Ecco cosa scrivono di noi i giornali in Africa, e precisamente in Burkina Faso, a proposito di quello che è accaduto e sta ancora accadendo a Lampedusa.
Marie Ouedraogo, corrispondente de "L'Observateur", periodico locale, definisce l'isola di Lampedusa la"Guantanamo " italiana.
Scrive infatti la giornalista burkinabé che quanto è accaduto nell'isola italiana, dove nei giorni scorsi i migranti ,trattenuti in un centro d'accoglienza si sono rivoltati, contestando sistemi e tempi del Governo italiano, non è molto diverso dagli episodi che si sono verificati nel famigerato carcere usato dagli USA.
Oltre a criticare le modifiche che stanno per essere apportate alle leggi sull'immigrazione, la Ouedraogo ha espressamente scritto sulle colonne del suo giornale:" Per più di un osservatore l'ultima rivolta, quella che ha messo a ferro e a fuoco il centro di prima accoglienza(CPT),era inevitabile. Imprigionare 900 stranieri in una struttura pensata per ospitarne la metà, trasforma il tutto in un autentico girone infernale.Pertanto non è difficile dare fuoco alle polveri. E inoltre questo inferno, i rivoltosi di Lampedusa , sanno anche che dovranno sopportarlo ancora per diversi mesi".
"Il tempo necessario- precisa la giornalista- perchè le autorità italiane li rimandino, manu militari, verso l'altra sponda del Mediterraneo".
Dopo aver anche criticato i sistemi usati dalla Libia nei confronti dei migranti,l'articolo si conclude con un suggerimento per l'Italia.
"La rivolta di Lampedusa- è scritto in finale- deve suonare come un grido d'allarme per Roma che, se si ostina a rendere più severo il suo sistema di gestione dei flussi migratori, dovrà prepararsi a fare fronte a nuove rivolte, sempre più violente".
Come si dice:" Uomo avvisato è mezzo salvato". In questo caso....governo avvisato...
E dire che noi italiani, a livello di cooperazione internazionale, abbiamo avuto e abbiamo ancora ottimi rapporti con il Burkina Faso nonchè numerosi progetti, alcuni dei quali in atto ed altri in fieri.
Una riflessione è d'obbligo.
A cura di Marianna Micheluzzi (UKUNDIMANA)
Lampedusa non è Guantanamo,però è sulla strada per diventarlo.
Buona serata
Fino
Scritto da: Account Deleted | 24/02/09 a 19:03
Non dimentichiamo che gli ospiti di Lampedusa non sono migranti ma clandestini venuti a loro rischio e pericolo. Un paese è tenuto a predisporre delle strutture per accogliere gli immigrati secondo i flussi programmati. Se i clandestini arrivano in massa perché la Libia li lascia partire, un paese non è tenuto a predisporre strutture d'accoglienza per fare fronte a un aumento massiccio dell'immigrazione illegale, oltre a quelle già esistenti. E' l'immigrazione illegale che va repressa, non la capienza delle strutture che va aumentata.
Tutti i paesi si regolano in questo modo. Se la Danimarca o la Svezia fossero prese d'assalto come l'Italia, i loro centri di accoglienza diventerebbero altrettante Guantanamo.
Quanto al Burkina Faso, è severissimo contro l'immigrazione illegale. Gli abitanti del Mali ne sanno qualcosa. Quindi farebbe bene a stare zitto.
Buona serata cara Marianna, a presto
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 24/02/09 a 20:13
Cara Marianna,
io e te consideriamo spesso il problema dal punto di vista umano: ci pare impossibile che persone di altre nazioni non possano liberamente cercare una vita migliore nel nostro paese come altrove.
Un pensiero rispettabile, ma che racchiude un fondo di utopia.
Il pensiero di Dragor è molto lucido, anche se apparentemente in contrasto con le nostre attenzioni umanitarie.
E la soluzione, appare come una nebulosa...
Un abbraccio.
Buonanotte.
Elena
Scritto da: zia elena | 24/02/09 a 22:04
Marianna, Elena: io comprendo benissimo il punto di vista umano. Ma per essere davvero umano deve essere sostenibile e autentico. Sappiamo benissimo che la solidarietà e l'accoglienza a livello teorico sono principi meravigliosi ma lo diventano anche in pratica solo se sono effettivamente realizzabili e realizzati.
Ciascuno di noi se fosse davvero "messo in crisi" dall'immigrazione clandestina smetterebbe di sostenere incondizionatamente chiunque approdi qui e comunque vi si stabilisca.
Per questo il lucido discorso di Dragor è l'unico veramente giusto. Si può aiutare entro il limite delle possibilità, oltre è solo esercizio di buone parole purtroppo.
E francamente non mi sento di accettare le critiche all'Italia da altri Paesi perchè in tutti i Paesi del mondo esiste più rigore che da noi.
Scusami Marianna non è un appunto a te, ci mancherebbe, adoro la tua apertura e la tua grande disponibilità e umanità! Ma è un discorso da affrontare con profonda onestà altrimenti qui davvero ci cacceremo nei guai e non ci sarà mai integrazione....
Un abbraccio, buona notte
Irene
Scritto da: irene spagnuolo | 24/02/09 a 22:37
Anch'io, caro Fino, non vedo bene quel che accade a Lampedusa.
Per me un uomo è un uomo e non riesco a distinguere tra immigrato regolare e clandestino.
Anzi quest'ultimo, proprio per la sua condizione, mi spingerebbe ad essere ancora più sollecita nell'aiuto.
Comunque Dragor ed Elena hanno ragione.
Politicamente il mio atteggiamento è da bocciare in pieno specie con i tempi che corrono.
Tuttavia più che discutere sarebbe bene che noi ci trovassimo dinanzi queste persone.
Allora ciascuno di noi darebbe la risposta che sente di dare e di cui è capace.
Buona notte.
Affettuosamente come sempre.
Marianna.
Scritto da: marianna | 24/02/09 a 22:37
Carissimo Dragor, tu sei nel giusto perchè valuti la situazione politicamente e con lucida obiettività.
Il mio pensiero politicamente non si regge.L'ho già detto.
Comunque io volevo evidenziare cosa pensa un Paese dell'Africa come il Burkina, con cui abbiamo ottimi rapporti, del nostro attuale governo e dei suoi provvedimenti.
Se poi tu mi dici che lo stesso Burkina è severissimo nei confronti dell'immigrazione e riferisci il vero, la denuncia della giornalista appare allora un po' faziosa.
Comunque questo dell'immigrazione è un problema serio.Vanno studiate seriamente le modalità opportune da parte dei nostri politici.
Quello che io chiedo è un'accoglienza più umana e assolutamente no al rimpatrio.Significherebbe per quella gente cadere dalla padella nella brace.
Trovi invece l'Europa tutta dove sistemarli. Divenga l'Europa sul serio un'Europa dei popoli e non solo dei banchieri e qualche ideuzza buona salterà fuori.
E forse una sistemazione dignitosa arriverà per uomini e donne che scappano da un destino non certo benevolo nei loro confronti.
Buona notte.
Con affetto,Marianna.
Scritto da: marianna | 24/02/09 a 22:54
Carissima Elena, quando c'è la volontà di trovare sul serio qualcosa, in questo caso la giusta soluzione immigrati(clandestini e non), ci s'impegna fino in fondo...fino a giungere alla quadratura del cerchio.
Io penso che degli immigrati non interessa niente a nessuno se non nella misura in cui possono essere manodopera a buon mercato per gli imprenditori e odiati rivali per altri poveracci indigeni che si sentono defraudati(dicono loro) del lavoro.
Io mi tengo in conclusione stretta la mia"utopia".
In qualche modo mi aiuta a proseguire in un percorso che talora si presenta accidentato come un po' per tutti.
Buona notte,affettuosamente.
Marianna
Scritto da: marianna | 24/02/09 a 23:02
Carissima Irene, il tuo appunto è, senza ombra di dubbio, rivolto alla giornalista burkinabè, che fa una valutazione criticadell'operato del nostro governo.
E tu non la condividi.
Quanto alla minaccia di perdita di lavoro per colpa degli immigrati, ho molti dubbi.
Perchè anche l'immigrazione d'élite(gli immigrati con tanto di laurea) non sempre riescono a strappare nel nostro Paese un lavoro dignitoso e rispondente alle loro competenze. Anzi quasi mai.Poche le eccezioni.
Gli altri, quelli senza laurea, accettano condizioni di lavoro(paga e orari) che spesso i nostri connazionali( non tutti per la verità,dati i tempi) rifiutano.
E questo non è un parlare per sentito dire, perchè qui in Costa Smeralda l'edilizia continua a prosperare, Olbia inclusa. Nonostante la crisi.
E molti operai sono stranieri. Anche africani.
E i discorsi come quello che tu mi prospetti mi capita di sentirli.
Ma io non li accetto.
Dico sì comunque ad una seria razionalizzazione del problema immigrazione, con intelligenza.
E non certo con lo spauracchio delle denunce da parte dei medici.
Così poi il rimedio diviene peggiore del male.
Qui tra Olbia e Sassari, in questi ultimi mesi, e fino ad ieri, ci sono stati casi di meningite fulminante e diversi morti giovanissimi tra i sardi.
Basta agire d'impulso.
Diceva Leonardo:"Sbaglia, chi pensa poco."
Ti abbraccio con affetto e ti auguro la buona notte.
Marianna
Scritto da: marianna | 24/02/09 a 23:19
Marianna credo tu mi conosca, almeno un pò. Non aderisco a certe tendenze. Quindi non mi riferivo a questioni di occupazione e non appoggio sicuramente le denunce e tutto il resto. Mi riferisco al fatto che in condizioni non razionalizzate, organizzate e appunto umane le conseguenze non sono altro che mancata integrazione, intolleranza, difficoltà di convivenza. Insomma è la lucidità politica di dragor che trovo condivisibile in pieno.
Tutto qui.
"Accogliere" così come fatto fino ad ora non ha senso e alla lunga porta solo assurde e dolorose contrapposizioni....
Un bacione, Marianna
Irene
Scritto da: irene spagnuolo | 25/02/09 a 08:05
Non mi sembra il caso di paragonare i cpt di Lampedusa a Guantanamo.
Guantanamo è un'altra cosa.Un carcere illegale che non rispetta né la convenzione di Ginevra né la legge Americana e dove i detenuti non hanno il diritto né a un processo né a un avvocato.
Ma questo è un altro discorso.
Tornando a Lampedusa posso dire che penalizzata dalla geografia l'Italia non merita tutto questo.
Gli altri paesi Europei non devono fare finta di niente e devono aiutare l'Italia a gestire questa situazione.I disperati finiscono prima o poi per arrivare in tutta Europa.
Ma prima facciamo un po' di storia.Certe cose bisognerebbe saperle.
Dieci anni fa circa l'Italia aveva siglato degli accordi con Romania Albania Tunisia e Marocco: agevolare le imprese Italiane che volevano operare in questi paesi in cambio di visti di lavoro della durata di nove mesi offerti ai giovani dei paesi citati.
Se dopo 9 mesi l'immigrato non ha trovato lavoro viene rimandato a casa:buona notte!
E' così che cresce il numero dei clandestini e l'Italia sta pagando a caro prezzo questo tipo di compromesso.I termini di questi accordi sono già scaduti ma i flussi continuano illegalmente.
Cosa vuol dire? Le imprese Italiane(23 000 in Romania) che continuano ad operare in questi paesi non sono bastate per offrire lavoro a tutti i disoccupati.I dirigenti dittatori di questi paesi attaccati alla poltrona del potere fanno di tutto per sbarazzarsi dei loro giovani cittadini ai quali non possono offrire niente e per non essere disturbati da une logica opposizione.
Chi emigra in Europa è solo perché ha la garanzia di vivere in un paese libero e democratico.Non è la fame che spinge un uomo a emigrare.Ma l'ingiustizia.E la fame ne diventa la conseguenza.
Un giovane cittadino Europeo (occidentale) non sa cosa significa la dittatura.Meno male.
Doveva ringraziare i nonni o i genitori.
Quindi quando leggo critiche da parte di giovani li capisco perché loro non possono capire.Non hanno mai visto uomini in borghese bussare alle 2 notte alla porta della loro casa e quando aprono fanno un sospiro di sollievo perché gli uomini in borghese stanno bussando alla porta del vicino che non vedranno mai più.
Ma ci sono giovani Italiani che vanno molto d'accordo con gli stranieri:gli spacciatori che li fornivano ogni sabato sera di hascisc marocchino.Ma anche questo è un altro discorso.
Un altro motivo spinge un giovane ad emigrare è il fenomeno di acculturazione (nel senso etnologico).
Molti giovani sono cresciuti in paesi che non rispecchiano la loro vera cultura.Parliamo di paesi ex.colonizzati.Francia e regno unito in Africa e in Asia hanno soltanto trasmesso la cultura del consumismo che non è mai cessata.I giovani Africani vorrebbero lavorare guadagnare e consumare come i giovani occidentali.
Ma con la crisi economica i giovani europei possono finalmente essere rassicurati perché la festa è finita.Chi lavorava sta per perdere il lavoro e come un boomerang tutti finiscono per tornare a casa.
Osman
Scritto da: Osman | 25/02/09 a 14:24
Grazie,Irene cara, per il tuo commento.
Ho compreso benissimo lo spirito delle tue argomentazioni come quelle di Dragor.
Non ci sono equivoci.
Un abbraccione e buona notte!
Marianna
Scritto da: marianna | 25/02/09 a 21:10
Splendido ed istruttivo commento, carissimo Osman.
Ci tornerò su in un secondo tempo.Ti ringrazio perchè non solo ho molto apprezzato ma l'ho trovato ricco d'informazioni per chi conosce poco il problema.
Un abbraccio affettuoso come sempre e buona notte.
Marianna
Scritto da: marianna | 25/02/09 a 21:13
Sì Dragor è lucido ed ha ragione. Ma qualche osservazione: l'accordo con la Libia comprata per 5 miliardi di $ dove sta? L'Italia non ha ancora una norma per i rifugiati politici. Sono stati bloccati i trasferimenti verso altri centri che migliorerebbero la situazione di Lampedusa senza venir meno ad alcuna norma. Dubito che neppure in Burkina Faso impiegherebbero lo stesso tempo che qui per qualunque informazione o accertamento. Allora, legalità sì, blocco all'immigrazione clandestina sì ma sì all'accoglienza per i rifugiati politici. Inoltre quando l'inefficienza imbelle genera persecuzione, allora no! Anzi NO!
luigi
Scritto da: gobettiano | 25/02/09 a 22:09