La Nigeria di Goodluck Jonathan, il nuovo presidente, eletto nelle ultimissime elezioni politiche in uno dei più popolosi e ricchi Paesi africani, si trova a dover affrontare e superare numerose sfide , se vuole vedere realizzati al suo interno sviluppo e pace .
Com'è giusto che sia in Africa e ovunque.
La premessa però è che, quando parliamo di ricchezza per i nigeriani, questa ovviamente riguarda una ristrettissima cerchia di persone e non la totalità della popolazione.
Ricchezza solitamente spartita tra i maggiorenti del Paese, unitamente agli enormi profitti, che essi consentono di realizzare alle grandi multinazionali, che vi operano.
E il tutto in un clima di corruzione generalizzato, che è il primo male che Jonathan dovrà combattere, se intende veramente portare la democrazia ai nigeriani come ha promesso in campagna elettorale.
La notizia odierna è che, accanto ai già noti disastri in materia d'inquinamento (leggi malattie irreversibili per gli abitanti del luogo e distruzione dell'ambiente),dovuti in Nigeria a gas e petrolio, estratti a cielo aperto e per giunta sovente vicino a luoghi abitati, a breve, a cento chilometri da Benin City sorgerà un nuovo cementificio.
Il cementificio è commissionato da un'impresa locale, la BUA INTERNATIONAL insieme alla società danese FLSMIDTH.
Certamente la sua costruzione e messa in funzione vorrà dire lavoro sicuro, e per un bel po' di tempo, per i nigeriani, quelli fortunati o ammanicati, specie i giovani, che devono combattere quotidianamente con una disoccupazione cronica,che spesso induce,chi ha la pancia vuota, a delinquere.
Ma significa tante altre cose in negativo.
Sopratutto se non si osserveranno delle norme di cautela sul lavoro e per l'ambiente.
Ambiente che è e deve restare il "Bene" di tutti.
La motivazione ufficiale alla nascita del cementificio è la domanda di nuove abitazioni da parte della gente di un Paese, la cui sola capitale, Lagos, fa più di undici milioni d'abitanti.
E la gente chiede abitazioni sempre più confortevoli e sane.
Sopratutto quanto a materiali utilizzati.
Ora è tutto da vedere quanto e come questa legittima domanda avrà la sua risposta.
In Africa, e in Nigeria in particolare, il settore "cemento" è tra l'altro ,da molto tempo, uno dei più sviluppati, grazie al gruppo DANGOTE(quotato in Borsa), che spazia con i suoi lucrosi affari, di cui ha il monopolio un po' in tutti gli Stati del continente, dal cemento all'agro-alimentare, all'energia e alle costruzioni appunto.
Senza voler necessariamente demonizzare un'iniziativa in entrata,che forse potrebbe rivelarsi anche positiva, attendiamo l'evolversi della situazione e, in corso d'opera, daremo poi le nostre valutazioni.
Augurandoci, magari, d'essere smentiti per i nostri allarmismi. Anche se non sarà proprio così facile.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
Eccomi, finalmente sono tornato da Nyanza. Il fatto e' che, quando si tratta dell'Africa, le multinazionali non guardano per il sottile per quanto concerne l'inquinamento. Specialmente dove i governi si possono corrompere. Tanto pagano i poveri, 100.000 di piu' o di meno non interessa a nessuno. Per tenere a bada la pollution del neocolonialismo occorrono leggi severissime e la volonta' di farle rispettare. E' il caso del nostro paese, dove non puoi gettare nemmeno un mozzicone di sigaretta seza essere multato e dove l'ambiente e' considerato un patrimonio nazionale.
Un abbraccio, buona serata, a presto
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 25/06/11 a 18:28