fatti, non ha la possibilità di sopravvivere con dignità nel nuovo paese ospitante.
L' augurio è che presto qualcosa cambi e in meglio.
Perché?
Perché l'Italia ha bisogno dei migranti anche se, ufficialmente, certe lobby politiche del Paese dichiarano esattamente il contrario.
E si capisce bene anche il perché dell'ambiguità del tutto : manodopera a basso costo e diritti poco e niente.
Chi ha detto che la schiavitù è stata abolita?
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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