All'ultima edizione del Salone Internazionale del Libro al Lingotto di Torino, è passato, un po' sotto silenzio, un volume molto interessante e provocatorio ,scritto a più mani ed edito dalla Marsilio di Padova.
Si tratta di "Le crisi umanitarie dimenticate dai media".
A presentarlo è stata la nota organizzazione umanitaria internazionale "MEDICI SENZA FRONTIERE".
Obiettivo del libro è quello di stimolare chi di dovere, ossia il mondo della carta stampata e delle tv, finanziatori e attori in campo insieme, a fare un'informazione seria, precisa e puntuale su realtà lontane, di cui il lettore occidentale viene a conoscere, quasi sempre ,soltanto delle mezze verità.
Implicitamente ciò significa destinare alla politica estera, più risorse.E non solo a quella politica di Paesi con cui abbiamo rapporti privilegiati per via, in genere, di transazioni commerciali o comunque di grossi affari.
Tra le tante firme prestigiose, anche del nostro più quotato giornalismo come Mastrogiacomo, Alberizzi, Porzio e Nucci, quella che emerge in particolare nel libro è la firma di David Rieff.
David Rieff, classe '52, è un corrispondente e un valido analista politico statunitense, molto vicino, sul piano valoriale, a MEDICI SENZA FRONTIERE.
Lo troviamo sulle pagine del "New York Times Magazine" ma anche su alcuni noti periodici italiani come "Internazionale".
Rieff, che ha pubblicato anche dei romanzi-verità in Italia come, ad esempio, "Gli ultimi giorni di Susan Sontang"(2009),riflette, senza troppi peli sulla lingua, su come vengono affrontate e poi proposte, dai giornalisti e fotorepoter in genere, le grandi crisi umanitarie.
A mio parere evidenzia innanzitutto(cosa importantissima) il fatto che le famose organizzazioni umanitarie hanno perso ormai da tempo la loro proverbiale neutralità.
E ciò, che si deduce dal tipo d'informazione che esse mandano in giro tramite i loro bollettini e che fa sì che noi si legga che ci sono necessariamente da una parte solo i buoni e dall'altra i cattivi. Anzi i cattivissimi.
E questo-scrive Rieff- è propaganda.
Se questo non è vero,perchè secondo Rieff non esiste il male assoluto(anche i ribelli nella famosa crisi del Darfur, ad esempio, possono essere cattivi quanto lo sono stati o lo sono i loro avversari), occorre analizzare uomini e situazioni con attenzione, distacco critico e quindi intelligenza.
E poi l'aiuto umanitario è per tutti e deve assolutamente durare nel tempo.
Niente "mordi e fuggi" come invece, nella maggior parte dei casi ,si verifica quasi dappertutto.
Non è né facile, né semplice. Si sa. Però occorre provarcisi.
Accanto ai contributi giornalistici dei diversi inviati, unitamente a quello di Rieff ovviamente, MEDICI SENZA FRONTIERE,che da noi, lungo le coste della penisola, è superimpegnata con il suo personale per il soccorso ai migranti, nel libro in questione pubblica anche la Top-Ten della propria organizzazione sulle crisi umanitarie e dimenticate.
Crisi ,che sono veramente tante e tutte sparse sul pianeta, anche negli angoli più remoti e più impensabili.
Leggere induce a valutare che cos'è l'uomo realmente...
Ancora ,l'Osservatorio di Pavia si occupa nel testo di quanto spazio è dedicato dai Tg italiani alle aree di crisi.
Insomma una proposta intelligente, quella di questo contributo di carta stampata ,che deve rendere il lettore di giornali e il telespettatore decisamente coraggioso e più esigente nei confronti dell'informazione.
Infine,per il piacere del "bello"...(anch'esso fondamentale) il tutto è arricchito dagli splendidi lavori del cartoonist Bruno Bozzetto.
Buona lettura, buona visione e sopratutto ......buona riflessione.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
Buoni e cattivi sono termini relativi, visto che di solito i cattivi si considerano buoni e che i buoni sono spesso considerati cattivi. Di fronte a buono e cattivo, la domanda è: per chi? Se il libro apre il dibattito, è sicuramente utile
Un abbraccio, a presto
dragor (hournal intime)
Scritto da: dragor | 28/05/10 a 11:54
Rieff per me è una scoperta recentissima.
Sono partita da un'intervista televisiva e sono arrivata al libro.
A mio parere è un "puro", che crede molto in ciò che fa.
E non teme di dire le verità scomode.
Mi basta.
Anche perché, tu sai bene, che MEDICI SENZA FRONTIERE sono gli unici presenti in luoghi, dove operare è particolarmente complicato.
Lampedusa inclusa.
Un abbraccio.
Marianna
Un abbraccio.
Scritto da: marianna | 30/05/10 a 19:39