Il gruppo italiano ENI in Africa, precisamente nel tratto di territorio a nord-ovest dell'Uganda, sul confine con la Repubblica democratica del Congo, ha acquisito dalla compagnia canadese Heritage Oil i diritti di prospezione per estrarre petrolio dal lago Albert.
Si tratterebbe addirittura dell'intera quota in possesso della Heritage ossia il 50%, per un valore di 1,35 miliardi di dollari USA.
Questo è quanto è scritto nel sito web dell'ENI.
Informazione invece smentita nel sito della HERITAGE, che non parla di accordi ma di intenti,vincolati per altro a verifiche e a condizioni.
E il tutto realizzabile probabilmente, come trattativa, alle stesse condizioni economiche(il famoso miliardo e mezzo di euro), nei primi quattro mesi del 2010.
Versioni contrastanti circa la validità dell'affare esistono anche per quel che riguarda il numero di barili, che possono ricavarsi dai "blocchi" in questione.
Perl' ENI si parla addirittura di oltre un miliardo di barili mentre per la canadese Heritage non si va oltre i trecento milioni .
Chi delle due compagnie avrà ragione?
Staremo a vedere ad affare concluso.
Il nervo scoperto però, per JAMBO AFRICA, è un altro.
I territori ,dove sono situati i pozzi petroliferi, sono in una zona strategica per l'Africa, già ricca di per sé di tensioni per guerre e contrasti interni.
Si tratta di Uganda, per altro un Paese con mille problemi di povertà conclamata e tutti ancora da risolvere per la sua gente; e della Repubblica democratica del Congo, dove non si sorride affatto e si muore per molto poco. Vuoi a causa di ribelli sbandati ,vuoi per l'avidità di soldati dell'esercito regolare non pagati.
I Presidenti dei due Paesi, dopo alcuni disordini da una parte e dall'altra, pare tuttavia si siano accordati per un uso "collettivo" del petrolio della zona di confine.
Ma che tipo di accordo sarà? E sopratutto cosa ci guadagnerà la popolazione civile, tanto ugandese quanto congolese, in termini di qualità della vita da quest'ennesima" rapina" legale?
Basterà loro un salario minimissimo di due o tre dollari al giorno per poter vivere con dignità?
Certo essi saranno felici.
Perchè? Perché significherà assicurare almeno un pasto al giorno alla propria famiglia, ai propri figli.
Resta comunque, almeno per me, tout court, la solita "porcheria" neocolonialista, cui pare quasi impossibile porre la parola fine.Tutto cambia perché nulla cambi. E sappiamo anche perchè.Noi... nelle nostre comode e confortevoli case del "primo" mondo.
A cura di Marianna Micheluzzi(Ukundimana)
Una denuncia efficace che colpisce nel segno. Ho visto come si sfrutta la mano d'opera nell'ex Zaire. I minatori che estraggono i diamanti calandosi in buche che rischiano di seppellirli da un momento all'altro guadagnano appena il necessario per non morire di fame mentre una piramide di sfruttatori si arricchisce sulla loro pelle, dal primo speculatore che compra i diamanti per una miseria al gioielliere della rue Saint-Honoré che li rivende a prezzi astronomici. Un emblema di come vanno le cose in Africa e con il petrolio è lo stesso.
Buona giornata, a presto
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 24/11/09 a 14:17
Les compagnies pétrolières se comportent très mal en Afrique, elles ne pensent qu'à s'enrichir sur le dos des pauvres travailleurs africains, c'est une honte et comme le dit Dragor il n'y a pas qu'avec le pétrole hélas. Il faut s'indigner tout le temps. Abbraccio, Eliane
Scritto da: Eliane Micheluzzi | 24/11/09 a 17:55
Concordo con Dragor. Le bricciole vanno alla popolazione. Un po' più delle bricciole ai governanti locali. Non non ancora compreso a fondo come facciano i leader locali a sfruttare i loro concittadini (sì, forse la parola 'concittadini' è un po' grossa). Mancanza di coscienza (conoscenza!) da parte della popolazione? Una volta un africano mi disse che gli africani credono al loro capo, il loro capo non sbaglia.
Certo anch'io, che sono cosciente dello sfruttamento che c'è, continuo a prendere benzina dall'Agip come dalla Essoe ...e poi vado a tenere il banchetto di Natale per raccogliere soldi per progetti in Africa.
Scritto da: EnricoB | 24/11/09 a 21:52
Ciao ragazzi, analizziamo l'inferno causato dal petrolio in Congo: www.CamminandoScalzi.it
Scritto da: Camminando Scalzi | 26/11/09 a 10:28