Sono in corso nella Repubblica Centrafricana le celebrazioni ufficiali per i 50 anni d'indipendenza dalla Francia,ottenuta il 1° dicembre 1958 ma raggiunta realmente solo il 13 agosto 1960.
Già nell'agosto scorso però ci sono state nel Paese, uno dei più poveri dell'Africa saheliana, manifestazioni anche di carattere religioso ,volute dall'attuale Presidente,François Bozizé, per ricordare il Padre dell'indipendenza ossia Barthélémy Boganda.
Numerose sono in questi giorni le presenze a Bangui dei capi di Stato africani, da Paul Biya, presidente del Camerun al ciadiano Deby, al congolese Nguesso, al maliano Amadou Hamani Touré.
E con essi anche delegazioni del Gabon, Nigeria, Cina, Kwait e Francia stessa.
Avrebbe dovuto esserci anche il sudanese al-Bashir, invitato personalmente da Bozizé.
Ma non si sa se sarà presente a causa del mandato di cattura emesso dalla Corte Penale Internazionale (CPI).
Naturalmente il governo di Bangui fa subito sapere che gli Stati membri dell'Unione Africana (UA) non sono affatto obbligati a cooperare con il CPI.
Accanto a questo, l'assurdo in termini è però la riabilitazione ufficiale di Bokassa, il presidente cannibale e non solo, voluta dall'attuale presidente Bozizé.
Jean-Bedel Bokassa, per chi non lo ricordasse, è stato al potere in Centrafrica dal 1966 al 1979, dopo essersi autoproclamato presidente e successivamente imperatore.
Costui, nel 1987, era stato condannato a morte in contumacia perché colpevole di tradimento, omicidi e appropriazione indebita di denaro pubblico.
Salvo poi essere graziato nel '96 poco prima di morire.
La motivazione apportata da Bozizé è che Bokassa, figlio della Nazione, avrebbe dato molto all'umanità ,avendo partecipato alla guerra in Indocina oltre ad aver fatto costruire molti edifici a Bangui.
Siamo dunque al "delirio" più totale .
E dico questo perché, a parte l'evidenza delle atrocità e ruberie di Bokassa, note a tutti a livello internazionale, il mio pensiero va agli abitanti della Repubblica Centrafricana.
Ebbi modo di conoscere anni fa una volontaria bergamasca, Anna Piatti, che aveva lavorato per parecchio tempo in Centrafrica in progetti agricoli come animatrice rurale.
Di questa sua esperienza, con il mondo contadino di questo martoriato Paese, Anna mi parlò a lungo e senza troppi peli sulla lingua, evidenziando tutte le possibili scomode verità del contesto.
Mi diede anche parte del suo diario, oggi pubblicato (per chi volesse saperne di più) dall'EMI, l'editrice missionaria di Bologna.
Ebbene sentire parlare poi Bozizé di valorizzazione della cultura come fattore di unità nazionale, a partire dalla lingua, il sango, e di promozione della donna, che lì come purtroppo in parecchie altre realtà africane gode di ben pochi diritti, mi suona proprio come una nota stonata.
Anche in considerazione delle reali minacce esterne, che premono(mentre scriviamo) ai confini settentrionali da parte dei ribelli della Convenzione dei patrioti per la giustizia e la pace (CPJP) e della stessa terribile incertezza politico-istituzionale interna in cui versa attualmente il Paese.
Per inciso il 23 gennaio 2011 dovrebbero tenersi le nuove elezioni presidenziali. Mentre la locale missione di pace-ONU, la MINURCAT, lascia la Repubblica Centrafricana entro il 31 dicembre di quest'anno.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
Carissima Marianna, e' difficile capire la mentalita' africana specialmente quando viene espressa non dalla gente comune MA da questi semi DEI che si installano con delle pseudo-elezioni, dico pseudo perche' ho visto come fanno nelle zone rurali, nelle township quando sono in campagna elettorale. La violenza, la repressione, l'instigazione la fa da padrone pur di far vincere chi e' al potere e DEVE rimanerci. Qui l'ANC cavalca continuamente la paura dell'apartheid perche' hanno solo questo cavallo vincente.
Vogliamo parlare dei vari dittatori che vengono inneggiati? Da Mugabe, Gheddafi, al-Bashir ecc. ecc. per finire con quelli morti come Bokassa?
50 anni di Indipendenza da colonialismo ma 50 anni di misera politica per il popolo, casse vuote ma conti bancari personali strapieni .... non me ne volere ma se fossi nel FMI e nella Banca Mondiale fermerei tutti gli aiuti e i finanziamenti, aprirei un contenzioso con tutti questi Stati e renderei pubblico i loro conti personali, CASA X CASA, VILLAGGIO X VILLAGGIO, in qualsiasi lingua.
IL POPOLO AFRICANO DEVE RIVOLTARSI CONTRO I PROPRI GOVERNI E NON CONTRO L'OCCIDENTE.
Marinella
Scritto da: Marinella da Durban R.S.A. | 02/12/10 a 10:48
Ciò che scrivi è la pura verità. Purtroppo.
Bisognerebbe mettere in atto ciò che proponi ma non sarà mai.
E sappiamo anche il perché.
Le connivenze con questi satrapi sono moltissime anche in Occidente.
Grazie.
Ti abbraccio con affetto.
Marianna
Scritto da: marianna | 02/12/10 a 12:24
Indépendance ?
Comme Bokassa, Bozizé ne peut bouger une oreille sans l'accord de la France.
Alex
Scritto da: Alex | 03/12/10 a 00:04
Dire oggi che Bozizé (od altri) non possa "muoversi" senza l'avallo di Parigi (o Londra o Washington...) è esagerata. I rapporti di forza sono ormai cambiati. Chiaro che certe influenze sussistono ancora, ma non hanno più il successo che potevano avere alcuni decenni orsono.
Scritto da: almagara | 03/12/10 a 15:28
La mentalità africana cambia poco se viene espressa dai "semi-dei" o dalla gente comune. Tra la "città" ed il "villaggio", vi è infatti poca differenza.
Indubbiamente, le elezioni sono tappe ancora incerte (vedi le recenti in Guinea Conakry e Costa d'Avorio) che meritano molta attenzione.
Per quanto concerne l'arricchimento illecito, anche la WB ed l'IMF non possono fare più di tanto. Il sistema è quello che è, e per cambiarlo (se si potrà cambiare) ci vorranno generazioni.
Si usano "escamotages" quali il congelamento (sospensione) degli aiuti finanziari... Ma a che serve? Sospende uno (ex. IMF) ed un altro arriva (China, Fondi arabi, Egitto, India... per il Sudan).
Non è davvero facile.
Scritto da: almagara | 03/12/10 a 15:44