L'Occidente e i figli d'Africa.
Recensendo il saggio di Aminata Traoré "L'Africa umiliata", edito dall'editrice Avigliana-Roma, Hamid Barole Abdu,poeta eritreo scrive: "A differenza dei popoli africani, sfruttati da sempre dal "bianco",l'Occidente ha l'intelligenza di trovare mille e un punto di coesione, sopratutto quando si tratta di fare la" guerra" contro il nemico. Un nemico, per altro, inerme vuoi per posizione che per definizione.L'Africa cioè, un continente che, si sa, esiste da sempre solo in quanto oggetto di sfruttamento".
Ma in che modo l'Occidente oppone la sua resistenza?
"Tutti gli Stati dell'Unione Europea-precisa il Nostro- concordano in un punto: fermare le ondate migratorie provenienti dall'Africa.E lo fanno anche grazie alla complicità di Paesi del Nord-Africa come la Libia e il Marocco, disposti ben volentieri a svolgere il ruolo di paesi-soldato".
"Il campo di gioco in cui gli europei mettono in atto le loro azioni perverse contro i dannati della Terra- continua Hamid- è in Africa ma anche in casa propria. Laggiù applicano politiche di saccheggio e sfruttamento delle risorse, lasciando le briciole ai capi di Stato africani,fantocci messi al potere da loro stessi; qui, in Occidente, innalzano invece muri d'indifferenza e barricate insormontabili.Muri e barricate anche verso quei lavoratori immigrati ,che da anni ormai risiedono in Europa. Quando non sono pesi inutili, questi uomini e queste donne, infatti vengono visti come criminali.Ossia un'autentica minaccia per la sicurezza pubblica".
Sicurezza pubblica è ormai il refrain della canzone che canta, in coro unanime, l' Europa del Terzo Millennio.....
ndr. La recensione integrale di Hamid Barole Abdu è pubblicata sul periodico "solidarietà come", n.324, 15 giugno 2009.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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