C'era una volta, nella savana africana, una giraffa bellissima, alta e snella, consapevole per di più d'essere molto più bella delle altre sue stesse compagne giraffe.
Con questa consapevolezza era divenuta, giorno dopo giorno, superba anche con gli altri animali.
Non rispettava nessuno e si rifiutava di prestare loro aiuto.
L'unica cosa che faceva durante il giorno era andare dicendo:"Guardatemi, io sono la più bella!"
Un giorno però una scimmia, che aveva ascoltato a lungo le sue vanterie, stufa di quest'alterigia fuori posto, pensò bene di darle una lezione.
Le si avvicinò, una mattina, e cominciò a complimentarsi con lei appunto a proposito della sua bellezza.
Alla giraffa vanitosa non parvero veri i complimenti della scimmia,per cui non ebbe difficoltà alcuna ad entrare in confidenza con lei e ad ascoltarla.
La scimmia, infatti, facendo leva sulla sua vanità ma anche sulla sua golosità,le disse di seguirla nella foresta più intricata allo scopo di cogliere dei datteri dolcissimi da un albero molto alto, che lì si trovava.
La nostra sciocca giraffa, credulona nonché vanesia, non se lo fece ripetere due volte e seguì la scimmia.
Giunte sul luogo, la giraffa si diede un gran da fare, allungando il suo elegantissimo collo per raggiungere i ghiotti frutti.
Ma, provò e riprovò più volte, e proprio, per quanto si sforzasse con tutte le sue forze, non riuscì a raggiungerli.
Allora la scimmia le chiese il permesso di saltarle sul dorso e poi sul lungo collo.
E da lì, in un attimo, raggiunse e staccò agevolmente l'agognato ramo di datteri.
Poi, rivolgendosi alla giraffa, le disse:" Amica mia, come vedi, per quanto tu sia bella, alta ed elegante, non puoi fare comunque a meno dell'aiuto degli altri".
La favola insegna che ciascuno di noi, chiunque sia e ovunque si trovi, ha bisogno dell'altro.
Perciò la stima e il rispetto del nostro prossimo non devono mai venire a mancare, in qualunque circostanza,pena, quasi certamente, una figuraccia scontata come quella capitata alla nostra giraffa della favola.
(Dedicata al mio piccolo DIEGO e a tutti i bimbi come lui, i cui papà e mamma avranno magari la gioia e la pazienza di raccontarla).
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
Bellissimo apologo, sulla scia dei poetici Esopo e Fedro con finalità formative ed educative.
Tesea
Scritto da: Tesea | 30/05/10 a 21:50
Grazie, carissima Tesea!
Un bacio di "buonanotte".
Affettuosamente,Marianna.
Scritto da: marianna | 30/05/10 a 23:31
Salve Marianna, saprebbe dirmi gentilmente da quale testo ha recuperato questa favola? Ne avrei bisogno per una lavoro a scuola. Grazie :)
Scritto da: Angela | 25/08/19 a 23:32
Cara Angela, se non ricordo male, la favola è in un libro di favole africane pubblicato dall'EMI di Bologna.L'EMI è un'editrice missionaria.Cerca il catalogo in internet e troverai tante belle favole per il tuo lavoro scolastico. Ciao. Un abbraccio. Marianna
Scritto da: mariann amicheluzzi | 26/08/19 a 09:11
La ringrazio tanto, proverò a cercare! Intanto mi piacerebbe sapere se questa è la versione originale o se si tratta di una rielaborazione, poiché in rete se ne trovano di altre leggermente diverse. Un caro saluto, Angela
Scritto da: Angela | 26/08/19 a 11:03
Chi ha scritto effettivamente questa
fiaba?
Scritto da: Stefania | 26/10/21 a 17:28