Lo scorso 25 aprile si è celebrata, in verità troppo sotto silenzio, la "giornata mondiale della malaria".
La notizia più interessante, accanto ai molteplici blà-blà(cifre snocciolate) ,che sono venuti dai diversi luoghi d'incontro,dove si è parlato del problema, mi è parsa quella dell'invenzione di un microchip,che può diagnosticare la malattia in pochissimi minuti.
Gli inventori sono un gruppo di ricercatori dell'universita di Glascow, in Scozia, i quali attraverso il"miracoloso" microchip, con l'esame del sangue, offrono la possibilità di arrivare agevolmente a diagnosticare il tipo di malaria contratta.
E la tempestività nella diagnosi della malaria è veramente tutto.
L'anno scorso l'amico Gianni, giovanissimo volontario LVIA, di rientro dalla Guinea Bissau, è morto in Italia proprio a causa di un'errata diagnosi.
Oggi che sono moltissime le persone che viaggiano e non tutte fanno le adeguate profilassi(tranne quando scatta l'allarme pandemia),il microchip dei ricercatori scozzesi è senz'ombra di dubbio uno strumento preziosissimo.L'individuazione nel sangue blocca il moltiplicarsi dei parassiti. Il tutto nell'arco di al massimo mezz'ora.
Pericolosa è in particolare la zanzara femmina , molto presente nella fascia dell'Africa intertropicale.
Gesummaria! morire di malaria in Italia per una errata diagnosi è dure da digerire! Diamo il chip a tutti i presidi medici.
luigi
Scritto da: gobettiano | 28/04/09 a 14:31
Carissimo Luigi,Gianni, il ragazzo cui faccio riferimento te lo ricorderai senz'altro.Io feci il post.
La malaria venne scambiata per un'affezione alle vie respiratorie e morì nel giro di pochissimi giorni in ospedale in Toscana, sua regione d'origine.
Come non essere terrorizzati dinanzi a simili eventi!
Mi auguro che chi deve occuparsene, la Sanità nazionale, provveda.
Non sono cose su cui lasciar correre.
Accanto alle forme di malaria benigne e quindi curabili, ci sono anche quelle maligne, che portano a morte.
Grazie per il tuo intervento.
Un abbraccio affettuoso come sempre.
Marianna
Scritto da: marianna | 28/04/09 a 16:44
A chi lo dici, l'ho avuta anch'io. In Africa i medici fanno il contrario: qualunque malattia tu abbia, la diagnosticano come malaria. Per fortuna nel mio caso hanno indovinato
A presto, buona serata
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 28/04/09 a 19:06
Ricordo le tonnellate di chlorochina che assumevo quando soggiornavo in Africa.
Importante è prevenirla, nel modo giusto. Anche a discapito del fegato.
Tesea
Scritto da: Tesea | 28/04/09 a 20:56
L'autre jour, j'ai vu un film sur la lutte contre le paludisme au Bénin. La zone est fortement infestée puisque les habitants sont des pêcheurs qui vivent sur le lac Nokoué. Les deux axes de lutte sont la prévention. Cela parait incroyable mais les pêcheurs par exemple se servaient des moustiquaires comme filet de pêche. Le deuxième axe, c'est le développement d'une nouvelle génération de médicament très efficace contre le paludisme : le Coartem qui est vendu à très bas prix (collaboration entre l'OMS et un laboratoire)
http://voyagebenin.wordpress.com/category/les-visites/visite-de-ganvie/
Alex
Scritto da: Alex | 29/04/09 a 16:16
Marianna,anche Samuele(Beninois) l'ha avuto da piccolo e si è salvato per miracolo.
Osman
Scritto da: Osman | 29/04/09 a 17:49
niente di più facile che qui non sappiano diagnosticarla: i sintomi sono quelli dell'influenza e i nostri medici non l'hanno mai vista. in compenso siam presuntuosi come pochi e non ci frega niente di imparare da chi ne sa di più. anzi rendiamo la vita impossibile a chi arriva qui con titoli di studio ed esperienza in campo sanitario, come se quello che ha fatto al di là del mediterraneo semplicemente non esistesse. Per fortuna non tutte le forme sono mortali e le istruzioni nelle confezioni dei medicinali sono ricche di informazioni, tra le quali quelle di continuare la profilassi per un periodo successivo al rientro. ricordo l'incrinatura nella voce della guardia medica, quando due anni fa ho chiamato in preda ad una febbre che non voleva mollare, in pieno periodo influenzale e in coincidenza con quello di incubazione dell'infestante. abbiamo atteso, gli antibiotici hanno fatto effetto: era influenza. in compenso giù l'ho vista diagnosticare a colpo d'occhio. e diciamo pure con dragor e tesa, che ai primi sintomi ti sottopongo alle terapie antimalariche, di default. ma ecco la domanda: a chi serve il chip? Qui è rarissima. In Africa, non serve. non sarebbe meglio spendere in modo più utile tutti quei soldi? tipo per bonificare un po' di aree del mondo?
Scritto da: morez | 29/04/09 a 18:20