Poche ore fa l'ennesima imbarcazione italiana ha corso il rischio, nelle acque del golfo di Aden ,di essere vittima di un arrembaggio da parte dei pirati somali. Si tratta di un mercantile,la Jolli Smeraldo che, partita da Mombasa in Kenya, deve raggiungere l'Arabia Saudita. Fortunatamente il tentativo dei pirati, un barchino con sette uomini a bordo,pare, non è andato a buon fine. I marittimi imbarcati sono in prevalenza italiani e ci sono anche nell'equipaggio alcuni uomini dell'est-europeo.
In merito al problema "pirateria", che effettivamente giorno dopo giorno si sta rivelando una piaga purulenta, è opinione della nostra Marina Militare di evitare tentativi di difesa dilettantistici da parte delle imbarcazioni ,oggetto d'attenzione dei pirati, per non dare la stura ad un'escalation di violenza.E qui il riferimento è probabilmente alla Melody, la nave da crociera italiana, il cui equipaggio si è difeso armi alla mano.
Semmai qualsiasi intervento in mare va concertato-dicono i militari- a livello internazionale.Perchè le navi oggetto d'attenzione non sono solo italiane.
Inoltre è fondamentale-essi proseguono- scovare le basi logistiche sulla terraferma, dove i pirati si riforniscono di armi e munizioni.
Quindi contro la pirateria che, sempre i nostri militari, ridimensionandola, definiscono poi un fenomeno sui mari di tutti i tempi ,occorre tanto la deterrenza ossia la sorveglianza costante quanto la capacità d'intervento. Ma quest'ultima deve essere coordinata e gestita da militari esperti.
La Marina Militare Italiana è pronta-dice l'ammiraglio Binelli Mantelli- comandante in capo della nostra Squadra navale. La "Politica" ora faccia la sua parte. Specie se si vuole realmente la soluzione del problema.
dunque, in pratica: niente autodifesa. da soli n mare non si fa un fico secco. aspettiamo che lo zio sam ci risolva la grana con un'operazione a terra. mi sembra una posizione del tipo: io la mafia non la batto, inutile che denunci; paghi il pizzo e così non ci pensiamo più! forse bisognerebbe segare alla nostra MM che attaccare in alto mare una una nave con bandiera italiana è come attaccare il territorio nazionale. ma non so: non è possibile dare istruzioni perché i cargo battenti bandiera italiana si concentrino in alcuni porti sicuri e poi scortarli, magari anche mettendo magari squadre di marò sulle navi civili? quando gli attacchi partivano dall'iran ai tempi della crisi del Golfo si faceva così. e dare la caccia alle navi appoggio, per ridurre il raggio d'azione dei pirati?
Scritto da: morez | 30/04/09 a 10:33
molto interessante
http://temi.repubblica.it/limes/tag/pirati
Scritto da: morez | 30/04/09 a 11:02
Grazie, carissimo Andrea del link.
Leggerò appena mi sarà possibile.Non ho avuto, per mancanza di tempo, neanche modo di rispondere ai vostri commenti in questi giorni.
Mi dispiace molto perchè non è da me.
Buona festa!
Un abbraccio affettuoso.
Marianna
Scritto da: marianna | 01/05/09 a 08:26