Jambo Africa

UN PENSIERO SOLIDALE PER I BAMBINI DI STRADA DI NAIROBI

Non si vuole intristire nessuno in quest'ultimo giorno del 2008. Si vuole solo richiamare l'attenzione su di una realtà  complessa e difficile da gestire, una delle tante sul nostro Pianeta, e su di un Progetto di Solidarietà per il 2009,sponsorizzato dalla rivista dei Padri Comboniani,Nigrizia, cui va tutta la nostra stima per l'impegno con cui porta avanti da sempre ,con serietà ed obiettività, la conoscenza  in Occidente del mondo e dei valori africani.

Padre Daniele Moschetti, un giovane missionario trentino, al termine della sua esperienza a Korogocho, la nota baraccopoli di Nairobi, ha voluto raccogliere in volume tutta la sua corrispondenza di sette anni di missione, svolta in quella realtà, corrispondenza intercorsa con familiari ed amici.

Ne è venuto fuori un agile libretto,che può rappresentare per noi occasione di riflessione ad ampio raggio.E non solo in quanto capaci di mettere mano al portafoglio ed acquistare il libro quanto piuttosto per fare nostro il concetto che l'arte della parola, quella che anche noi tentiamo qui di praticare, altro non è che ancora un modo  ulteriore di capire lavita.

Scrive di "IL VANGELO DELLA DISCARICA",(ed.Creativa-Rovereto) don Ciotti,che tutti conosciamo per certe sue indefesse battaglie,metaforicamente sempre a pugni serrati,che le lettere di Daniele Moschetti sono come dei veri e propri "messaggi in bottiglia", trovati sulla battigia, i quali chiedono di essere letti e fatti propri, non solo interpellando la nostra intelligenza ma principalmente  il  nostro cuore.Molto spesso- continua il Nostro- di fronte all'umanità dolente noi preferiamo chiudere gli occhi, zittire i sentimenti, distrarre la mente.

Per questo inizio di nuovo anno facciamo invece un proposito diverso: fermiamoci a pensare e non distrattamente.Guardiamoci veramente intorno ad occhi aperti.E non solo nell'orticello di casa.

Questo è respiro di mondialità. Oggi più che mai indispensabile per orientarsi.

Mi fermo qui.Ed auguro a tutti i  miei cari amici,vicini e lontani, davvero ogni bene e la realizzazione ottimale delle proprie aspettative.E lo faccio con sincero affetto.

         A CURA DI MARIANNA MICHELUZZI (UKUNDIMANA)

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GHANA / VINCE ALLE PRESIDENZIALI IL CANDIDATO DELL'OPPOSIZIONE

Ieri sera,ad Accra,capitale del Ghana, sono stati diffusi i dati ufficiali del secondo turno delle elezioni presidenziali di domenica scorsa.

John Evans Atta Mills, candidato del partito d'opposizione, il National Democratic Congress(NDC), ha riportato 4.065.883 voti validi contro i 3.737.855 del candidato del New Patriotic Party (NPP),fino a prima delle elezioni  il partito di governo.

Le percentuali evidenziano il 52,10% contro il 47,90%.

I risultati vengono considerati ormai ufficiali anche dai media ghanesi.

In attesa che il Presidente della Commissione elettorale faccia la sua dichiarazione pubblica ed indichi al Paese il nuovo Presidente del GHANA,il prof.Mills, appunto futuro presidente, ha invitato la sua gente all'unità, indipendentemente dal partito politico d'appartenenza.

Astuzia poltica dettata dalle circostanze? Assolutamente no.Perché?  Perché il Ghana, come del resto l'Africa tutta, ha bisogno oggi più di ieri di un'autentica politica democratica per favorire la propria crescita e quindi un  vero armonico sviluppo.

Considerando la modestia dei mezzi  economici a disposizione ma in contemporanea anche la molteplicità delle intelligenze creative, presenti sul campo, si può fare tanto. E per il bene di tutti.Al di là delle etichette politiche.

Il passato con le tradizioni va rivalorizzato certo. Ma lo sguardo deve assolutamente essere rivolto al futuro, perchè siamo tutti , è cosa nota,all'interno di un sistema politico mondiale globalizzato.

Istruzione e tecnologie innovative sono i punti cardini intorno al quale il sistema deve ruotare.Queste sono le sfide cui è chiamato il GHANA. Ma non solo. E l'Occidente lo sa bene.

Ottimi auspici.Attendiamone dunque con fiducia la realizzazione. Nonostante tutto, al momento, sul pianeta porterebbe a sconfessarlo.

Auguri GHANA!

A cura di Marianna Micheluzzi (UKUNDIMANA)

QUANDO IL CINEMA FA PENSARE

L’OSPITE  INATTESO/ di  THOMAS Mc-CARTHY

Prima di bere la cicuta Socrate chiese di provare a suonare il flauto.

Così il professor Walter Vale,maturo docente universitario di economia in un’università del Connecticut,vuole iniziarsi al tamburo  africano.Lo djambé. E non perché stia per morire ma perché una vita vera non ce l’ha più da tempo.

E’ vedovo, solo, insegna cose che ormai non lo interessano  da un’eternità. Insomma tira avanti.

Finché una sera, tornando dopo anni nel suo appartamento di New York,dove un tempo viveva con la moglie, lo trova occupato da una giovane coppia d’immigrati illegali.

Sono il siriano Tarek e la senegalese Zainab.

Chiunque altro chiamerebbe la polizia, il professor Vale no.

Anzicchè cacciarli, stringe invece con loro amicizia, un’amicizia insolita quanto profonda, che proseguirà anche quando Tarek, dopo avergli impartito i primi rudimenti di tamburo, finisce malauguratamente in un carcere per clandestini, alla periferia della Grande Mela.

Il resto è preferibile che ciascuno lo scopra da sé.

Certo è che ogni gesto, ogni dettaglio,ogni parola detta o taciuta,urlata o bisbigliata, compone il quadro di un Paese, gli USA e di un’anima(il professor Vale) lacerati. Siamo infatti negli anni del dopo-11settembre.

Si tratta tuttavia realmente di una storia dai sentimenti potenti ben condotta.

Soprattutto  traspare, attraverso la semplicità della storia, l’ultimo decennio di vita politica e sociale, a stelle e strisce,neoconservatore e guerrafondaio di Bush.

Con Obama, in un futuro prossimo, forse qualcosa cambierà.

Questo film vuole essere, in tal senso, un augurio.

Merita comunque. Sia per l’abilità degli interpreti che per il messaggio veicolato senza forzature.

     A cura di Marianna Micheluzzi(Ukundimana)

AFRICA OCCIDENTALE /NUOVO ACCORDO PER ACCRESCERE LA COOPERAZIONE

I Governi di Liberia, Sierra Leone, Guinea e Costa d'Avorio hanno raggiunto l'accordo sulla necessità di rafforzare la cooperazione nei settori della sicurezza, della difesa, dell'intelligence, delle dogane, e dell'immigrazione.Nonchè dell'istruzione e della sanità.

I quattro Paesi si sono incontrati nell'ambito di un Vertice dell'Unione del fiume Meno(MRU), un organismo nato nel 1973 per favorire l'integrazione economica tra i membri.

Liberia,Sierra Leone, Guinea e Costa d'Avorio hanno concordato la creazione urgente di "un'unità congiunta per la sicurezza delle frontiere e la costruzione della fiducia reciproca", presso il Segretariato del MRU.

La nuova unità avrà l'obiettivo di migliorare la collaborazione tra i servizi segreti e i comandi militari dei Paesi membri. Nonchè creare una situazione distensiva  per favorire una vivibilità sociale adeguata e quindi la pace. Pace , che essa sola, può garantire a sua volta l'autentico sviluppo dei Paesi in questione.

I capi di Stato e di Governo poi non hanno tralasciato, nell'occasione, di discutere e approvare iniziative comuni anche nell'ambito dell'agricoltura, della crisi globale alimentare e della crisi economica mondiale.

Una presa d'atto di responsabilità nei confronti della popolazione civile dei rispettivi Paesi, che non può che far ben sperare.

A cura di Marianna Micheluzzi (UKUNDIMANA)

ONU /SI FA TROPPO POCO PER I RIFUGIATI

Quasi sei milioni di persone nel mondo sono definite dalle Nazioni Unite"rifugiati in situazioni protratte".

Essi, fuggiti dal proprio Paese in un altro,rimangono in esilio per lungo tempo.Cioè da un minimo di cinque anni fino, indefinitamente, a decine di anni.

"Molti profughi restano in una situazione di limbo- ha detto Antonio Guterres,Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati- perchè sono di fatto intrappolati per molto tempo nei campi e nelle comunità dove vengono accolti, senza nessuna prospettiva di soluzione".

Secondo Guterres i rifugiati non possono tornare nei loro Paesi d'origine per via delle guerre in corso o per una serie di violazioni dei diritti umani.E spesso i profughi non diventano neanche pienamente cittadini nei Paesi d'accoglienza.

"In molti casi-continua Guterres- per i rifugiati istruzione e sanità lasciano molto a desiderare perchè vengono forniti loro servizi molto molto modesti.A volte, allora, essi cercano di scappare e rischiano purtroppo di divenire preda del traffico di esseri umani".

Secondo le stime dell'Alto Commissariato i profughi in situazioni protratte si trovano in trenta Paesi.

Tra loro ci sono afghani in Iran e in Pakistan,esuli dal Myanmar in Bangladesh, bosniaci e croati in Serbia,rifugiati dal Burundi inTanzania, eritrei in Sudan.

L'onere di ospitare queste persone è quasi sempre esclusivamente dei Paesi in via diSviluppo.

E la comunità internazionale perchè finora non ha fatto niente?

A questo interrogativo bisognerebbe saper dare una risposta.

"Solo le soluzioni collettive probabilmente-conclude Guterres- potrebbero sortire un qualche risultato".

E noi siamo d'accordo.

A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

SOMALIA/ OGGI LE DIMISSIONI DEL PRESIDENTE

Mentre la situazione in Somalia rimane molto critica per la popolazione civile,si attendono per oggi le dimissioni ufficiali del presidente Abdulahi Ahmed Yusuf. Le dimissioni del presidente del Governo di transizione saranno formalizzate a Baidoa dinanzi al Parlamento.

L'esperienza di Yusuf si considera conclusa,perchè l'uomo politico, specie nelle ultime settimane,appare isolato nel Paese tanto  rispetto alla maggioranza delle forze politiche somale quanto rispetto ai paesi della Regione e ai principali mediatori internazionali.

Il che significa che il suo impegno è stato sostanzialmente un flop. Anche perchè i combattimenti continuano ad imperversare,le città hanno quasi ovunque un aspetto spettrale, i morti non si contano, gli sfollati sono migliaia e persino gli aiuti umanitari stentano a raggiungere chi ne avrebbe necessità.

Pare che, a sollecitare le dimissioni di Yusuf, sia stato l'inviato speciale per l'Africa del Governo statunitense,signora Frazer. I due si sarebbero incontrati giorni fa all'aereoporto internazionale di Nairobi.

Le motivazioni dettagliate delle dimissioni saranno esplicitate al Parlamento attraverso la lettura di un testo scritto dello stesso Presidente in cui si preciserà il perchè dell'uscita di scena.

Le nostre maggiori preoccupazioni, a parte il caos politico permanente, sono per la gente comune che da anni non è più in grado di avere una vita "normale". E anche nell'immediato non riesce ad intravedere un barlume di speranza per quanto fioco esso possa essere.

A cura di Marianna Micheluzzi(Ukundimana)

OGGI CINEMA / "I FIGLI DEGLI UOMINI" DI ALFONSO CUARON

Anno 2007.Londra. Il declino del mondo è iniziato. Da diciotto anni non nascono più bambini.Il genere umano è destinato all'estinzione.

L'Inghilterra è ancora l'unico paese in grado di resistere.

Milioni di profughi provano a raggiungere l'isola di Sua Maestà,nonostante le rigidissime misure anti-immigrazione, varate dal governo britannico.

In questa atmosfera apocalittica, Theo, il protagonista, si aggira senza meta, senza un obiettivo concreto. Ma l'incontro con la sua ex-compagna, vent'anni dopo, cambierà radicalmente la sua vita e lo porterà a tuffarsi nell'impegno civile.

Una missione la sua da portare a termine a qualunque costo per il futuro dell'umanità.

La cinepresa si muove con scioltezza tra le strade della city londinese.

Immondizia in ogni angolo, muri sporchi, carcasse di animali, altalene vuote.

Cuaron infatti annulla l'impatto scenico dei personaggi e lascia parlare il contesto.

Ossia  misure di sicurezza modello "Guantanamo", assurdità e cinismo dei movimenti politici, convivenze tra popoli diversi nella Babele britannica.

Uno sguardo insomma attento ai problemi della contemporaneità, che troveranno soluzione solo nel grembo di una donna nera immigrata. Un soggetto pericoloso a detta del mondo politico, il futuro invece per tutto il resto dell'umanità.

Mamma Africa, dunque, da cui ha avuto origine, un tempo, la vita e...da cui essa tornerà a rinascere.

A cura di Marianna Micheluzzi (UKUNDIMANA)

NATALE/ IMMAGINE E PAROLE PRESE IN PRESTITO

   IL SEME DELL'AMORE SOTTO LA LUCE DELLA VERITA' LO LASCIO GERMOGLIARE.

LO RIPARO DAL FREDDO  DELLA FALSITA'.

LO CURO CON SGUARDO D'INNOCENZA.

BUON NATALE,  AMICI  MIEI, TUTTI I GIORNI!

    MARIANNA 06 (UKUNDIMANA)      

VIGILIA DI NATALE / PRATICARE L'UBUNTU

Grazie al mio amico, Osman, ieri ho scoperto una parola "magica" e semplice al tempo stesso, che riguarda il mondo culturale africano e  non solo.

Si tratta del vocabolo "UBUNTU".

Ubuntu è un modo di sentire, uno stato d'animo, una disponibilità, una propensione verso l'altro, verso il fratello , verso il prossimo.

Non è difficile da praticare ma al tempo stesso può esserlo se noi vediamo sempre e soltanto nell'altro il nostro avversario, l'antagonista, colui che ci limita nella "libertà". Libertà ,che poi spesso è  solo libertinaggio, egoismo, sopraffazione.

Ora poichè la notizia di oggi, su JAMBO AFRICA,  è quella purtroppo di una morte e al contempo di un tentato colpo di Stato in Guinea, voglio chiudere, in attesa della"Mezzanotte", che è BENE, augurando ai miei amici tutti, vicini e lontani, che quel Babbo Natale dell'immagine in alto porti loro, insieme ai doni desiderati, appunto......l'UBUNTU. Tanto UBUNTU.

Così come spero che il" buon vecchio" faccia ugualmente con la sottoscritta.

              Un abbraccio affettuoso davvero !

MARIANNA06(UKUNDIMANA)

GUINEA CONAKRY/ MORTO CONTE'/COLPO DI STATO

E' morto improvvisamente,ieri, dopo lunga malattia, Lansana Conté, presidente in carica della Guinea Conakry da ben 24 anni.

Conté, in tutti questi anni che ha detenuto il potere, ha governato con il pugno di ferro, pur avendo fatto sorgere ,all'inizio del suo mandato politico, nell'animo dei suoi connazionali  molte aspettative di pace e garanzie di costituzionalità.

Poche ore dopo il decesso di Conté tuttavia, un gruppo di militari ha fatto  improvvisamente irruzione nella Radio di Stato e ha annunciato al Paese, attraverso la lettura di un comunicato, decaduta la Costituzione vigente.

Le voci che pervengono in Occidente sono incerte e confuse. Saranno verificate con il trascorrere delle ore.E questo specie per quel che concerne la sorte di ministri e parlamentari. Si ritiene siano agli arresti in una caserma alla periferia della capitale,Conakry.

Dure condanne sono state espresse in merito al golpe militare dalla Unione Africana(UA) e ovviamente dal resto del mondo.

I militari golpisti pare giustifichino il loro intervento dicendo d'aver costituito un organo per gestire la transizione di potere.Tale organo ha nome:"Comitato nazionale per la democrazia e lo sviluppo".

In definitiva siamo alle solite. In Africa si va avanti politicamente con un colpo di Stato dietro l'altro.

La Guinea Conakry, ex-colonia francese, possiede nel sottosuolo enormi risorse minerarie ma è tra i Paesi più poveri del mondo.

Il bottino della sua nomenklatura però, ben insabbiato nelle banche estere, dovrebbe essere invece piuttosto pingue.

Da copione, come sempre accade lì dove ci sono dittature mascherate da democrazie.

E l'Africa e la sua gente ne sa purtroppo qualcosa.

Ora non resta che attendere gli sviluppi della situazione, augurandosi che la popolazione civile non sia costretta a farne le spese in maniera drammatica.

A cura di Marianna Micheluzzi (UKUNDIMANA)