Lo scorso gennaio(ma è importante ricordarlo anche se è trascorso del tempo) si è svolto, a Pordenone, in un clima di ascolto e di partecipazione, un incontro con la città e tutte le associazioni di volontariato internazionale presenti sul territorio.
Ospite d'onore e relatore: Sergio Marelli, direttore di Volontari nel Mondo-Focsiv e presidente delle ONG italiane d'ispirazione cattolica.
Il tema del dibattito era:"Il futuro del volontariato internazionale".
Anche se io ricordo sempre molto bene ciò che disse don Ciotti, in un'altra occasione, a proposito dell'Africa e del volontariato internazionale e cioè che l'ideale sarebbe stato che l'Africa non avesse avuto più bisogno di volontari , Ong e cooperanti..., l'incontro di Pordenone merita.
Merita intanto per la presenza di un folto pubblico giovanile.Circa 150 tra ragazzi e ragazze.
E questo significa che non ci sono in Italia solo giovani dediti allo"sballo" ma anche ragazzi e ragazze capaci di coltivare idee ed ideali.
Inoltre, di questi tempi, con l'attuale politica del Governo, la situazione della cooperazione internazionale si presenta davvero delicata.
In 50 anni di storia del Volontariato Internazionale, secondo Marelli, due sono gli elementi co-essenziali ed inseparabili, cui prestare molta attenzione.
Il primo sono i "progetti" da elaborare e svolgere nei Paesi in via di sviluppo(PVS); il secondo è l'azione d'informazione, educazione e lobby da realizzare nel contesto italiano in vista di una trasformazione dei nostri stili di vita.
Il vecchio stile del volontario "romantico", che agisce in proprio, staccato dalla propria società d'appartenenza, che lo esprime -sottolinea Marelli- non esiste più, non ha più ragion d'essere.
Così come i progetti, che devono assolutamente tenere conto dei contesti in cui si calano e delle eventuali analoghe esperienze delle ONG omologhe dei Paese d'accoglienza.
Poi si è parlato di pace e gustizia. Paroloni grossi in un mondo terribilmente ingiusto e sconvolto in più parti da guerre a bassa intensità. Ma guerre comunque.
Per Marelli la pace e la giustizia si ottengono eliminando le strutture di peccato.
E per strutture di peccato basti pensare ai sette vizi capitali.... avarizia in primis.Volere cioè la roba dell'altro.
Infatti quando parliamo di petrolio e minerali pregiati sottratti all'Africa, non stiamo forse parlando di questo?
Quando parliamo di stupri in guerra, spesso prevalentemente guerre civili, non parliamo di lussuria ed ira?
in una sorta di circolo vizioso sono proprio le strutture di peccato, poi ,a generare povertà.
Infine cosa molto importante per i giovani aspiranti volontari,presenti in sala, Marelli ha ricordato che,per partire, occorre il bagaglio il più solido possibile.
Anche se poi- ha aggiunto- lo spazio di questo bagaglio non deve essere riempito interamente.
E' necessario-ha proseguito- leggere, studiare, conoscere la storia del Paese dove siamo diretti e, naturalmente, con ciò un approccio professionale autentico.Non si va infatti a girarsi i pollici o in viaggio d'escursione.
Ma fondamentale è non dimenticare le "pantofole da casa".
Ossia il saper entrare ovunque con discrezione, nel modo più delicato possibile.Sempre e solo nel rispetto dell'altro ,di cui siamo "ospiti".
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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