I leader di Kenya, Somalia e Uganda si sono espressi chiaramente ed ufficialmente, attraverso un comunicato congiunto, affinché si ponga termine in qualsiasi modo allo stato d'illegalità e di disordine, che regna da più di vent'anni in Somalia.
Kibaki,presidente del Kenya, Museveni, presidente dell'Uganda, e Sheick Sherif Ahmed , capo del Governo di transizione federale somalo, tutti e tre, da Nairobi, sede dell'incontro, lanciano al mondo un S.O.S. accorato in quanto non è più possibile tramandare un'azione seria contro gli Shebab e gli altri gruppi militanti ,che turbano costantemente l'equilibrio della regione del Corno d'Africa.
Non sarà certamente facile avere una risposta immediata all'appello dai cosiddetti"grandi" in considerazione degli enormi problemi che attraversano il pianeta quasi ovunque e di questi tempi ma il mondo sia consapevole comunque - prosegue il comunicato- del dramma delle popolazioni somale, tenute in scacco da questi gruppi fondamentalisti, armati fino ai denti, che peggiorano ulteriormente lo status di gente di ogni età (vecchi, giovani e bambini), sfiancata dalla fame e dalle malattie, che vaga da un punto all'altro alla ricerca affannosa di un qualsivoglia luogo sicuro, dove trovare riparo e mettere in salvo la propria vita.
In particolare si fa appello, sempre nello stesso documento, alle agenzie umanitarie, perché si riposizionino nelle località pacificate della Somalia meridionale per prestare l'indispensabile assistenza.
Questo "grido" o esternazione angosciata(se così vogliamo chiamarla), che ci perviene, significa che qualcosa comincia davvero a muoversi nel tentativo di fare breccia nel "muro" dell'indifferenza generale.
La Somalia ha bisogno di" pace".
E con lei , i Paesi limitrofi.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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