In Costa d'Avorio, secondo quanto comunica l'UNHCR, l'agenzia ONU per i Rifugiati non c'è pace.
Essa infatti esprime forti preoccupazioni per alcuni gruppi di migranti del Paese, lacerato in questi mesi, dalla lotta tra il presidente uscente Gbabo e il neo -eletto Ouattara.
Sono circa duecentomila le persone sfollate negli ultimi quattro mesi nelle regioni nord-occidentali e le precarie condizioni di sicurezza impediscono agli operatori dell'UNHCR di accedere a loro.
Anche il personale medico ha dovuto abbandonare la zona con le conseguenze che si possono immaginare.
Infatti la tensione interetnica permane e molte persone sono costrette a rimanere nascoste per il timore di essere uccise.
Molti attendono prima di poter fare rientro alle proprie case, perché ai posti di blocco si continuano a consumare violenze.
Stupri e abusi fisici si sono verificati, ad esempio, lungo la strada, che collega Duékoué e Bangolo.
Altri vogliono spostarsi da un punto all'altro per andare alla ricerca dei familiari ,di cui non hanno più notizie e che potrebbero essere in altre aree del Paese.
Proprio a Duékoué moltissimi (27 mila tra uomini, donne, anziani e bambini) hanno trovato di recente rifugio in un'affollatissima missione cattolica dei salesiani,dopo essere fuggiti dai loro villaggi a circa 40 chilometri da Duékoué.
Un'odissea terribile insomma,che ancora non è terminata, nonostante siano cessati i combattimenti.
Inoltre a causa delle difficili condizioni igienico-sanitarie si sviluppano delle patologie, che restano incurabili anche perché non ci sono né farmaci, né personale sanitario.
E, la scorsa settimana, cinque persone sono morte a causa della malaria.
Chi può, e qui mi riferisco alle nostre ONG, non si faccia indietro perché l'urgenza d'aiuto è enorme oltre che allarmante per quelle che possono essere le conseguenze sulla popolazione civile inerme.
Ricordiamoci che, anche gli stupri, all'ordine del giorno, portano con sé devastanti patologie di tipo psichiatrico.
Non è solo il fisico a soffrire ma tutta la persona.
E per i bambini, che assistono impotenti a veri e propri orrori, vale lo stesso discorso.
Fare bene il bene, in casi del genere è un dovere.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
Grand post ! En effet, rien n'est réglé en Côte d'Ivoire...Déjà, En 2007, Estelle Higonnet avait écrit un rapport pour Human Rights Watch sur les violences sexuelles en Côte d'Ivoire durant la période 2002-2007, le rapport s'appelait : mon coeur est coupé :
http://www.hrw.org/fr/node/10805/section/7
Rapport qui n'avait pas changé grand chose. C'est pour cela qu'elle est retournée en Côte d'Ivoire et a réalisé un film : le crime invisible, qui sera diffusé mercredi à la télévision française. Elle espère que la médiatisation de ce film permettra la publication du rapport de l'ONU sur les violences sexuelles en Côte d'Ivoire, actuellement bloqué par la Chine, la Russie et l'Afrique du Sud. Ainsi que l'ouverture d'enquêtes sur les commanditaires de ces viols.
Alex
Scritto da: Alex | 17/05/11 a 00:34