Un Rapporto della Banca Mondiale, pubblicato qualche giorno fa, conferma la scalata economico-finanziaria degli ultimi anni del Rwanda, che risulta essere, in Africa, dopo le isole Mauritius e il Sudafrica, il terzo paese ad offrire ottime e vantaggiose condizioni di lavoro per le imprese, che operano in loco.
Il Rapporto, dal titolo,"Doing Business in a More Trasparent World", ha analizzato complessivamente ben 183 Paesi nel mondo e in base a determinati indicatori stabiliti in precedenza.
Questi indicatori sono: costituzione dell'impresa, permessi di costruzione, energia, registrazione della proprietà acquisita, facilitazioni di credito, protezione degli investitori, tasse, commercio internazionale,rispetto dei contratti, rispetto delle insolvenze.
E la risultante è che, rispetto allo scorso anno, il Rwanda a livello mondiale, scalando ben cinque posizioni, si è piazzato al 45° posto in classifica.
La nostra Italia, ironia della sorte, è situata nella stessa classifica all'87° posto.
Ci sarebbe da aprire un dibattitto su quest'ultimo punto per analizzare appunto, volendo, le nostrane carenze macroscopiche degli ultimi anni di governo della "cosa" pubblica.
Ma, per non amareggiarci troppo, cali piuttosto,almeno temporaneamente, il sipario su gestioni clientelari e ruberie varie.
Invece il piccolo Rwanda,serio e onesto, a quanto pare e nonostante tutte le difficoltà della sua stessa posizione geografica, è riuscito, anche a livello di burocrazia "cartacea", lì dove noi abbiamo fallito.
Un esempio?
Per registrare la nascita di un impresa, a Kigali, bastano tre giorni.
Così , altrettanto dicasi, per ottenere l'attivazione dell'elettricità.
Vi pare poco?
Non siamo né in Europa, né negli USA.
Eppure questi miracoli in Rwanda accadono.
Miracoli? Sì.
Per le imprese e per le banche il tempo è denaro.
E i rwandesi hanno imparato bene la lezione.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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