Oggi si apre con un'ottima notizia.
Il livello della produzione agricola-comunicano fonti molto attendibili- garantisce quest'anno in Rwanda la sicurezza alimentare per la popolazione locale ed è pronta anche per l'esportazione in grande stile.
Tanto è vero che il settore, a quel che risulta dai dati, contribuisce attualmente, in termini economico-finanziari, al 40% del prodotto interno lordo(PIL) del Paese.
Questo è frutto di una oculata politica agraria, messa in atto dal governo negli ultimi anni, che ha progettato e lavorato tenendo conto dell'identificazione dei suoli effettivamente fertili,della formazione professionale dei contadini, dell'utilizzo dei fertilizzanti e di aiuti economici al mondo rurale per incentivarlo.
L'80% della popolazione del Rwanda, infatti, vive del lavoro della terra.
Così alcune produzioni, come quella del mais, ad esempio, sono addirittura triplicate.
In base alle statistiche fornite veniamo a conoscenza che il mais da 100mila tonnellate del 2007 è arrivato ,oggi, addirittura ad una resa di 340mila.
Anche in Zambia, fonti ben informate riferiscono che gli ultimi due raccolti di granoturco sono stati veramente al top.
E proprio nella regione di Lusaka.
Anche qui siamo di fronte a cifre insperate ed insperabili, per un'Africa di cui in Occidente ci viene sempre e solo presentato il volto povero e straccione..
E questo farebbe ben sperare sopratutto in relazione al raggiungimento dei "famosi" obiettivi del Millennio-ONU.
Anche a Lusaka si parla di esportare il surplus cerealico ma qui le cose sono un po' diverse che in Rwanda.
I contadini in Zambia non vendono volentieri allo Stato.Anzi sono molto restii.
Temono di non essere pagati nell'immediato.
E il denaro-si sa- serve per acquistare nuove sementi e fertilizzanti.Nonché tutto l'occorrente per il lavoro dei campi. Fornitura idrica inclusa.
E poi essi hanno anche il grosso problema degli alti costi per trasportare la loro merce ai mercati delle città, in quanto la viabilità, per mancanza d'infrastrutture, lascia molto a desiderare.
Così vendere nei mercati cittadini non è proprio conveniente anche perché gli eventuali e potenziali acquirenti hanno in tasca, di questi tempi, davvero pochi soldi.
Insomma per i contadini dello Zambia,con cui madre-natura è stata ultimamente molto generosa, c'è ancora un tratto di strada da percorrere, ed é tutto in salita, per poter trarre i giusti frutti dal proprio onesto lavoro.
Occorre ottimismo e buona volontà ma sopratutto corrette ed efficaci politiche governative.
Quelle che,qualche anno fa, si chiamavano le"primavere" della democrazia .
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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