E' proprio questo ciò che chiedono al presidente francese Nicolas Sarkozy molti membri di spicco della diaspora africana a Parigi nonché le associazioni e i movimenti dei giovani africani,in genere studenti universitari, impegnati nello sviluppo dei propri Paesi d'origine.
Ma che cos'é la Françafrique?
La Françafrique altro non è che la fitta rete parallela di relazioni, piuttosto ambigue e molto oscure, tra Parigi e le sue colonie.
Relazioni che hanno soltanto l'obiettivo di prendere tutto il prendibile, uomini e cose, dall' Africa allo scopo di arricchire la Francia. O forse meglio...i suoi governanti, con la complicità dei non pochi dittatori africani, in genere avidi e senza troppi scrupoli.
Gli africani della diaspora queste cose le sanno bene e ne vorrebbero giustamente la fine.
Pertanto si sta organizzando per novembre, sempre a Parigi, una marcia pacifica, cui prenderanno parte moltissimi uomini e donne africani ma non solo,il cui punto d'arrivo sarà l'Eliseo.Lì si chiederà al presidente Sarkozy appunto l'atto di morte della Françafrique.
Sarkozy questo lo aveva promesso nel 2007, a Cotonou, capitale del Benin, nel 2007.
Ovviamente le promesse non sono state mantenute e....non sappiamo se,anche dopo novembre, eventualmente lo saranno.
Siamo cresciuti abbastanza infatti per coltivare dubbi ma la speranza di un cambiamento è sempre lì davanti , pronta a vedere come potere e sapere cogliere il momento propizio, l'occasione giusta per la svolta.La resa invece è sterile, non genera frutti.
Anche se fonti ufficiali smentiscono, ultimamente la Francia, ad esempio, ha giocato un ruolo non indifferente nelle elezioni presidenziali in Gabon, sua ex-colonia.
Le elezioni hanno visto vincitore Alì Bongo,figlio di Omar Bongo, il defunto presidente Omar Bongo, che ha governato ininterrottamente, da padre-padrone, sulla sua gente per ben 41anni.
E tutto questo con il beneplacito dell' establishment francese.
Ecco un esempio di Françafrique.
A cura di Marianna Micheluzzi(Ukundimana)
sono comunque relazioni molto complesse da gestire . Ci vuole un'alta capacità di fare politica da ambedue le parti.
Scritto da: piera D. | 25/09/09 a 11:42
Cara Marianna, il signor Bongo ha dato una bella definizione della Françafrique : "L'Africa senza la Francia è come una macchina senza autista, e la Francia senza l'Africa è come una macchina senza benzina". Oggi, c'è una vera rottura con la Françafrique. Le cose non si fanno più di nascosto. Quando Sarkozy ha incontrato Tandja (Niger) nel suo ultimo viaggio in Africa, gli ha detto addirittura : "O.K. Vuoi fomentare un golpe (secondo la costituzione, il tizio non ha il diritto rappresentarsi alle elezioni) la Francia ti sosterrà ma prima devi firmare il nuovo contratto con Areva per lo sfruttamento dell'uranio...Percio in Francia non diciamo piu Françafrique ma diplomazia disinibita. E più trasparente ! Perché il nostro presidente non sopporta l'ipocrisia !
Alex
Scritto da: Alex | 25/09/09 a 15:12
esattamente quanti uomini ha dislocati in Africa la legione straniera?
Scritto da: Andrea | 25/09/09 a 15:56
Il Presidente Sarkosy non sopporta l'ipocrisia ? non sono sicura, non faccio fiducia alle sue parole, scusi Alex, lei cherza o no ?
Hai capito Marianna la mia reticenza concernante Sarkosy non lo credo sincero, ci sono sempre degli interessi dietro tutto, una pessimista...
Eliane
Scritto da: Eliane Micheluzzi | 25/09/09 a 18:18
Bisognerebbe prima sentire cosa ne pensa il presidente del Presidente: Carlà.
Tesea
Scritto da: Tesea | 25/09/09 a 21:32
Cari amici tutti,Piera dice bene quando sottolinea la necessaria maturità politica degli Stati africani per potersi sganciare dalla Francia.E' infatti l'optimum.
Alex giustamente ironizza utilizzando il termine "diplomazia disinibita" al posto di Françafrique. Pertanto, cara Eliane, tu e Alex siete in perfetta sintonia.
Ad Andrea dico sinceramente che sulla legione straniera non so assolutamente niente tranne l'alone di "romanticismo", che la connotava un tempo.
A Tesea, come sempre, piace scherzare e nello scherzo inserisce sempre un pizzico di verità.
Per me,che ho fiducia nelle giovani generazioni dei Paesi africani, in patria o in diaspora indifferentemente, l'augurio è che sganciarsi dall'ex-potenza coloniale avvenga quanto prima.
L'Africa per realizzare l'autentica democrazia deve camminare con le proprie gambe.
Se sbaglierà in qualcosa è fisiologico che avvenga e poi, si sa, sbagliando s'impara.
Meglio sbagliare in proprio che continuare ad essere eterodiretti dai dittatori in patria o dagli ex-padroni in combutta con i primi.
Un abraccio affettuoso a tutti e un grande "grazie".
Buona serata!
Marianna
Scritto da: marianna | 25/09/09 a 21:56
Dubito che Chavez o Ahmadjinejad possano far meglio dei Francesi.
E, di certo andrebbe peggio, se i nuovi "colonizzatori" fossero i petrolieri arabi, i compagni cinesi o, peggio, i mullah pakistani.
Mi chiedo da tempo se è possibile decolonizzare compleamente le Colonie e temo che non sia possibile ...
Guarda gli Ispanici, che le Revoluciòn le hannoò fatte, e guarda quanto dipendono ancora, almeno culturalmente, dall'inprinting di Madre Spagna e, prima di lei, dei "proto-colonizzatori" Toltechi.
Se fasciamo un attrezzo e poi lo ricostruimo a modo nostro, quello che viene fuori è una cosa diversa con funzioni diverse.
La Colonizzazione modifica riti, rapporti etnici, strati e ceti sociali: è una mutazione.
E' un processo irreversibile.
So come la pensano gli Africani a riguardo, ma noi Europei abbiamo cancellato l'organizzazione sociale e tecnologica preesistente e sfruttandole etnie nei ritagli colonali riservati alle varie "Potenze".
Adesso, chi comanda lì è un ceto di predatori (che vendettero i loro servigi all'Europeo di turno) e di signorotti emersi dal nulla in soli 100 tragici anni, ovviamente grazie a qualche relazione con l'Europeo di turno (preti inclusi).
Attualmente, solo l'Algeria, il Sudafrica e l'Egitto hanno alcune fabbriche metalmeccaniche che possano dirsi tali.
L'unico polo chimico, sola estrazione e prima raffinazione del petrolio, è in Nigeria.
Come venirne fuori proprio non saprei, anche se i Francesi sono quelli che ci sono andati davvero pesante nelle loro colonie e che le cose, come tu scrivi, DEVONO cambiare.
Paradossalmente, in America è andata meglio: le etnie precolombiane sono state cancellate o "fuse" con i Latini nel Centrosud e con gli Africani nel Nord.
Tutti gli Ispanici hanno un antenato partito da Oporto, Napoli, Barcellona, Ceuta, La Coruna, Vigo e Cadice.
Tantissimi AfroAmericani hanno un antenato Cheyenne.
Il risultato?
Sono ormai in grado di prendere il governo delle proprie cose e di competere alla pari con le altre zolle continentali.
In Africa, mi fa paura che si verifichino nuovi Congo o nuovi Ruanda.
Cmq, l'autodeterminazione dei popoli è un principio sacrosanto.
Liberté!
ciao
Scritto da: demata | 26/09/09 a 09:53
Sbarazzarsi della Françafrique? Cara Marianna, non dipende dal presidente e nemmeno da Carla, come dice scherzosamente ma non troppo Tesea. Dai tempi di Jacques Foccart, il suo fondatore, la Françafrique agisce in modo indipendente dai presidenti, anche se spesso influenza il loro comportamento. Indifferente ai vari cambiamenti di regime, resta in sella con la destra o con la sinistra. Come l'acazu rwandese dei tempi di Habyarimana,è una rete d'interessi che stabilisce relazioni con le ex colonie, qualche volta alla luce del sole, qualche volta in segreto, qualche volta d'accordo con il governo, qualche volta a sua insaputa. I propositi di Sarkozy hanno lo stesso valore di un presidente italiano che dice: "Voglio eliminare la mafia." C'è il caso che sia lui a a essere eliminato.
Buon sabato, a presto
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 26/09/09 a 11:05
ciao a tutti, sono rimasta sbalordita, dai commenti di alex, che crede che l'africa è un serbatoio dove i francesi verranno sempre ad attingere, siamo stanchi, noi africani dello sfruttamneto della nostra terra, da quelli che sostengono i dittatori africani e poi prendono misure severe contro l'immigrazione che è la conseguenza di questo sfruttamento. Caro alex, l'umiliazione è tanta, non abbiamo più intenzione di lasciare ai nostri figli e pronipoti la disperazione e tanto meno la resa davanti all'arrognza e la prepotenza dell'occidentale senza scrupoli che viene nelle nostre terre da ladro e pretende di essere chiamato signore, salvatore.
L'africa può farcela da sola, prima della colonisazione i nostri antenati erano autosufficenti, anche se si è falsificata la storia dell'africa. Quello che sta succedendo in congo per esempio non è una guerra etnica come piace all'occidente bollare tutte le guerre in africa. E una guerra per il controllo delle risorse minerarie di quel paese, una guerra telecomandata dall'estero, dai paesi ricchi. Lasciate l'africa in pace e vedrete che gli africani non sono scemi come vi piace presentarci.i nostri antenati hanno costruito imperi prima dell'arrivo dell'uomo bianco, anche se in nessun dei vostri libri di storia ne parlate, cosi i figli d'africa si sentiranno inferiori....grosso sbaglio.sono una africana che conosce bene la storia dell'africa prima dell'arrivo dell'uomo bianco....!!!!Un popolo si libera da solo non ha bisogno di democrazia importata che non ha mai funzionato!!!!
Scritto da: nkusu | 01/10/09 a 09:46
Cara amica, io conosco Alex e so che ama e rispetta l'Africa.Lui ironizzava sulla situazione.Perciò è d'accordo in linea di massima su quello che tu scrivi e pensi.
Anzi è Alex che mi dà spesso delle dritte per comprendere meglio le questioni africane.
Quanto a me condivido il tuo pensiero e cioè l'Africa agli africani.E stop.
E' giusto così per moltissime ragioni, incluse quelle storiche,cui tu fai riferimento.
Un abbraccio affettuoso e torna ancora.
A me farai soltanto piacere.
Marianna
Scritto da: marianna | 01/10/09 a 13:04