Tra il 1990 e il 2007 l'aspettativa di vita in Swaziland si è addirittura dimezzata, passando da 60 a 31 anni.
Lo riferisce uno studio realizzato dall'organizzazione umanitaria "Medici senza frontiere",operante nel Paese sudafricano, dal titolo:"Combattere una doppia epidemia".
Sono infatti due le malattie che, secondo MSF, hanno drammaticamente ostacolato in questi anni la vita della popolazione: la tubercolosi e l'Aids.
Dai dati dello studio in questione emerge che il 26% è affetta da immunodeficienza acquisita.
I casi di tubercolosi invece sono 1.198 ogni 100mila abitanti.
La grande maggioranza dei malati di HIV ha anche la tubercolosi, che è la più importante causa di morte tra i pazienti HIV positivi.
Inoltre una nuova sfida sta emergendo nella forma di una tubercolosi resistente ai farmaci.
La morte di molte persone-continua lo studio di MSF -sta creando una pletora di orfani nel Paese e riducendo fortemente la forza lavoro.
Per di più si è di fronte ad una grossa carenza di personale medico con conseguente difficoltà a fare diagnosi tempestive e mancanza di medicinali idonei alle cure.
Senza contare che le strutture sanitarie per diagnosi e ricovero dei malati sono inesistenti in alcune realtà o inadeguate in altre.
Il motivo è che lo Swaziland è un piccolo Paese rurale, costituito da una quantità di villaggi ma tutti isolati tra loro.
Certamente le autorità locali si stanno attivando per mettere un argine al dilagare delle malattie e lo stanno facendo unitamente a Medici senza Frontiere, sempre presenti e attivi lì dove l'urgenza chiama.
Ovviamente non si può pensare ad un miracolo repentino per cui, al momento, i successi sono ancora troppo marginali.
Ragione di più per informare l'opinione pubblica attraverso un blog o attraverso i "media" tradizionali come radio, tv, giornali.
L'importante è non fingere di "non sapere".
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
Ultimi commenti