Apprendo con gioia della venuta in Italia di Marguerite Barankitsé e della sua partecipazione straordinaria al Meeting di Rimini.
Per sgombrare il campo da equivoci ,dico subito che io non ho niente a che vedere con lo schieramento politico-confessionale, che organizza da anni, periodicamente, la manifestazione riminese.
Ma con Marguerite,perbacco, sì!
E' stato proprio ascoltandola parlare alla tv, circa un anno fa, che mi ha motivato a tal punto da farmi riprendere certe tematiche a me care, che avevo tralasciato da un po'.
Lei emana inconsapevolmente una forza dalla sua persona, che ti coinvolge tuo malgrado. E,dopo averla incontrata(non importa se direttamente o indirettamente), non puoi che fare...fare e fare ancora. Poi dopo di lei è venuta Mariapia Bonanate,scrittrice e vice direttore de IL NOSTRO TEMPO di Torino, che ha dato spazio sulle colonne del suo giornale all'impegno di giustizia sociale della Barankitsé e infine l'amico Dragor da Nizza, che mi ha invogliato redigere JAMBO AFRICA.
Ma non è questo ciò di cui voglio parlare.
Per chi non lo sapesse Marguerite Barankitsé,Premio internazionale ONU per i Rifugiati,burundese,donna di etnìa tutsi, ha accolto migliaia di bambini hutu e tutsi, rimasti orfani a causa della recente e tremenda guerra in Burundi, nella sua famosa"Maison Shalom".
La storia è raccontata in"Madre di diecimila figli",della Piemme editrice, da Christel Martin,una giornalista coinvolta anch'essa ormai attivamente nell'impegno di Maggy per gli orfani di guerra.
A proposito dei rapporti tra la Comunità internazionale,e quindi l'Occidente, e l'Africa Maggy dice che quando la casa del vicino brucia, uno non può disinteressarsi.Anche perchè l'incendio finirebbe per estendersi anche alla propria.
I poveri d'Africa, guardando alla ricca Europa, non si fermeranno. Continueranno a venire, pur consapevoli dei rischi che corrono. Tutti i muri possibili- ella precisa- non li fermeranno.Perchè è difficile sopportare la povertà.
Quindi paradossalmente il problema in futuro rischia di diventare più grave per l'Europa che non per la stessa Africa. A meno che-aggiunge- l'Europa non si faccia carico seriamente dei problemi del nostro continente.
E quel "seriamente" non ha altra valenza che quella politica nella testa e nel cuore di Marguerite, visto quel che accade giorno dopo giorno sul nostro Pianeta.E non solo in Africa.
Perchè, anche riferendosi alla guerra fratricida tra hutu e tutsi in Burundi, Maggy dice che si è fatta passare per una guerra tra etnìe quella che nella realtà dei fatti era solo uno sporco gioco politico.
E noi le crediamo.
Auguri Marguerite alla tua "causa"! Che divenga la "causa" di tutte le persone di buona volontà.
A CURA DI MARIANNA MICHELUZZI (UKUNDIMANA)
Come mai hanno visibilità mediatica e planetaria soltanto le Tutsi? e le povere Hutu cosa sono, una etnia inferiore? Probabilmente sì, visto che non riescono a imporsi sulla scena del mondo.
Non so cosa Madame intenda per 'politico', ma non venga a raccontare a chi in Burundi è stato per un certo tempo che il problema della lotta fratricida non è tribale!
Tesea
Scritto da: tesea | 27/08/08 a 21:06
Carissima Tesea,il fatto che la Barankitsé dia una valutazione politica dei fatti avvenuti in Burundi ci sta tutta.
Perchè effettivamente tanto in Burundi che in Ruwanda hutu e tutsi, prima di certi avvenimenti politici(leggi colonialismo e anche neo-colonialismo in tutte le sue sfaccettature,incluso quello favorito dalle conversioni religiose magari non del tutto
spontanee),andavano perfettamente d'accordo.Non era raro anche che ci fossero matrimoni tra etnìe diverse.
Un bel giorno poi tutto è cambiato. Sono subentrati interessi concreti e appropriarsi del potere politico significava denaro e potere.Quindi anche corruzione. E gli animi si sono avvelenati.
Nelle parole di Maggy non c'è nessun intento discriminatorio nei confronti degli hutu.
Non capisco perchè tu avanzi il sospetto che i tutsi oggi abbiano maggiore visibilità mediatica.
Non sarà perchè sono forse un tantino più capaci e preparati e sanno farsi valere un po' di più?
Io personalmente ho conosciuto degli hutu burundesi che in Italia sono divenuti professionisti anche affermati(medici) nel giro di pochi anni.Mentre i nostri studenti arrivano alla laurea che hanno già quasi i capelli grigi.
Ti abbraccio e ti auguro una serena notte.
Con affetto, Marianna.
Scritto da: marianna | 27/08/08 a 23:41
Buongiorno, Marianna. Conoscendo i burundesi, direi che, se la casa del vicino brucia, è perché il vicino le ha dato fuoco...
In ogni caso Marguerite Barankitsé (strano, non semlbra un nome kirundi)è una donna notevole. E' riuscita a farsi mediatizzare ancora più della rwandese Sonia Roland che dopo essere stata eletta Miss Francia è diventata attrice e ha usato parte dei soldi per aiutare gli orfani del genocidio.
Per Tesea: devo contraddirti. Il rwandese più mediatizzato è Hutu e si chiama Paul Rusesabagina. Gli hanno anche dedicato un film
Buona giornata a tutti, a presto
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 28/08/08 a 12:58
Carissimo Dragor, ti ringrazio per aver citato la persona e l'operato di Sonia Rolland,di cui non conoscevo l'esistenza.
Sono andata a cercarmela in internet ed ha un sito veramente favoloso con tante splendide fotografie del Rwanda.
Se tu m'inserissi il link nel post mi faresti cosa gradita. Ma daresti anche agli amici la possibilità di vedere davvero qualcosa d'interessante.
Io, lo sai, non so farlo.
Mi chiedo perchè non mi hai parlato prima di lei.
Un abbraccio e buon pomeriggio.
Marianna.
Scritto da: marianna | 28/08/08 a 17:41
Monello di un Dragor!!
Perchè citi Paul Rusesabagina?
Marianna
Scritto da: marianna | 28/08/08 a 18:24
Cara Marianna,
è inutile, la mia è una vocazione: saltare sul carro del perdente, che mi ha sempre al suo fianco.
Ma...
Buonanotte
Tesea
Scritto da: tesea | 28/08/08 a 21:07
Lo cito per dimostrare che non sono mediatizzati soltanto i Tutsi. E' il solo rwandese al quale abbiano dedicato un film,di etnia Hutu.
Buona notte, un abbraccio, a domani
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 28/08/08 a 22:59
Per inserire il link, dovresti citare nel post il nome di Sonia Rolland. Altrimenti non saprei dove metterlo. In alternativa, potresti dedicarle un post. Per poco non è diventata la principessa di Monaco...
Buona giornata, a presto su Obama
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 29/08/08 a 10:26
Moi, non plus, je ne connaissais pas Sonia Rolland.
C'est ce site ?
http://www.maisha-africa.com/
Alex
Scritto da: Alex | 29/08/08 a 12:04
Grazie Alex, ti sono veramente grata.
E grazie anche a te ,caro Dragor,per il suggerimento del post.
Lo farò sicuramente e cercheremo altro materiale da inserire su Sonia e il suo impegno per il Rwanda.
Un abbraccio affettuoso a tutti e due per il supporto validissimo che mi date. Da veri amici.
A presto.
Marianna
Scritto da: marianna | 29/08/08 a 12:17
Eccomi di ritorno cara Marianna Ukundimana.
Credo che ciò che vale al di là dell'etnia è che Maggy Barankitse operi in buona fede per una buona causa. E quella dei bimbi orfani della tragedia è un'ottima causa.
luigi
Scritto da: gobettiano | 31/08/08 a 00:19
Sono con te, carissimo Luigi.Quando si vuol fare del bene, si fa e basta. Non stai a guardare il colore della pelle, l'etnìa o altre sciocchezze.
E' come se qui,in Sardegna,io vedessi un altoatesino con un grosso problema e ignorassi la cosa, perchè i terroni o gli isolani non hanno niente a che vedere con quel gruppo etnico.
Capisco il GENOCIDIO e l'odio che ne è scaturito, ma poi arriva il momento di dire "basta".
Maggy e tante come lei(vedi Sonia Rolland,per me una scoperta) fanno benissimo.
Affettuosamente, Marianna.
Scritto da: marianna | 31/08/08 a 08:32