Il Sudafrica è tra tutti i Paesi africani , che noi si sappia, quello più vicino al cosiddetto "primo mondo" per standard di vita medio.
E' tra l'altro un Paese che ,in attesa dei campionati mondiali di calcio del 2010, si sta rifacendo un look adeguato nelle principali città. E piuttosto anche in grande fretta.
I lavori fervono in ogni dove. Si va infatti dalla costruzione di stadi ed edifici pubblici a miglioramenti della viabilità in generale(ponti-strade-ferrovie) nonchè al potenziamento delle comunicazioni via internet, indispensabili, insieme alla telefonia mobile, quando arriveranno in loco giornalisti da tutto il mondo.
Eppure laggiù le cose non vanno.
E non vanno bene affatto da parecchio tempo.
E questo prima e dopo la presidenza Zuma, indipendentemente dagli scandali politici per corruzione e dal deteriorarsi del ruolo dello storico partito(ANC) di Nelson Mandela.
Essendo il Sudafrica un paese molto più ricco ,rispetto ovviamente a quelli confinanti dell'emisfero meridionale,appena si creano le condizioni idonee, moltissimi profughi dagli Stati limitrofi(Zimbabwe-Mozambico-Tanzania) passano da clandestini le frontiere.Lo raggiungono e cercano sopratutto lavoro e magari una sistemazione decente per sé e per la propria famiglia.
Ma ci sono anche i" poveri" del Sudafrica.Quelli con cui fare i conti.
Conti amari,direi.
Infatti la fine dell'apartheid, nonostante le tante belle parole spese dai politici locali, non ha risolto tutti i problemi interni. E gli slums sono ancora lì ,che ospitano gente che spesso non sa cosa fare e cosa dare da mettere sotto i denti ai propri figli ,quando i morsi della fame attanagliano lo stomaco.
Ecco così spiegati i tanti disordini di Johannesburg o Pretoria o Città del Capo, di cui i "media", ogni tanto, c'informano.Disordini che sovente lasciano anche parecchi morti sul terreno.
Per non parlare poi del" razzismo alla rovescia",che si è venuto a creare negli ultimi tempi nei confronti dei bianchi, i quali talora sono stati addirittura costretti a chiedere asilo politico e lo stato di "rifugiato" a nazioni come il Canada.
Ora, in questi giorni, l'Istituto sudafricano per le relazioni interraziali(SAIRR) ha prodotto una ricerca che, in rapporto ai redditi da lavoro, ci offre l'esatta misura di come stanno le cose in termini di uguaglianza o disuguaglianza economica tra i vari gruppi razziali presenti nel Paese.
Si tratta di un lavoro molto interessante, che analizza, a livello statistico, secondo l'indice di Gini, i vari gruppi umani dai neri ai coloured ai bianchi.
Lasciando agli esperti di addentrarsi tra le cifre, le conclusioni del rapporto dicono che c'è stata sì una buona crescita di reddito, anche insperabile, dopo la fine dell' apartheid, per la popolazione nera ma essa non è affatto unforme.Anzi si registra ,ultimamente, una crescita della disparità proprio all'interno del gruppo della gente nera.
Meglio va invece per i coloured e gli indiani con una crescita del reddito medio per entrambi i gruppi che raggiunge, poco più poco meno, il 4%.Ed è un buon risultato.
Per i bianchi , contrariamente alle aspettative ma per certi versi prevedibile,rispetto al passato c'è purtroppo un abbassamento dell'indice dallo 0,50 di dieci anni fa(fine apartheid) allo 0,46 del 2008.
Insomma questi segnali vanno colti e analizzati dentro e fuori il Sudafrica . Specie se politicamente si vuole davvero dare una mano all'Africa. E non limitarsi da parte dei Governi occidentali a fare semplicemente affari per occupare le proprie imprese nazionali e vendere le proprie merci come sta accadendo già ora, un po' da parte di tutti, in occasione dei Mondiali.
E' verissimo che gli affari sono affari, ma lavorare in contesto affidabile, sotto il profilo della stabilità sociale, conviene ad entrambe le parti in causa(può voler dire affari in meglio e di più) e conviene, in generale, a tutti.
Conclusione?
Una corretta politica internazionale, che si serva di diverse scienze ausiliari come la sociologia, la demografia,la statistica, la storia, l'antropologia per programmare e fare, è cosa non buona ma decisamente buonissima.
Ben vengano allora, a mio avviso, studi e ricerche in tal senso.
La pace autentica potrebbe scaturire anche da un primato del genere.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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