Chi sa effettivamente, svegliandosi questa mattina, e dopo aver fatto la sua solita lauta colazione, per poi recarsi a scuola o al lavoro, che oggi è la Giornata Europea per il Dialogo Interculturale?
Ritengo pochissimi.Almeno qui da noi, in Italia.Forse un ristretto gruppo e, magari , appena appena per ragioni professionali e/o di studio.
Sto riflettendo su quella che è stata ieri la presentazione quasi in contemporanea, nelle università di Modena e di Reggio Emilia, del contenuto del Rapporto della Fondazione INTERCULTURA, appunto in considerazione dell'odierna giornata europea.
Ciò che è scritto nel Rapporto, e di cui i "media" hanno ampiamente parlato, non mi sorprende affatto.
Semmai, al contrario, mi addolora profondamente. Anche se ne sono stata sempre perfettamente a conoscenza.
I giovani, spesso pianeta sconosciuto per noi adulti, sono sempre più ostili verso "l'altro", il diverso , lo straniero.
Io ne ho fatto esperienza per tanti anni a scuola, quando insegnavo.Ho ascoltato le conversazioni degli amici del figlio. Ho la consapevolezza di quanto siano viziati i nostri "bamboccioni",come l'odierna sociologia spicciola ha definito i nostri "trenta-quarantenni".E conosco anche la difficoltà di sradicare certe convinzioni.
Eppure mi è difficile entrare in certe logiche, in queste di logiche in particolare.
Il rispetto dell'uomo innanzitutto-io dico! Ma così non è.Si viene smentiti ad ogni passo.
Tornando al Rapporto, le interviste sono state fatte a giovani delle scuole superiori (età 15-19 anni) dei licei ed istituti tecnici o professionali di Padova,Vicenza, Parma, Reggio Emilia,Firenze, Siena,Bari e Lecce.
Emblematico comunque, per me ,che non ci siano città della Campania, della Calabria, della Sicilia e della Sardegna, che siano coinvolte.
Ma questo è un altro discorso ancora...
Leggendo il nostro Rapporto viene fuori allora che, rispetto al resto dei giovani europei(Francia-Germania_Belgio), i ragazzi e le ragazze italiani sono molto più chiusi ed ostili verso lo straniero. Solo l'11% considera infatti l'integrazione degli stranieri un obiettivo da raggiungere oltre al concetto errato ma molto radicato di percepire la presenza di immigrati molto più elevata di numero di quella che in realtà è.
Alcuni, interrogati proprio sui numeri, hanno di fatto risposto con dati al 30%(20 milioni di persone) mentre il dato reale è solo dell'8-10% circa.
E ancora l'87% dei giovani italiani(a fronte del 77% degli europei) vede, per esempio, la popolazione "Rom" come quella degli svantaggiati in assoluto.
Altro forte pregiudizio è quello esistente nei confronti dei musulmani per non parlare poi delle disabilità fisiche che, automaticamente, vanno viste come elemento di esclusione sociale.
Insomma ciò che pensano e talora mettono in pratica i nostri giovani è preoccupante.
Senza creare allarmismi occorre, ad esempio, che l'informazione corretta, nell'era del web, circoli sul serio maggiormente sullo schermo dei computer e raggiunga questo tipo di utenza.
La scuola può fare e non fare.Non è tuttologa. Potrebbe creare comunque con le comunità straniere dei gemellaggi.Potrebbe favorire gli scambi culturali all'estero(anche Africa,per esempio) per discreti periodi di tempo in modo da favorire la nascita di una mentalità capace di guardare al mondo con occhi aperti e non solo orientati sulla punta delle nostre scarpe.
Anche perchè, detto a chiare lettere, il problema più grave oggi, oltre all'aria inquinata e al mare sporco, è sopratutto la minaccia d'estinzione della specie umana a causa della povertà e della violenza.
L'impegno di tutti dovrebbe essere perciò liberare gli esseri umani, tutti, a qualunque latitudine essi vivano e a qualunque cultura appartengano, dalle situazioni d'ingiustizia e di oppressione, di cui il mondo è pieno.
Altro che discriminare.....Semmai il contrario...Imparare a riscoprire la solidarietà.
A cura di Marianna Micheluzzi(Ukundimana)
Sapevo che il 2008 è stato l'anno del dialogo interculturale, ma non che oggi è la giornata europea. Grazie per l'informazione. Secondo il livello culturale, lo straniero è il vicino di casa, l'abitante di un altro quartiere, di un'altra città, di un 'altra regione, di un altro paese, di un altro continente, di un altro pianeta, di un'altra galassia o di un altro universo. Dipende dalla capacità di comunicare, ovvero di inviare e recepire informazioni secondo un codice riconosciuto da entrambi. In mancanza di comunicazione, la percezione avviene tramite stereotipi e pregiudizi. Per vincere i pregiudizi non resta che l'informazione e lo scambio.
Penso che l'integrazione sia l'obiettivo da raggiungere, eliminando radicalmente tutto quello che la impedisce. Non capisco chi non vorrebbe che gli stranieri s'integrassero. In fin dei conti siamo tutti stranieri integrati, me compreso. Chi puo' dire che i suoi antenati abitassero in quel posto?
Un abbraccio, a presto
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 24/09/09 a 09:22
Dragor ha ragione, siamo tutti stranieri integrati, lo penso da molto tempo.
Bacio cara Marianna.
Scritto da: Eliane Micheluzzi | 24/09/09 a 19:04