All'inizio di quest'anno la FAJ (Federazione africana dei giornalisti) ha pubblicato un rapporto sullo stato di salute della libertà di stampa in Africa tale da mettere i brividi.
Qualcosa del genere ha fatto in precedenza Amnesty International e sopratutto per la Somalia.
A scorrere il Rapporto del FAJ è come percorrere -sostiene un addetto ai lavori del posto - il cimitero per i diritti civili degli africani.
Ovviamente per evidenziare la gravità della situazione sempre nel Rapporto ci si appella anche alla dichiarazione dei principi di libertà d'espressione in Africa, adottata nel 2002 dalla Commissione africana dei diritti dell'uomo e dei popoli.
Dichiarazione tuttavia finora ignorata dalla maggior parte degli Stati membri dell'Unione Africana (UA).
In essa, inoltre, non si parla affatto di stampa libera ed indipendente quale criterio chiave di un buon governo (good governance) negli Stati africani.
Venendo all'attualità, in questi giorni, i giornalisti delle radio comunitarie di Uvira,provincia del Sud-Kivu, nella Repubblica democratica del Congo, sono stati costretti a manifestare vivacemente per chiedere agli amministratori locali la liberazione di un collega arrestato da oltre una settimana.
Non è ben chiaro il capo d'accusa ma, visto il contesto, sarà senz'altro pretestuoso.
I colleghi del giornalista arrestato considerano comunque l'arresto persecutorio e arbitrario.
Dall'altra parte invece l'amministrazione del territorio ritiene d'aver dialogato a sufficienza con l'accusato ma di non essere riuscita a giungere ad alcun compromesso.
In realtà- dicono i giornalisti contestatori- si sono dette solo molte parole.
Troppe.
Enfatiche per quel che riguarda la "buona" stampa.
Quindi inutili.
Per mille ed un motivo la situazione complessa del Kivu deve allertarci.
Secondo i parametri presi in considerazione da" Reporters sans frontières", in un altro Rapporto dell'ottobre scorso, la Repubblica democratica del Congo quanto a libertà di stampa occupa il 148° posto.
Ma Eritrea (178°), Sudan(172°) e Rwanda(169°) stanno ancora peggio.
E altrettanto vale per i Paesi dell'Africa del Maghreb.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
In Africa bisognerebbe parlare piuttosto di diritti incivili. Di solito sono questi a prevalere. Quando la stampa da fastidio, semplicemente la si sopprime, quando non si sopprimono anche i giornalisti. Ultimo caso, la Costa d'Avorio: tutta la stampa favorevole a Ouattara è stata soppressa e molti giornalisti sono scomparsi
Un abbraccio, buona giornata, a presto
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 29/12/10 a 09:53