Gli ultimi anni, con il pretesto della crisi alimentare e finanziaria internazionale, che ha investito il nostro pianeta, danneggiando come sempre i più poveri, si è registrata una concentrazione agro-alimentare a livello mondo con pesanti conseguenze per il rispetto dei diritti umani e la concorrenza sui mercati.
L'allarme è stato dato da un recentissimo Rapporto delle Nazioni Unite che, per quanto forse sterile sul versante di un autentico cambiamento nello stato di cose, denuncia una "forte " verità.
Il mercato globale delle materie prime secondo De Schutter-estensore e divulgatore del Rapporto ONU- è sempre più dominato da pochissime aziende, che riescono a mantenere bassi i prezzi di acquisto nei Paesi produttori, sopratutto in Africa e in America Latina.
Puntualizza De Schutter che, per accontentare i pochi acquirenti, i produttori vendono terreni, tagliano salari ai braccianti e ricorrono al lavoro minorile.
Per altro si tratta di notizie che apprendiamo un giorno sì e l'altro pure dai giornali e dalla tv.
La concentrazione di aziende in alcuni segmenti è inoltre particolarmente sorprendente.
I produttori di caffé, ad esempio, nel mondo sono circa 25 milioni. I consumatori 500 milioni.
Eppure-continua De Schutter-sono solo 4 le società che effettuano il 45% del controllo della torrefazione.
E 4 sono le aziende che controllano il 40% delle vendite a livello internazionale.
Allo stesso modo sono solo 3 le aziende che controllano l'80% del mercato internazionale del tè.
Ecco perché per queste aziende,considerando i contesti in cui operano o vanno volutamente ad operare, è facilissimo ricorrere a manodopera a basso prezzo.
La cosa veramente grave per i consumatori è piuttosto che al ribasso dei prezzi delle materie prime non corrisponde mai un abbassamento dei prezzi.
Mentre i profitti dei colossi della distribuzione aumentano vertiginosamente ed in maniera decisamente incontrollata.
Conclusione?
Lottare per sconfiggere queste logiche.
E' doveroso ed è possibile.
Finché esse invece saranno vigenti , ci saranno sempre ricchi più ricchi e poveri più poveri.
Non c'è via di scampo.
O dentro o fuori.
Allora?
Alora forse "boicottare"....anche la "tazzina" di caffé, che tanto ci piace!
A cura di Marinna Micheluzzi (Ukundimana)
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