Dello sfruttamento petrolifero del Delta del Niger da parte delle multinazionali straniere(ENI inclusa) si è già parlato, qualche tempo fa, in JAMBO AFRICA.
Ora è bene chiarire invece,per chi ignora il problema, che cos'è il gas flaring e perché gli ambientalisti di mezzo mondo si battono contro di esso.E ancora perché in Nigeria il fenomeno è particolarmante grave e perchè, chi di dovere,dal Governo alle società petrolifere coinvolte, non fa assolutamente nulla.
Semmai tramanda di giorno in giorno con i pretesti più svariati.
Il gas flaring è quel fenomeno,visibile ad occhio nudo, che accompagna di norma l'estrazione del petrolio dal sottosuolo e che brucia solitamente,nei Paesi in via di Sviluppo, all'aria aperta.
Secondo gli esperti del settore il fenomeno si traduce in primis in uno spreco notevole di energia, come appunto sta accadendo per la Nigeria. E poi sopratutto concorre ad aumentare notevolmente le emissioni di gas -serra nell'atmosfera.
E noi ormai, con il clima impazzito di questi ultimi anni, sappiamo bene cosa ciò voglia dire.
Poi si prosegue(sono sempre gli esperti ad informare) con tutta un'elencazione di possibili e reali malattie, cui va incontro la popolazione civile e gli stessi lavoratori presenti nell'area interessata.E cioè: bronchite,asma, malattie renali, cancro.
Per non parlare del suolo agrario inquinato(come del resto di quella che dovrebbe essere l'acqua potabile del Niger e dei suoi affluenti e non lo è),il quale vede ridotta drasticamente la produzione.
Cattiva alimentazione ancora che significa anche vorticosa riduzione di aspettativa di vita(nelle zone del Delta, ad esempio, 41 anni , per uomini o donne indifferentemente,sono già tanti).Nonché se la terra non produce abbastanza, vengono meno anche i commerci spiccioli, quelli che praticano le donne con tanta buona volontà ai mercati.E sempre nella speranza di avere qualcosa in più in casa per allevare dignitosamente i propri figli.
Tornando al gas flaring, già dai tempi in cui la Nigeria era una colonia ed era iniziato lo sfruttamento petrolifero(anni'50 del secolo scorso), ci si batteva ,in loco, da parte di associazioni, cittadini comuni e lo stesso Governo perchè fosse dato lo "stop".
Oggi, nei confronti delle multinazionali che operano in Nigeria, l'attuale Governo ha messo "l'alt" alle emissioni.Ma lo ha fatto e lo fa molto timidamente. E questo la dice lunga.Non occorre l'intelligenza di Pico della Mirandola.
La data per il Governo è il 2011.Per Shell, ENI... etc. si procrastina al 2013.
Sarebbe auspicabile comunque, anche dopo Pittsburg,che si pensasse ad investire in Nigeria come in tutta l'Africa, piuttosto nelle fonti energetiche alternative..
Il sole ed il vento(solare ed eolico)nel Continente non mancano di certo.
Così forse potrebbe verificarsi anche una ripresa del settore agricolo, che in Nigeria, prima della scoperta dei giacimenti di petrolio, non era affatto male.
E il petrolio.... nel futuro prossimo venturo della Nigeria e dell'Africa ?
Secondo gli esperti del settore....lasciare il"nuovo" nel sottosuolo e gestire da parte delle multinazionali solo i pozzi aperti e in via di esaurimento.
Realizzare insomma una gestione equilibrata della cosa è fortemente auspicabile Per tutti.Non solo per l'Africa e gli africani.
Ambiente e sviluppo, lo sappiamo, sono strettamente legati e ,chi ne sa, ce lo ricorda ogni giorno.In più esiste realmente una crisi alimentare mondiale, che colpisce in particolare l'Africa.
Il"che fare" è così presto detto.Specie se l'intelligenza dei più( fosse pure solo un'intelligenza egoistica), riuscirà, per una volta almeno , a fin di bene, a prevalere sul desiderio di profitto smodato e irresponsabile dei pochi.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
Di fronte al petrolio siamo nani contro un gigante. Lo prova il fatto che il petrolio ha sempre ragione malgrado l'inquinamento del mare, della terra e dell'aria, malgrado gli umani e gli animali morti. Ogni forma di energia alternativa è regolarmente sabotata nella produzione su larga scala e ha sempre un carattere sperimentale. In realtà il nostro pianeta è prigioniero di una mafia che sacrifica l'interesse generale per quello personale. Chi la contrasta, rischia di lasciarci la pelle. E' già successo e succederà ancora. Come sempre, l'Africa è la prima a farne le spese, come tutti i paesi troppo deboli per opporsi allo strapotere delle muntinazionali.
Buona notte, un abbraccio, a domani
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 27/09/09 a 22:12