Nell'anno che sta per chiudersi-scrive Federico Fubini, giornalista esperto di economia internazionale del Corriere della Sera-l'umanità batterà un record: la fattura di derrate nel mondo è destinata a superare i mille miliardi di dollari.
Le sommosse del cibo in decine di Paesi poveri sono un ricordo del 2008 ma, negli ultimi sei mesi, le quotazioni di zucchero, soia, grano, e altre materie prime alimentari hanno ripreso a crescere(Anche Jambo Africa fin dagli inizi della sua presenza in rete aveva subito evidenziato e continua a farlo questo genere di pericolo...).
In queste situazioni, chi ne ha i mezzi, passa alla "terza fase" della globalizzazione-chiarisce preventivamente Fubini.
Dopo le migrazioni di fabbriche e flussi finanziari, adesso tocca alla terra - egli puntualizza.
Più che per arricchirsi l'obiettivo-continua-il Nostro- è quello di avere qualcosa da dare da mangiare ai propri cittadini a prezzi certi.
La Cina-ad esempio- coltiva vaste aree in Camerun,Tanzania, Zimbabwe(ecco come si svende l'Africa da parte delle lobbie politiche al potere!!!) e anche in Laos.
Mentre l'Arabia Saudita sviluppa il suo neo-colonialismo-sottolinea l'esperto- dall'Etiopia all'Indonesia.
E l'Italia? (Ce n'è anche per noi!!!!)
A volte, con quel vittimismo italico che ci contraddistingue sempre e comunque, tendiamo a percepirci come soggetti passivi della globalizzazione.
Dovremmo ripensarci-dice Fubini.
La International Land Coalition segnala che solo in Africa e in Asia imprese italiane sono partite alla conquista di circa 600 ettari in quelli che noi denominiamo PVS ossia Paesi in via di Sviluppo.
Si aggiungano gli acquisti o le concessioni in Europa centro-orientale(300mila ettari appena in Romania), e si arriva almeno ad un milione di ettari.
Significa-spiega Federico Fubini- che italiani fuori dall'Italia controllano l'equivalente di due medie regioni del nostro Paese.
Ma probabilmente anche di più.
C'è,ad esempio,la Fri-El Green Power, un'azienda di Bolzano, che produce olio di palma e jatropha sopratutto per il mercato locale.
Poi però esistono casi controversi.
Un Rapporto dell'ONU sul Benin, dove l'anemia da malnutrizione colpisce una donna su due , nota che il gruppo italiano Green Waves ha preso il controllo di 250mila ettari a girasoli per biocarburanti da esportazione(anche questo business Jambo Africa l' aveva deprecato a suo tempo e continuerà a farlo).
La Green Waves (si viene a sapere) si occupa niente di meno che di energia verde per illuminazione di concerti !!!!
Per ragioni simili un investimento su 80mila ettari da parte di TRE in Madagascar sarebbe stato bloccato, secondo l'Observatoire du Foncier locale.
Il messaggio-evidenzia il giornalista del Corriere della Sera- è che, al di là delle proteste ed accuse a volte non dimostrabili qui da noi, la globalizzazione fa le sue vittime.
Ma molto molto spesso non solo qua ossia nel nostro Paese.
Piuttosto lì (aggiungo io) dove i poveri sono destinati a divenire sempre più poveri.
Jambo Africa allora invita tutti a smascherare queste"logiche" perverse, scendendo nell'agone.
Dicendo, una volta per tutte, basta con la politica del "laissez-faire".
Denunciamo ciò che non ci piace. Smascheriamo finalmente i ladroni.
Come?
Sopratutto : INFORMANDOCI !
Senza INFORMAZIONE, in un periodo storico ancora più complesso come questo che ci si appresta ad affrontare, a "breve" , non si va da nessuna parte.
LEGGERE.
LEGGERE PER CONOSCERE E CONOSCERE PER CAMBIARE.
Ecco l'unica certezza.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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